Quanto gas è presente nel sottosuolo italiano? E soprattutto, perché non lo estraiamo? Svelato il vero motivo. La ragione ti farà rimanere senza parole.
Sai quanto gas è immagazzinato nel sottosuolo italiano? Finalmente abbiamo la risposta. Svelata anche una curiosità che tanto ha fatto discutere negli anni e che ancora tutt’oggi è argomento di dibattito: perché non lo estraiamo terminando la dipendenza dagli Stati esteri?
Quanto gas abbiamo nel sottosuolo italiano?
In un periodo di crisi economica come quello nel quale ci ritroviamo catapultati, tra i problemi principali si segnala il caro carburante. Il prezzo del gasolio è arrivato alla stelle. Quello del gas, non ne parliamo nemmeno.
Eppure, questo ultimo combustibile che fino a poco tempo fa si vendeva a cifre accessibili, oggi è un lusso per pochi. Tale situazione sorprende visto che l’Italia è costretta ad acquistarlo all’estero, dalla Russia per esempio.
Perché si verifica una situazione del genere? Eppure nel sottosuolo italiano il gas è presente. Nel nostro stivale ci sono giacimenti numerosi, allora perché non lo estraiamo cessando una volta per tutte la dipendenza dagli Stati esteri?
In questo contributo faremo chiarezza proprio su questi due punti, cercando finalmente di capire perché l’Italia non sfrutta le risorse che ha a disposizione per soddisfare il fabbisogno nazionale di carburante.
Perché in Italia non si effettua l’estrazione
Dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina ci siamo ritrovati a dover fare i conti con il caro carburante che ha portato a lievitare il prezzo non soltanto della benzina ma pure del gas .
Soltanto di recente, molti italiani hanno appreso una notizia sconcertante: ovvero che l’Italia acquista il gas da altri Stati, nonostante il nostro territorio abbia giacimenti da cui sarebbe possibile estrarre.
Oggi, in questo contributo, vogliamo rispondere a due domande che chiariranno sicuramente il quadro di questa situazione delicata. La prima è: quanto gas c’è nel sottosuolo italiano? La seconda invece: perché non lo estraiamo? Ti forniamo qualche dato che sicuramente ti tornerà utile.
Devi sapere che le cosiddette riserve di gas “commercialmente prodotte” sono all’incirca 39,8 miliardi. Di questa cifra, 22 miliardi si trovano sulla terraferma e la parte rimanente invece in mare.
Ci sono però anche altre riserve, ovvero all’incirca 44 miliardi di metri cubi, che vengono considerati come “probabilmente commerciabili” fino al 50%, mentre ben 26,7 miliardi di metri cubi sono quelli “difficilmente estraibili”.
Ovviamente, con questi dati alla mano ci ritroviamo a fare due calcoli: possiamo dire che in Italia si possono recuperare almeno 70 miliardi di metri cubi di gas. Questi numeri ti sembreranno esorbitanti.
Se ti dicessimo che però non è così? Pensa che nell’isola di Cipro, la compagnia Eni ha scoperto un giacimento che contiene oltre 70 miliardi di metri cubi, quelli che in Italia sono invece presenti sull’intero territorio nazionale.
Questa è la ragione per cui la nostra nazione è costretta a rivolgersi all’estero per portare il gas in Italia. Alcuni studiosi, tra questi anche ingegneri di varie compagnie petrolifere e perforazioni energetiche, ritengono che questi dati potrebbero essere però poco attendibili.
L’ultima esplorazione del sottosuolo italiano è avvenuta nel 2008 e con strumenti anche piuttosto vecchi. E’ impossibile dunque sapere quanto gas ci sia effettivamente nel sottosuolo nostrano.
Per avere dati più precisi bisognerebbe esplorare ogni struttura geologica italiana. Ad oggi possiamo dire quindi che i dati che abbiamo sono attendibili ma non sicuri. Ci sono anche alcune zone ricche di giacimenti che non sono state esplorate, pensiamo per esempio a quelle dell’Adriatico, che potrebbero aumentare il volume di gas presente nel sottosuolo italiano.
Perché non sfruttare le riserve che abbiamo a disposizione? Le ragioni sono essenzialmente due. La prima: perché le società estrattrici potrebbero aumentare il prezzo del gas più di quanto non facciano gli Stati esteri. La seconda: i giacimenti già sfruttati sono ormai “deboli” e quelli che potrebbero invece aiutarci, sono bloccati da autorizzazioni nazionali e vincoli ambientali.
Eppure, nel 1994, in Italia è stato possibile estrarre ben 20 miliardi di metri cubi all’anno di gas che hanno coperto il 40% del fabbisogno nazionale. Nel 2021 si è passati invece a una cifra irrisoria: solo 3 miliardi e mezzo.