Una tregua tra Azione e Italia Viva, siglata per evitare il divorzio tra i due partiti in vista delle prossime elezioni europee: le condizioni.
Sanate alcune crepe, ma non tutte, tra Italia Viva e Azione. Nella serata di ieri pace è stata fatta, con l’obiettivo delle elezioni europee ma tanta elettricità nell’aria. Per il momento i due partiti si accontentano di aver siglato una pace temporanea, dopo gli screzi dell’ultimo mese e mezzo. Rimangono le problematiche economiche, il passaggio da un gruppo all’altro, e le accuse reciproche. Quanto durerà la tregua?
Nella giornata di ieri, dopo quasi due ore di incontro tra i senatori di Italia Viva e Azione, è stata posta la firma sulla “tregua”. L’assemblea è terminata con l’impegno all’unanimità di una leale collaborazione tra parlamentari, per arrivare la lista unica alle prossime elezioni europee – in vista tra un anno nel 2024 con i due partiti che si uniranno alla lista Renew Europe-. Dopo la pace, anche i gruppi parlamentari rimarranno con gli stessi numeri in vita.
Ma quanto è destinata a durare questa tregua? Le accuse reciproche e i toni potrebbero non placarsi viste le sportellate tra le due forze politiche che si sono susseguite da ambo i lati tra aprile e maggio. Ed è proprio per questo astio che nella giornata di ieri si è preferito non entrare nel merito, ma azzerare le raffiche di colpi bassi, tweet e dichiarazioni, per poter arrivare alla decisione di un temporaneo cessate il fuoco che pare però più un rattoppo a una lacerazione non ricostruibile.
La pace firmata nella notte però, con i patti delle lontane a questo punto elezioni europee, rischia di non poggiare su delle solide fondamenta. Intanto Matteo Renzi e Carlo Calenda intanto si sono dati appuntamento a stasera, quando alle ore 20 a Montecitorio si discuterà nel vertice al Senato dei cosiddetti “scippi”. Ossia il passaggio da Azione a Italia Viva, e viceversa, colpevoli anch’essi delle tensioni e delle scintille tanto quanto le frecciate reciproche a suon di dichiarazioni e interviste tv. Da un lato “i soldi arabi” che da Iv chiedono di mettere a tacere, da Azione invece richiamano i renziani sulle eccessive critiche a Calenda.
Ma i cambi di maglia continueranno, con la decisione di non istituire più le conferenze stampa per far passare la questione in secondo piano, dando la possibilità di annunciare tramite social, Twitter e Instagram. Italia Viva dal canto suo tira per una libera scelta di cambio di sponda, che non si può impedire, nonostante anche Renzi – sottolineano – abbia perso esponenti in Sardegna. Da Azione a Italia Viva è passato ad esempio il segretario cittadino di Parma Matteo Ferroni.
Tutto questo, per i due gruppi, servirà a mantenere la pace per evitare un divorzio che adesso sarebbe insostenibile dal punto di vista politico. Ancora troppo deboli i due partiti probabilmente per camminare con le proprie gambe, rimane l’ultimo “tarlo”, quello dei soldi – come scrive La Repubblica in queste ore. Secondo il quotidiano infatti, è questa una delle questioni fondamentali per la quale non si è riuscito a creare un partito unico, con Renzi con ha rinunciato al convegno politico della Leopolda, che verrà finanziata abbondantemente. Rimane da capire come verrà finanziata la campagna elettorale alle Europee, e se la pace durerà tutto l’anno.
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