Da 3 anni a questa parte, da quando è scoppiata la pandemia da Covid si sono susseguite numerose varianti. Tra le ultime vi è stata Omicron, scoperta in Sudafrica alla fine del 2021, la quale si è resa famosa per essere caratterizzata da una presenza di mutazioni.
Secondo gli esperti, tra le nuove sottovarianti che stanno cercando di approfondire nell’ultimo periodo vi è XBF “Bythos” (Bito), chiamata così per omaggiare la specie immaginaria ittiocentauro, dotata di busto da essere umano, zampe da cavallo e coda da pesce.
La nuova variante Covid
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, di recente, ha introdotto una nuova variante Covid. Inserita nella lista delle sottovarianti, la XBF o Bythos. Prende questo nome in onore della specie immaginaria ittiocentauro, dotata di busto da essere umano, zampe da cavallo e coda da pesce.
Lo scorso 27 luglio è stata individuata per la prima volta dagli epidemiologici. In un primo momento ha visto le sue prime manifestazioni in Australia, esattamente nello stato di Vittoria dove si sono verificati un aumento di ricoveri causa Covid.
Successivamente, la nuova variante si è spostata in maniera esponenziale nel Nuovo Galles del Sud e in altri Stati dell’Australia meridionale. Ad oggi si è registrata anche in Nuova Zelanda, Danimarca, Regno Unito, Stati Uniti, Svezia e Austria.
Le caratteristiche di Bythos
La nuova variante, che prende il nome di Bythos, secondo gli esperti è in circolazione dal 27 luglio 2022. Considerata una sottovariante di Omicron, presenta le sue stesse mutazioni e non solo. Tra queste vi sono S:K147E, S:W152R, S:F157L, S:I210V, S:G257S, S:G339H, S:R346T, S:G446S, S:N460K, S:F486P, S:F490S.
Come si evince dalle sigle sono tutte caratterizzate dalla proteina Spike o S:
“la proteina s È il gancio biologico che il coronavirus SARS-CoV-2 sfrutta per legarsi al recettore ACE-2 delle cellule umane, rompere la parete cellulare, inserire l’RNA virale e innescare il processo di replicazione che determina la malattia”.
Al momento, però, non è del tutto chiaro se tale variante possa essere considerata più invasiva rispetto le altre o meno. Alcuni temono, invece, che possa portare complicanze come quella di una malattia davvero grave.
Secondo il professor Stuart Turville, del Kirby Institute presso l’Università del Nuovo Galles del Sud, Ha definito la variante Bythos più forte di Kraken, nonostante, questa, al momento pare essere presente in molti paesi.