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Quanto hanno incassato le italiane dalla fase a gironi della Champions League

I giochi sono fatti, per i vincitori e per gli sconfitti. Nella serata di ieri, il Milan ha staccato il pass per gli ottavi di finale di Champions League che Inter e Napoli avevano già conquistato nelle giornate precedenti. La Juventus, invece, è stata condannata all’Europa League. Vediamo quanto hanno incassato le big italiane dal loro percorso europeo nella fase a gironi e soprattutto quali sono le prospettive di guadagno per tutte e quattro d’ora in poi.

Andrea Agnelli e la dirigenza della Juventus – Nanopress.it

La musichetta della Champions ha aperto le danze, il campo ha espresso i suoi verdetti incontestabili. C’è chi è rimasto deluso, chi ha trionfato, chi ancora ha festeggiato all’ultimo secondo. Comunque sia andata, i giochi ormai sono fatti e hanno messo in evidenza valori molto diversi tra le stesse italiane nella massima competizione europea. Cifre tecniche che si traducono direttamente in un differente guadagno, per come sono distribuiti attualmente i guadagni dalla Uefa. La Juventus è la squadra che ha incassato meno, ma che soprattutto ha prospettive molto diverse dalle altre tre big della Serie A.

I guadagni della fase a gironi della Champions League: record per il Bayern, Juventus ultima tra le italiane

La magia della Champions League ti entra quasi nelle ossa, sicuramente nel cervello. Come fosse un’ossessione, come fosse una droga, e soprattutto con un’atmosfera tutta sua, da quando le squadre calcano per la prima volta il terreno di gioco a quando tutti rientrano negli spogliatoi. Anche quest’edizione non è stata diversa e per tanti motivi.

Basta pensare al Napoli. I partenopei sono indiscutibilmente la grande sorpresa e la grande bellezza della fase a gironi. Hanno letteralmente spaccato il loro gruppo, in cui comunque figuravano Liverpool, Ajax e Rangers, non le ultime arrivate, qualificandosi al primo posto con 15 punti e grazie a una migliore differenza reti rispetto ai Reds. Un percorso da record, perché si tratta dell’italiana che ha fatto, in tutta la storia, più gol in questa fase della competizione, ma anche per il gioco espresso, per la facilità nel creare occasioni e per una difesa che ha dimostrato di reggere anche determinati palcoscenici.

Insomma, un sogno che man mano si è trasformato in idillio puro e poi in estasi per i tifosi che ora ci credono davvero ad arrivare più avanti possibile in Europa. E, pensate un po’, il Napoli è in assoluto la squadra italiana che ha guadagnato di più finora nella competizione: da testa di serie e con il primo posto nel girone, i partenopei hanno incassato già 62,5 milioni. Denaro che fa benissimo al bilancio, a cui gli azzurri sono sempre molto attenti e che servirà soprattutto ad alimentare il progetto dei campani, sperando che sia solo l’inizio.

Luciano Spalletti – Nanopress.it

Inter e Milan possiamo metterle insieme, non solo per la città d’appartenenza. La condizione delle milanesi, infatti, è piuttosto simile, anche se con gironi molto diversi. Gli uomini di Simone Inzaghi, ormai lo sapete, hanno beccato dall’urna Bayern Monaco e Barcellona, per poi finire con il Viktoria Plzen. Ne è uscito quello che è stato univocamente definito “girone della morte”, tanto che già ad agosto praticamente tutti davano l’Inter per spacciata.

E, invece, nel momento più difficile, i nerazzurri hanno sfoggiato una prestazione da grandi occasioni contro i catalani, vincendo per 1-0. Poi si sono confermati anche al Camp Nou con un 3-3 spettacolare e che ha anche lasciato un po’ d’amaro in bocca alla Beneamata. Contro il Viktoria Plzen si trattava solo di concretizzare il percorso iniziato in precedenza ed è arrivata una vittoria pesantissima per 4-0 che ha permesso alla Beneamata di qualificarsi al secondo posto nel girone dietro un Bayern Monaco che, nel girone più difficile del torneo, è riuscito a vincere tutte le partite.

Beh, ora andiamo al sodo: le sei partite della fase a gironi quanto hanno fruttato all’Inter in termini economici? Ben 57,6 milioni, meno del Napoli, ma comunque un bottino consistente per guardare con ottimismo al futuro. E non è scontato, viste le continue voci di cessione societaria, ingresso di un socio di minoranza e le difficoltà che la famiglia Zhang ha incontrato dal Covid in poi.

Per il Milan, ve lo anticipavamo, il discorso non è poi tanto diverso, almeno a livello economico. Dal punto di vista sportivo, infatti, il gruppo che hanno dovuto affrontare i rossoneri era un po’ più semplice e vedeva come avversarie dirette del Diavolo il Chelsea sì, ma poi il Salisburgo e la Dinamo Zagabria. Le cose in realtà si erano un po’ complicate per i campioni d’Italia dopo la doppia sconfitta contro i Blues, ma le due pesantissime vittorie alla quinta e alla sesta giornata hanno chiuso i giochi in favore dei rossoneri. Per il Milan, per vittorie conquistate, secondo posto e una serie di similitudini, il bottino è identico a quello dell’Inter e si attesta a 57,6 milioni.

Ora arriviamo alle note dolenti, almeno per la nostra Italia. Infatti, dalla Juventus ci si aspettava ben di più nel suo percorso europeo. Ne è uscito un percorso grigio, anzi proprio nero e molto poco bianco. I torinesi hanno chiuso la loro Champions League dopo la sola fase a gironi, con 5 sconfitte incassate e solo una vittoria, in casa contro il Maccabi Haifa. Il disastro che ha definitivamente complicato le cose è arrivato proprio contro gli israeliani, ma lontano dall’Allianz Stadium. Dopo quella sconfitta, pensare a una Juventus agli ottavi di finale era quasi impossibile, poi il Benfica ha chiuso i giochi al primo match point e nell’ultima giornata si è anche qualificata come prima, vincendo per 6-1 proprio contro il Maccabi. E meritandosi un posto tra le migliori sedici del torneo per il gioco espresso e la compattezza mostrata.

Cosa resta, dunque, alla Juventus da questa Champions League? La buona partita giocata contro il PSG in casa, terminata comunque con una sconfitta, e un tesoretto economico consistente. I bianconeri hanno portato a casa 53,6 milioni, meno delle altre tre italiane, ma comunque un bottino importante. Ora c’è la speranza dell’Europa League per incrementarlo, ma alla base c’è anche un discorso sportivo. Arrivare quarti sarebbe stata una tegola insopportabile per le ambizioni bianconere e avrebbe costretto la società a giravolte economiche per far tornare i conti. Se la si vede in quest’ottica, è andata male, ma poteva andare anche peggio.

E prima di scoprire le prospettive per le quattro italiane da febbraio in poi, facciamo un salto indietro e torniamo al girone dell’Inter. Stavolta i nerazzurri li lasciamo in secondo piano per soffermarci sul Bayern Monaco. Ve lo dicevamo, i bavaresi hanno lasciato a bocca aperta l’Europa e il mondo, concludendo a 18 punti la loro fase a gironi con alcune delle avversarie più difficili e portando a casa un bottino niente male per le casse della società.

I successi dei tedeschi e la diversa suddivisione del market pool legato ai diritti tv di ogni nazione (40 per l’Italia, 60 per la Germania) ha permesso a Julian Nagelsmann, calciatori e società di mettere da parte un tesoretto da 90 milioni. E, per quanto mostrato nelle sei partite vinte, è solo destinato ad aumentare.

Dalla Champions all’Europa League: guadagni completamente diversi

In tre sono rimaste nella massima competizione europea, la Juventus si dovrà accontentare della retrocessione. E non cambia tutto solo in termini sportivo, che già sarebbe abbastanza, ma anche per quanto riguarda i diversi parametri economici.

Infatti, se il Napoli dovesse riuscire a realizzare il sogno più grande e lontano, quello di vincere la Champions, arriverebbe a incassare 107 milioni di euro, e a questi dovremmo aggiungere anche i 3,5 milioni per la partecipazione alla Supercoppa europea. Sono anche esclusi i guadagni relativi l’incasso dalla vendita dei biglietti e, quindi, la fetta sarebbe ancora più larga per gli azzurri.

Per Inter e Milan le cose non cambierebbero più di tanto rispetto ai partenopei. Infatti, se le milanesi riuscissero a salire sul gradino più alto, potrebbero toccare i 100 milioni totali. Non proprio bruscolini, soprattutto considerando che si dovrebbero aggiungere anche gli incassi dai botteghini che già in Serie A e nella fase a gironi stanno premiando ai massimi livelli i due club lombardi.

Se si considera la Juventus, invece, il discorso cambia drasticamente. Infatti, se i bianconeri dovessero riuscire a vincere l’Europa League, che è già un’ipotesi molto più concreta, la Vecchia Signora aggiungerebbe nelle sue casse una cifra tra i 15 e i 20 milioni. Un po’ pochino rispetto a quanto Andrea Agnelli è riuscito ad accumulare nell’ultimo decennio, ma è solo la conseguenza delle difficoltà sportive. E comunque i bianconeri ripartiranno dai sedicesimi di finale, quindi si tratterà di un percorso lungo e difficoltoso.

Ricordiamo che questa è stata la Champions League più ricca di sempre, almeno nella fase a gironi, quindi la Juventus ha “scelto” proprio l’anno sbagliato per fallire. In ogni caso, è comunque importante considerare che la fetta è differente tra le italiane e le altre big europee. A Bundesliga, Premier League e Liga sono distribuiti incassi un po’ più alti in virtù di ciò che è successo negli anni precedenti.

Anche in questo caso, il Bayern Monaco è un caso da prendere a riferimento. Infatti, se i bavaresi dovessero coltivare l’obiettivo di vittoria finale e concretizzarlo, riuscirebbero a guadagnare anche oltre 130 milioni. Se pensate che alla Conference League sono stati destinati in totale 240 milioni, capite che si parla di cifre altissime. Un dislivello dovuto al fatto che il triennio 2021-24 è il più ricco di sempre, poi inizierà una nuova stagione che alcuni famosi club (Barcellona, Real Madrid e Juventus) continuano a individuare nella Superlega. Per l’UEFA, invece, si tratta di un mega girone più largo con 36 finaliste di partenza, un gruppo unico, otto partite a testa e una classifica globale. Insomma, una competizione completamente diversa rispetto a quella a cui siamo abituati. Inter, Milan e soprattutto Napoli sono avvertite: è l’anno giusto per provarci.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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