Come il calcio, anche la pallanuoto è uno sport nato nel Regno Unito, più precisamente in Inghilterra e Scozia. William Wilson abbozzò il primo regolamento nel 1887, nel 1900 era già disciplina olimpica. Oggi, però, resta un’attività molto diffusa in Australia, Europa e Stati Uniti, ma viene praticata solo in pochi Paesi nel mondo. L’Italia è una delle grandi potenze, sia in campo maschile sia in campo femminile.
Chi scende in acqua
Sono due le squadre che si affrontano in piscina nella pallanuoto, ognuna composta da sette giocatori, che possono essere sostituiti nell’arco della partita un numero illimitato di volte. L’eccezione sono i cosiddetti ‘falli gravi’: commessi tre, vengono espulsi definitivamente dall’acqua, con relativo obbligo di sostituzione.
Lo scopo del gioco
I giocatori in campo nuotano e devono scagliare con le mani il pallone il maggior numero di volte possibile nella porta avversaria. Ogni giocatore può toccare la palla obbligatoriamente con una mano sola, eccezion fatta per il portiere. Ogni volta che il pallone entra in rete, si segna un gol. Al termine dei quattro tempi di gioco, la squadra che avrà segnato il maggior numero di reti vincerà.
Il campo da gioco
Nella pallanuoto maschile, la distanza tra le due linee di porta deve essere tra i 20 e i 30 metri, il campo deve essere largo almeno 10 metri e non superare il limite dei 20 metri. Per le donne, il campo deve essere lungo 25 metri e largo 17 metri. Per entrambi i sessi, l’acqua deve avere una profondità minima di 180 centimetri in tutti i punti della piscina. Lungo il campo devono essere presenti segnali che indichino le linee di porta e di metà campo (di colore verde), la linea dei 2 metri (rossa), la linea dei 5 metri (gialla).
Le porte, per essere omologabili, devono comprendere una lunghezza di 3 metri tra un montante e l’altro, la traversa deve essere posta a 90 centimetri dal pelo dell’acqua e la rete deve essere attaccata sia ai montanti che alla barra trasversale, in modo da chiuderne completamente lo specchio.
L’abbigliamento
I giocatori indossano sul capo una cuffia da pallanuoto, chiamata calotta o calottina. Ha un duplice scopo: proteggere gli atleti e permettere agli arbitri di riconoscere la loro squadra di appartenenza. E’ dotata di due protezioni rigide per le orecchie. I pallanuotisti indossano un costume a slip, le donne uno intero. Gli atleti indossano sopra al primo un ulteriore costume, chiamato copricostume; a causa dei frequenti contatti con gli avversari, infatti, spesso il marcatore si aggrappa al costume, con il rischio di strapparlo. Alcuni pallanuotisti usano il paradenti. Altri non lo usano perché temono possa interferire con la respirazione.
Direttori di gara
Nelle competizioni organizzate dalla Fin, la Federazione italiana nuoto, ci devono essere arbitri e giudici di porta. Possono essere presenti due arbitri e due giudici di porta, due arbitri senza giudici di porta, un arbitro e due giudici di porta. Ci devono essere anche cronometristi e segretari.
Quanto dura una partita di pallanuoto
Ogni partita ha durata di quattro periodi, ognuno di 8 minuti effettivi. Il tempo viene fermato a ogni fallo, gol e timeout. Il cronometro riparte nel momento in cui la palla lascia la mano del giocatore che effettua la rimessa in gioco. Tra il primo e il secondo periodo e tra il terzo e il quarto è prevista una sosta di due minuti; di cinque minuti tra il secondo e il terzo periodo.
Ci sono partite in cui il pareggio non può esserci. Alla fine dei tempi regolamentari, dopo una pausa di cinque minuti, in questo caso si disputano due tempi supplementari (ognuno di tre minuti), con intervallo di due minuti tra primo e secondo. In caso di ulteriore parità, si tirano i rigori.
I falli e le sanzioni
Nella pallanuoto ci sono i falli semplici e quelli gravi. I primi non comportano sanzioni disciplinari, solo una punizione a favore dell’avversario. Sono falli semplici quelli che ostacolano o impediscono la libera circolazione di un avversario che non ha il possesso del pallone. Sono falli semplici anche mettere il pallone completamente sott’acqua, toccarlo con entrambe le mani contemporaneamente, respingere palla con il pugno chiuso, partire prima del fischio dell’arbitro, spruzzare in faccia all’avversario, nuotargli sopra, proteggere la palla in modo scorretto o mantenerla più di 30 secondi senza tirare mai verso la porta avversaria. E’ fallo semplice anche quando il portiere supera la metà campo.
I falli gravi portano all’espulsione di chi li ha commessi. Il giocatore così sanzionato deve dirigersi in una zona chiamata pozzetto e non può partecipare al gioco per venti secondi. Alla terza espulsione, non potrà più rientrare in acqua e andrà sostituito. E’ fallo grave sferrare intenzionalmente calci e gomitate all’avversario, strattonarlo, trattenerlo o affondarlo. E’ fallo grave anche il fallo semplice commesso per evitare un gol.
Sferrare calci, pugni, testate, gomitate all’avversario è un fallo grave che viene punito immediatamente con l’espulsione definitiva.
Viene assegnato il tiro di rigore dai cinque metri quando un difensore compie un fallo grave all’interno della linea dei cinque metri, interferendo con una chiara occasione da rete.