Il ministro Fitto ha parlato nel corso del question time alla Camera, chiarendo i dubbi sul Pnrr.
Avevano scatenato polemiche le sue recenti dichiarazioni, in cui ha detto che la maggior parte di questi fondi europei non potevano essere usati e serviva una revisione strutturale degli obiettivi.
Il ministro per gli affari europei Raffaele Fitto è tornato a parlare dei fondi del Pnrr, chiarendo al question time alla Camera, la questione dei ritardi.
Proprio lui aveva scatenato la polemica recentemente perché ha affermato che la maggior parte di questi fondi stanziati dall’Unione Europea per rilanciare economicamente l’Italia in seguito alla pandemia, non potevano essere utilizzati. Le opposizioni hanno chiesto chiarimenti e delucidazioni su come il governo intendesse agire, specialmente per aiutare la popolazione alluvionata dell’Emilia Romagna che più che mai necessiterebbe di questi aiuti economici.
In merito alla tempistica per l’attuazione delle misure per contrastare il dissesto idrogeologico e tutelare il territorio italiano, il recente decreto sul Pnrr approvato dal Parlamento ha rimodulato i tempi stabiliti dal dpcm dell’agosto dell’anno scorso, ovvero ai tempi del governo Draghi, introducendo semplificazioni procedurali e amministrative.
Quanto al ritardo della terza rata ha detto che tutti gli atti e i provvedimenti legati agli obiettivi da raggiungere entro il 31 dicembre del 2022, sono stati adottati da chi di dovere. In risposta poi a chi chiedeva se questi fondi potevano andare in aiuto delle zone alluvionate, il ministro ha chiarito che non sono collegati al rischio di alluvione e alla riduzione del rischio idrogeologico ma al raggiungimento dei target previsti nel Pnrr del 31 dicembre scorso.
“nel corso di questi mesi il governo ha verificato la possibilità di realizzare tutti gli investimenti previsti dal piano, poi il tutto verrà presentato in parlamento la prossima settimana. vogliamo garantire un uso efficace dei fondi e relazionare come vengono usati”.
Si vocifera che i ritardi siano dovuti al troppo debito e all’eccessivo deficit. In particolare, Bruxelles crede che il cuneo fiscale sia rimasto invariato nonostante i provvedimenti che il governo Meloni ha sbandierato. L’Italia dovrebbe contenere la spesa primaria e ridurre il saldo almeno dello 0,7% entro il prossimo anno.
Insomma nonostante l’incalzare delle opposizioni, in primis il partito di Elly Schlein, per aiutare l’Emilia Romagna, sembra che questi fondi non siano destinati a ciò e a parlarne di recente è stato anche il ministro Pichetto Fratin.
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha parlato ai microfoni di Adnkronos, riguardo l’emergenza maltempo in Emilia Romagna ma anche del Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, di energia e del Deposito dei rifiuti radioattivi.
Se vogliamo fare un focus sul tema del Pnrr, il ministro ha detto che ci vuole cautela, anche perché bisogna essere concreti e realistici.
“il pnrr si conclude nel 2026 e quando parliamo delle opere necessarie in emilia romagna, ci sono progetti che sono molto più lunghi perché devono essere valutati dai vari organi competenti e richiedono procedure di appalto complesse. senza contare che a volte non si sa cosa si trova sotto, quindi eventuali altri rallentamenti. non possiamo correre il rischio di fermare queste opere perché finiscono i fondi, sarebbe uno spreco e un gesto irresponsabile”.
Poi ha chiarito che se ci sono delle opere immediate su cui si ha la certezza che vengano finite in poco tempo, allora se compatibili con gli obiettivi, potrebbero essere inserite nel Piano.
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