L’ondata di maltempo che ha colpito l’Emilia-Romagna Emilia-Romagna avrà impatti sull’economia di tutto il Paese. A partire dall’agricoltura, dal grano alla frutta.
Le conseguenze della disastrosa alluvione che ha colpito in queste ore l’Emilia-Romagna e le Marche si toccheranno con mano in tutto il Paese. Il rischio sarà quello di ripercussioni a livello economico visti i danni. La regione colpita infatti rappresenta il 40% della produzione italiana di grano tenero, così il 49% delle pere. Quanto si riuscirà a salvare, e con quali fondi? Ipotesi aiuti dall’Europa, mentre oggi il cdm ha approvato il decreto da 2 miliardi.
Nel pomeriggio di oggi il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto da 2 miliardi all’Emilia-Romagna, per l’emergenza alluvione. Bloccati i versamenti tributari fino al 31 agosto, con il Ministero degli Esteri che farà arrivare 700 milioni alle imprese, mentre dall’agricoltura arriveranno 100 milioni destinati alle aziende agricole danneggiate, con altri 75 milioni di euro che andranno al fondo per l’innovazione, per gli acquisti di nuovi macchinari per tutte le aziende che hanno subito danni. Il contributo degli Esteri, a fondo perduto, verrà stanziato sul fondo Simest, alle imprese esportatrici danneggiate dall’alluvione. Una copertura alla quale vanno aggiunti altri 300 milioni di euro.
Per quanto riguarda la Cig, arriva la deroga per i dipendenti fino a 90 giorni, per una misura da 580 milioni, con una tantum da 300 milioni che arriva a 3mila euro per chi sarà costretto da lavoratore autonomo a interrompere le proprie attività.
La premier Giorgia Meloni che nelle scorse ore si è recata nelle zone colpite dall’alluvione, rientrata in anticipo dal G7 a causa dell’emergenza, ha parlato di “prime risposte” dopo il consiglio dei ministri di oggi; un primo passo su come affrontare la crisi, a questo anche economica che non riguarda solo la regine di Bonaccini ma tutto il Paese. Si, perché le ripercussioni saranno per l’intera economia nostrana, a partire dall’agricoltura che ha fatto registrare gravissime perdite dagli alberi alla frutta, fino agli animali da allevamento rimasti coinvolti.
Prima del commissario per la ricostruzione richiesto dal presidente della Regione infatti, la premier ha fatto sapere che bisognerà quantificare complessivamente i danni.
Lo dicono i dati, analizzati nel corso della rubrica Numeri, andata in onda ieri 22 maggio su Skytg 24. La frutta e gli agrumi prodotti in Emilia-Romagna rappresentano il 6% della produzione italiana; si sale poi alla vitivinicoltura che tocca quota 11% e quella dei cereali, 16%. Ortaggi e legumi invece rappresentano il 20% della produzione di tutto il Paese. Con questi numeri è facile prevedere una crisi di tutto il settore agricolo, con il ruolo dell’Emilia che rimane centrale per tutta la filiera italiana.
Un prodotto specifico, per la Regione, è quello del grano tenero che rappresenta il 40% della produzione nazionale, ma la cifra si alza ancora di più per le pere: addirittura il 49% viene coltivato in Emilia-Romagna. Il governo, con il decreto approvato nella giornata di oggi in cdm, ha promesso risposte immediate, ma pare che la conta dei danni sia soltanto nella fase preliminare.
Sulle fonti delle risorse da destinare alla crisi – oltre alla proposta del viceministro Leo su lotterie e aste giudiziarie – che l’agricoltura e l’economia italiana potrebbe trovarsi improvvisamente a fronteggiare, potrebbero venire in soccorsi i fondi europei. Il governo ha messo sul tavolo il Fondo di Solidarietà Ue, che mira a sostenere i paesi colpiti da calamità naturali.
Fondo che dalla sua istituzione in effetti, ossia dal 2002, ha visto l’Italia in testa tra i paesi che lo hanno richiesto di più. In qualità di stato membro più esposto a fenomeni di questo tipo, l’Italia in 21 anni ha fatto domanda complessivamente per 3,1 miliardi di euro, mentre la Germania sotto di quasi la metà al secondo posto con 1,6 miliardi chiesti, la Croazia invece non si avvicina nemmeno al miliardo, con la Francia sotto i 500 milioni chiesti in totale.
Somme che però potrebbero non bastare da sole a risolvere il problema, visto che non si tratterebbe in ogni caso di ottenere grandi cifre. I terremoti del 2016 e del 2017 hanno ricevuto in finanziamento da 1,2 miliardi, mentre il sisma del 2012 – sempre in Emilia-Romagna, ha ottenuto 700 milioni di euro. Per l’Aquila ne arrivano invece 500, nel 2009.
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