Quanto guadagnano i candidati premier e leader dei principali partiti italiani? Abbiamo fatto due conti nelle loro tasche, partendo dai dati pubblicati sul sito del parlamento relativi all’anagrafe patrimoniale di parlamentari, ministri degli ultimi due governi e tesorieri di partito. E per fare qualche confronto, ci sarebbe da aggiungere che secondo gli ultimi dati disponibili, il reddito medio degli italiani era di 20.690 euro annui.
Il leader politico e candidato premier del M5S ha dichiarato nel 2016 un imponibile di 98.471 euro, come i suoi compagni di partito Alessandro Di Battista e Roberto Fico. In realtà i componenti del parlamento guadagnano di più: fino a 14.634,89 euro mensili i senatori, e 13.971,35 i deputati. Da queste cifre dobbiamo poi togliere quanto Di Maio ha restituito: secondo le sue dichiarazioni sono 204.582,62 euro in 3 anni e mezzo.
Il segretario del partito democratico Matteo Renzi ha dichiarato un imponibile di 107.960 euro nel 2015, e di 103.283 euro nel 2016. Non sono disponibili dati più recenti, ma nell’ultima dichiarazione, i redditi dichiarati da Renzi dovrebbero essere decisamente più bassi, visto che l’uomo politico non era più primo ministro.
Non sono disponibili dichiarazioni dei redditi – e quindi dati ufficiali – su Matteo Salvini, per cui si possono fare solo delle supposizioni. Nel bilancio della Lega non c’è una voce specifica per lo stipendio del segretario, e viste le difficoltà finanziarie del partito – e i licenziamenti, è lecito supporre che questo incarico non sia retribuito. Come consigliere comunale di Milano dovrebbe ricevere un gettone di presenza di 120 euro lordi a seduta d’aula o di commissione. Visto che che è nel gruppo degli assenteisti, il compenso non può essere rilevante.
L’unica entrata significativa è quella da parlamentare: il reddito di un membro è di circa 6.000 euro a cui bisogna aggiungere gettoni di presenza, rimborsi spesa e spese di viaggio… Alla fine nelle casse di ogni europarlamentare entrano tra i 16 ed i 19.000 euro al mese.
Lo scrivo subito a scanso di equivoci. Silvio Berlusconi non sarà il prossimo premier perché la condanna per frode fiscale del 2013 lo rende incandidabile fino al 2019. Ma con ogni probabilità sarà fondamentale nella scelta del prossimo primo ministro. La sua ultima dichiarazione dei redditi pubblica risale al 2013 – relativi quindi ai guadagni dell’anno precedente. Aveva dichiarato un imponibile pari a 4,5 milioni di euro. Nel 2011, il reddito dichiarato era stato di 35,4 milioni di euro, e nel 2010 aveva superato i 48. Secondo Forbes, il patrimonio netto della Famiglia Berlusconi è pari a 7,9 miliardi di dollari.
L’ex magistrato Pietro Grasso – e ora leader di Liberi e Uguali – è il più ricco tra i candidati premier in lizza il 4 marzo. Nel 2014 ha dichiarato redditi per 340.000 euro, che sono diventati 340.790 euro nel 2015, e 320.530 euro nel 2016. Il triplo di quanto aveva dichiarato la sua collega di partito, e presidentessa della camera uscente Laura Boldrini: 140.000 euro.
Lo ha annunciato Berlusconi ieri sera alla tv, e quindi aggiungiamo all’elenco dei candidati il nome di Antonio Tajani. Il presidente del parlamento Ue dall’inizio dell’anno passato, ha uno stipendio di 24.000 euro netti al mese, ed è eurodeputato dal 1994. Nel suo curriculum ci sono anche le nomine prima a Commissario europeo ai trasporti e poi a Commissario europeo all’industria. Nel 2014 ha rinunciato poi a 468.000 euro di indennità per il suo lavoro da Commissario – le avrebbe pagate lo stato italiano.
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