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Quali potrebbero essere le ragioni dietro al rilascio dei prigionieri attuato da Orban al confine austriaco

Il primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban è nuovamente al centro dell’attenzione a causa di una scelta intrapresa che anche gli abiti politici di Budapest faticano a comprende. Questo perché il premier ha deciso di rilasciate i prigionieri stranieri, a suo avviso con pene non preoccupanti, e li sta portando al confine con l’Austria, sollevando stupore soprattutto perché ha sempre tenuto la sua nota linea dura in ambito politico e questa scelta si contrappone in maniera evidente a ciò che ha sempre sostenuto e portato avanti Orban.

Viktor Orban – Nanopress.it

Il primo ministro ungherese è noto per la sua linea dura sull’immigrazione e la sua politica di chiusura delle frontiere sia per i migranti che e i rifugiati. Ha fatto della lotta contro l’immigrazione clandestina uno dei pilastri della sua politica elettorale e ha ricevuto il sostegno di molti elettori ungheresi che condividono le sue posizioni, nonostante ciò abbia creato tensioni e malcontento in quanto considerato dalle associazioni per i diritti umani una violazione grave dei diritti primari di accoglienza.

Di recente Orban è stato criticato per la sua decisione di liberare dal carcere centinaia di prigionieri che sono stati arrestati per traffico di esseri umani. Questa scelta del leader ungherese ha alzato timori a livello globale e ha portato ad anche accuse di ipocrisia da parte di molti osservatori ed esperti di politica.

Orban ha deciso di rilasciare prigionieri vicino al confine con l’Austria

Secondo quanto riportato dei media ungheresi, le guardie carcerarie hanno rilasciato molti detenuti a Szombathely, una città situata molto vicino al confine austriaco. Inizialmente è emersa la tesi che la scelta sia stata dettata dalla difficoltà sorta durante la pandemia da Covid -19 che ha reso difficoltoso tenere i detenuti in isolamento. Sarebbe stata una sorta di risposta alla problematica emersa e per evitare si riverifichi in futuro.

La decisione ha sollevato preoccupazione per la sicurezza dei confini dell’Unione Europea, dato che la cittadina di Szombathely è situata proprio accanto al confine con l’Austria, che a sua volta fa parte dello Spazio Schengen. È anche sorta una polemica riguardo agli standard differenti con cui viene trattata la questione immigrazione da Orban.

La scelta di Orban di liberare i trafficanti di esseri umani condannati sembra essere in contrasto con la sua politica di chiusura delle frontiere per i migranti e i rifugiati e il timore è la reale mira che ha il primo ministro ungherese, che è noto per le sue imposizioni mirate a ottenere beneficio su questioni in sospeso. Spesso Orban ha riscattato con il veto su decisioni UE per sollecitare e fare prendere decisioni ai membri dell’Unione Europea.

Nel mese di maggio il governo ungherese ha deciso di utilizzare una misura denominata “custodia reintegrativa” che consente ai prigionieri meno gravi di riacquisire la libera nonostante non abbiano scontato la loro pena.

Ciò ha portato al rilascio di un totale di 777 contrabbandieri condannati, provenienti principalmente da Serbia, Romania e Ucraina, che erano stati arrestati negli ultimi anni mentre il flusso di migranti sulla rotta dei Balcani occidentali era in crescita. La politica di Orban sulla questione dell’immigrazione clandestina ha sempre sostenuto una linea dura e il rilascio di questi detenuti non è stato capito e pertanto alimenta timori internazionali.

Dopo essere stati espulsi dal sistema penale, questi detenuti, come precisato sopra, tutti stranieri devono lasciare l’Ungheria entro 72 ore. Ciò ha suscitato malcontento tra i detenuti locali che sono rimasti invece in detenzione nonostante avessero stessa pena e stessi anni ancora da scontare in carcere. La decisione di Budapest ha sollevato preoccupazioni sulla politica dell’Ungheria, in particolar modo, sulla questione dell’immigrazione senza tralasciare la sicurezza dei confini dell’Ue.

La scelta ha generato enorme malcontento ma soprattutto timore nelle autorità di Vienna che temono di veder entrare all’interno dei propri confini malviventi che invece di utilizzare la possibilità di rientrare nella propria terra d’origine abbiano invece intenzione di continuare le attività di contrabbando di traffico di esseri umani nell’Europa dell’ovest.  L’Austria ha avvisato le autorità ungheresi e il primo ministro Orban della preoccupazione austriaca riguardo alle possibile conseguenza della scelta inerente alla sicurezza della Nazione.

Emerso che i politici ungheresi che si trovano a Bruxelles hanno dovuto prendere in mano la situazione e tentare di spiegare la scelta di Orban ma sembra che, come riportato anche da Al jazeera, diversi esponenti ungheresi situati per l’appunto a Bruxelles sì siano arrabbiati a seguito dell’azione intrapresa dal primo ministro.

In un’intervista ad Al Jazeera, Katalin Cseh, rappresentante del partito liberale Momentum nel Parlamento europeo, ha espresso la sua preoccupazione riguardo al rilascio dei prigionieri in Ungheria. Ha affermato che questa decisione rappresenta una minaccia per la sicurezza non solo dell’Ungheria, ma anche dell’Unione Europea più ampia. Cseh ha sottolineato che il rilascio dei prigionieri stranieri degrada ulteriormente le relazioni dell’Ungheria con i suoi partner dell’UE e della NATO.

Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha respinto le accuse riguardo il rilascio dei prigionieri condannati in Ungheria, definendo la decisione come una scelta “sovrana” del paese.

Tuttavia, non è ancora chiaro perché Orban abbia preso questa decisione provocatoria, che sembra essere in contrasto con la sua posizione politica sempre sostenuta e tra l’altro un capo saldo della sua linea che ha garantito le sue rielezioni nel corso del tempo.

Orban si è descritto come undifensore del cristianesimo” e ha spiegato che il liberalismo minaccia la religione così come il globalismo. La sua retorica dura nei confronti dei rifugiati e il trattamento severo riservato a chi cerca di attraversare il confine sud-orientale dell’UE per chiedere asilo sono state importanti per il suo successo alle urne dal 2010.

Ovviamente le posizioni durissime sempre tenute dal premier Orban hanno a loro una volta sollevato proteste a gran voce da parte dei difensori dei diritti umani a causa della violenza utilizzata, spesso, dalle autorità è autorizzata dallo stesso Orban, nei confronti dei richiedenti asilo che hanno sempre ricevuto Un trattamento intransigente criticato dalle autorità e internazionali.

Diversi analisti politici situati a Budapest hanno è rivelato ad Al Jazeera di non aver la minima idea del perché Orban abbia scelto di liberare questi prigionieri stranieri se non idea che provengono da complotti o simil ricatti.

A secondo le teorie esposte potrebbero essere diverse le cause di questa scelta e analizzandole effettivamente e risultano più che plausibili anche in base all’osservazione di come si è comportato in precedenza il leader ungherese punto

Quali potrebbero essere dalle motivazioni del primo ministro ungherese

Innanzitutto gli esperti hanno sottolineato che l’Ungheria rappresenta la prima difesa dei confini extra europei e ha attuato un percorso di fortificazione dei confini che ha visto costruire sistemi di difesa con filo spinato e altre tecniche molto costosa che hanno portato orval a chiedere sostegno all’unione europea ma stando a quanto riferito sembra che sia stata ridata al politico soltanto una piccolissima parte dei soldi utilizzati per la fortificazione dei confini.

Questa potrebbe essere stata la risposta del primo ministro dell’ungheria nei confronti delle autorità europee che non hanno, a suo avviso, adempiuto all’obbligo assunto dato che l’ungheria protegge anche il resto d’europa.

Una delle opzioni più temibili da parte degli analisti ma anche secondo alcuni la più plausibile è che Orban possa mirare ad un piano più ampio che e mirato al rilascio dei fondi che l’unione europea ha deciso di congelare a seguito delle crescenti preoccupazioni sui diritti umani e sulle loro violazioni, sulla situazione della comunità LGBTE sulle libertà accademiche. Si tratta di una cifra importante pari a 35 miliardi di euro e questo potrebbe essere un mezzo per ottenere parte di quella somma da Bruxelles.

Orban – Nanopress.it

Le nazioni occidentali hanno spesso criticato la linea politica di Orban a causa della sua intransigenza e del suo percorso politico legato al tradizionalismo che non lascia spazio per le diversità e l’uguaglianza. proprio per questo no il rapporto tra il primo ministro ungherese ungherese e l’unione europea è controverso e spesso per ottenere qualcosa in cambio Orban a posto il veto su decisioni importanti per poter ottenere i suoi benefici.

Anche la vicinanza, nonostante il percorso europeo, a Putin è qualcosa che ha generato tensioni e malcontento globale ma che Orban ha comunque portato avanti. Nei suoi 13 anni di mandato governativo In Ungheria si è spesso scontrato con i vertici di Bruxelles su temi sociali, economici e molto spesso sulla violazione dei diritti umani.

Quando gli è stato chiesto se l’Ungheria avesse intenzione di liberare altri 2.048 contrabbandieri stranieri detenuti nelle carceri del paese, Kovacs ha dichiarato che l’istituzione della custodia reintegrativa è stata prolungata e che si sta procedendo all’attuazione della decisione.

Secondo Edit ZgutPrzybylska, visiting fellow presso il CEU Democracy Institute di Budapest, è probabile che l’Ungheria rilasci anche questi detenuti per attirare l’attenzione. Tuttavia ha sottolineato che questa mossa non farà che peggiorare la controversia sullo stato di diritto con l’Unione Europea. Anche l’eurodeputato del partito liberale Momentum, CCseh si è mostrato d’accordo con questa valutazione.

Letizia De Rosa

Mi chiamo Letizia De Rosa, ho 35 anni e per molto tempo ho lavorato nell'ambito della mediazione finanziaria e immobiliare. Amo la natura e il suo potere rigenerante. Sono curiosa e ho, da sempre, fame di conoscenza e proprio per questo approfondisco minuziosamente ogni argomento negli ambiti più disparati. Imparare e conoscere è un punto focale della mia vita e ho sfruttato, così, un momento di difficoltà personale per dare finalmente un ruolo concerto alla mia più grande passione ovvero la scrittura, creando un connubio perfetto tra la penna e tematiche che mi appassionano come la geopolitica e i rapporti internazionali e diplomatici. Questo mi ha permesso, con grande orgoglio e dopo aver acquisito anni di esperienza, di occuparmi su Nanopress.it proprio di ciò che amo di più ovvero di news e dinamiche estere, comprese le relazioni tra Stati.

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