Il tema della maternità surrogata sta tenendo banco di discussione in Parlamento e non solo. A dare un quadro quanto più esaustivo possibile della questione è stato il quotidiano Adnkronos.
Un giro di soldi che sembra non avere fine, quello che ruota attorno ad una maternità surrogata e al bambino che viene “acquistato”. Cerchiamo di capire insieme.
Una situazione che sembra, per molti, inaccettabile, ma che purtroppo è realtà. Un racconto particolare sulla maternità surrogata, tema di discussione in parlamento e non solo, è quello che viene dato dal quotidiano Adnkronos che ha intervistato la responsabile del reparto “Biotexcom” di una clinica di Kiev, in Ucraina.
La maternità surrogata è un giro d’affari che non ha fine e che, come qualsiasi affare, fa girare soldi, tanti soldi. Da 40 a 65mila euro: questo è il prezzo per un bambino e dove in un Paese, quale l’Ucraina, la maternità surrogata è regolamentata dalla legge, ed è praticata da cliniche all’avanguardia anche in periodo di guerra.
Un reportage che ci porta ad osservare come lì in Ucraina, ci siano circa 30 coppie italiane che, nonostante la guerra e le bombe, si siano lì recate con la speranza di avere un bambino. Ma ci sono anche italiane che sono loro stesse candidate ad essere madri surrogate.
Irina Isaienko, responsabile del reparto maternità surrogata Biotexcom per le coppie italiane, spiega così all’Adnkronos: “Da noi si rivolgono ogni mese trenta coppie italiane. Non tutte le domande vanno poi a buon fine, anche per ragioni economiche, ma ogni anno riusciamo a rendere genitori fino a cento di loro e oltre” – racconta.
La responsabile, inoltre, spiega anche che non è così facile scegliere la maternità surrogata in Ucraina perché regolata, sì dalla legge, ma con determinazioni ben precise, a partire dalla richiesta di motivazioni della coppia del perché sceglie questo tipo di gestazione: “La coppia deve essere eterosessuale e sposata ufficialmente. Non solo, è necessario che sia attestato un motivo valido per il quale non sia possibile portare a termine una gravidanza, dall’assenza dell’utero, a numerosi tentativi falliti di fecondazione assistita, fino a chemioterapia e problemi seri di salute che non assicurano una serena gestazione”.
Colei che si presenta a diventare una mamma surrogata, sa benissimo che il bambino che porterà in grembo non avrà niente di geneticamente suo. In Ucraina, la legge prevede che l’embrione sia formato dal 100% di materiale genetico di entrambi i suoi genitori, o anche solo per il 50% di almeno uno dei due: “Nel caso sia il liquido seminale del marito, l’ovocita sarà una donatrice, una terza donna anonima. La madre surrogata non dà alcun patrimonio genetico al bambino” – precisa la Isaienko.
Chiunque può diventare una mamma surrogata? No, anche qui ci sono delle caratteristiche precise come, ad esempio, avere almeno 22 anni e che abbia avuto almeno, di suo, un figlio sano. Chi non ha mai partorito non può candidarsi a diventare mamma surrogata. “Ci arrivano richieste anche da donne italiane per prestare il loro grembo” – spiega la responsabile.
Erroneamente si crede che si tratti, spesso, di donne analfabete o bisognose, ma in realtà non è cosi: “[…] Sono donne che spesso lavorano, che magari sono già in maternità per i loro bambini e approfittano per portare avanti una gravidanza per conto di altri, così da poter guadagnare qualcosa”.
Il prezzo? Varia a seconda di certe determinate caratteristiche: si parte da 39mila euro, ma si possono raggiungere, anche, i 65mila euro. Il costo varia in base al tipo della diagnosi preimpianto sull’embrione, sino ai tempi di attesa per avviare il percorso. Cosa possibile, pagabili anche a rate.
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