Oggi ci ha lasciati Maurizio Costanzo all’età di 84 anni, sposato con Maria De Filippi dal 1995, era un noto conduttore e un grande giornalista. Nel corso della sua lunga carriera per molto tempo si è dedicato alla lotta contro la mafia, tanto da essere stato coinvolto in un attentato nel 1993.
All’epoca dei fatti, il 14 maggio del 1993 si trovava in auto con quella che due anni dopo sarebbe diventata sua moglie, Maria De Filippi, e il suo autista, Stefano Degni; tutti sono rimasti miracolosamente illesi.
Una carriera vissuta in pieno, gratificante e ricca di grandi successi quella di Maurizio Costanzo che poche ore fa ci ha lasciati all’età di 84 anni. Tantissimi i messaggi di cordoglio di amici e colleghi, i quali hanno voluto ricordare le tappe più importante della sua vita professionale.
Il suo nome inevitabilmente è legato al suo programma di punta, il “Maurizio Costanzo show” che di recente ha festeggiato i suoi 40 anni di attività. Dal 1982 ad oggi sulla rete Mediaset ha allietato milioni di italiani in diretta dal teatro Parioli.
Un format ideato direttamente dallo stesso Costanzo, un salottino con i personaggi dello spettacolo del momento. Lo stesso palcoscenico dove Maurizio ha dato molta rilevanza alle campagne contro la mafia.
Una lotta che lo ha visto impegnato in prima persona, in quegli anni dove la Sicilia era martoriata dalle stragi di Cosa Nostra e che ha visto l’uccisione del suo amico, il giudice Giovanni Falcone, ospite della sua trasmissione.
Il popolare giornalista è stato tanto coinvolto in questa lotta contro la mafia che i boss di quel periodo lo avevano preso di mira, tanto da organizzare un attentato per lui nel maggio del 1993.
A distanza di anni, in diverse occasioni e interviste Maurizio Costanzo insieme alla moglie hanno più volte raccontato dell’attentato che li ha visti coinvolti il 14 maggio 1993.
Un evento che li ha segnati entrambi tanto che il giornalista, quel giorno, promise alla moglie di non occuparsi più di mafia; la De Filippi, invece, giurò al padre che non sarebbe più salita in auto con il marito.
Quel giorno salirono a bordo di una Mercedes blindata di colore blu, con loro anche l’autista Stefano Degni. Costanzo aveva terminato la registrazione del suo omonimo show, al teatro Parioli. Dietro di loro c’era un’altra vettura, una Lancia Thema, a bordo della quale viaggiavano le guardie del corpo Fabio De Palo e Aldo Re.
All’altezza di via Fauno, non molto distante dal Parioli, una Fiat Uno imbottita di 90 kg di tritolo è esplosa. Tutti miracolosamente ne sono usciti vivi e sono rimasti illesi senza registrare vittime. Solo tanto spavento come hanno raccontato in seguito.
Successivamente all’attentato è stata aperta un’inchiesta accertando che gli autori del gesto erano dei mafiosi del quartiere Brancaccio di Palermo i quali volevano uccidere il giornalista per le sue forti prese di posizione contro Cosa Nostra.
Nel 2019, la Procura di Firenze ha contestato all’ex premier, Silvio Berlusconi l’ipotesi di reato di mandante dell’attentato contro Maurizio Costanzo oltre che di altri attentati in accordo con Cosa Nostra.
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