Uno studio condotto dal Consiglio Nazionale dei Giovani ed Eures ha stimato quando andranno in pensione gli under 35enni di oggi.
La ricerca ha messo in evidenza la crescente difficolta dei giovani ad entrare nel mercato occupazionale e a trovare stabilità contrattuale ed un adeguato trattamento economico. La precarizzazione che contraddistingue l’attuale mercato del lavoro ed il minore montante contributivo versato farà slittare il pensionamento. Per non parlare poi del fatto che gli assegni previdenziali percepiti dai giovani under 35 di oggi saranno di poco superiori ai contributi sociali. Si tratta di uno scenario non roseo che deve fare riflettere le forze politiche ad intervenire con riforme concrete.
Per incassare un assegno previdenziale dignitoso i giovani under 35 potrebbero rimanere al lavoro fino al compimento del 74esimo compleanno. È quanto messo in evidenza dallo studio “Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani” realizzato dal Consiglio Nazionale dei Giovani (Cnog) in partnership con Eures. La ricerca ha messo in evidenza che per incassare un trattamento pensionistico dignitoso, i lavoratori under 35, sia autonomi sia dipendenti, dovranno lavorare fino a 74 anni.
L’assegno percepito sarà di importo inferiore ai 1100 euro mensili. Attualmente l’uscita dal mercato occupazionale prevede il rispetto del requisito anagrafico di 66,7 anni. L’assegno pensionistico mensile erogato dall’Inps, secondo le stime, sarà di 1040 euro al lordo, ovvero 900 euro al netto. Nel caso in cui l’uscita dal mercato del lavoro fosse posticipata a quasi 74 anni, il trattamento pensionistico spettante sarebbe di importo pari quasi 1600 euro al lordo, ovvero poco meno di 1100 euro al netto.
Lo studio ha eseguito una proiezione anche per i lavoratori autonomi con Partita IVA: è necessario lavorare fino a quasi 74 anni per vedersi erogato un assegno previdenziale di importo pari a 1650 euro al lordo, ovvero poco più di 1100 euro al netto.
Le proiezioni della ricerca condotta mettono in evidenza come le difficoltà a trovare un lavoro stabile e la precarietà del mercato lavorativo siano le cause della dilatazione dei tempi di pensionamento. Più tardi si inizia a lavorare più tardi si andrà in pensione. Un altro rilevante problema è quello relativo alle retribuzioni di importo basso.
Analizzando in dettaglio il profilo dei lavoratori under 35, una buona platea di questi è in possesso di una laurea. Una possibile ipotesi per uscire 5 anni in anticipo è quella di riscattare il titolo di studio. Ogni anno accademico riscattato comporta un esborso di oltre 5770 euro all’anno. Le forze sindacali chiedono che l’onero sostenuto scenda a circa 650 euro all’anno. Altra ipotesi allo studio è lo sgravio al 100% di un anno dal versamento contributivo per incoraggiare gli under 35.
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