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Quanto sta guadagnando Harry grazie a Spare?

Spare è uscito finalmente e tutti hanno potuto quindi leggere gli aneddoti raccontati da Harry sulla sua famiglia. Alcune storie da lui raccontate hanno acceso i riflettori su quello che potremmo definire il “lato oscuro della monarchia”, fatta di regole (anche non scritte), protocolli troppo rigidi da seguire, dissidi interni mai rivelati pubblicamente al solo scopo di mantenere un’immagine pulita a discapito però di un’unione familiare vera, pura, effettiva. I Windsor sono Reali sì, ma i loro legami interni non sono affatto reali. E adesso lo sappiamo tutti.

Harry – Nanopress.it

C’è chi lo ha definito “il disperato e triste racconto di un ragazzo che non è riuscito a superare la morte della madre” (Il Telegraph), chi “memoir più istericamente atteso di sempre” (il Times), chi “strano, frustrante e assurdo” (il Guardian): in ogni caso Spare è uscito. L’attesa è terminata (al netto della copia pirata pubblicata con largo anticipo sul mercato spagnolo e poi rilanciata da tutti i principali media grazie alla quale avevamo avuto già tutti succose anticipazioni). Ma quanto sta guadagnando Harry grazie al libro?

Gli aneddoti raccontati da Harry in Spare

“Il passato non muore mai. Non è nemmeno passato”, così recita l’esergo di William Faulkner riportato in Spare, il libro di Harry edito da Mondadori, scritto dal gosthwriter J.R. Moehringer, premio Pulitzer, al centro di polemiche di portata mondiale (ma non solo). E in effetti sembra che proprio il passato – che inevitabilmente si sta riversando anche sul presente, plasmandolo – sia protagonista assoluto delle 540 pagine che lo compongono.

Potremmo definire l’opera un flusso di coscienza, oppure una somma di aneddoti intrisi di tristezza per una vita che forse il Duca di Sussex non poteva vivere come avrebbe voluto, essendo stato sempre la “scorta”, oppure forse ancora un susseguirsi di eventi generati dal rancore che a loro volta hanno generato altro rancore (vedi tutta la vicenda di sua moglie che ha portato alla Megxit).

“Spare, letteralmente “ruota di scorta”, “riserva”, richiama il modo di dire inglese riferito alle dinastie regnanti, “An Heir and a Spare” (un erede e una riserva) e in questo caso indica quindi il fratello minore dell’erede designato al trono”: queste le parole che possiamo leggere in una nota del libro, tradotto in italiano da Sara Crimi, Manuela Faimali, Valeria Gorla e Laura Tasso. Come si legge nel libro, infatti, pare che Re Carlo avrebbe detto alla moglie Diana il giorno della nascita di Harry: “Meraviglioso. Mi hai dato un erede e una scorta, il mio lavoro è fatto”. E probabilmente già da lì si era capito quello che sarebbe successo dopo.

Da Londra a Windsor, passando per Sandringham, Balmoral, l’Afghanistan: queste sono le tappe (fisiche) ripercorse da Harry. L’ultima – in ordine cronologico, si intende – la California, che ha ospitato la sua famiglia e gli ha dato quella che apparentemente è una nuova esistenza, ma che invece a quanto pare non è altro che la vecchia, semplicemente più “soleggiata”. Del resto, non puoi scappare dai problemi, perché ti seguono ovunque tu vada, è una regola non scritta.

Lo dimostrano i titoli delle tre sezioni in cui è suddiviso il libro, che già da soli dicono tutto: “Dal profondo della notte che mi avvolge”, “Sanguinante ma indomito” e “Capitano della mia anima”. Ma sono alcuni passaggi ad aver lasciato i lettori a bocca aperta. Il primo è senza dubbio quello risalente al 2019, quando William, durante una lite con il fratello minore, lo avrebbe picchiato e buttato a terra, facendolo cadere sulla ciotola del cane e lasciandogli non pochi graffi. Di questo (e non solo) abbiamo parlato in modo approfondito qui.

A proposito del fratello, inoltre, Harry ha anche raccontato che il suo ruolo di testimone al matrimonio con Kate nel 2011 era solo una copertura per la stampa, perché William non gli avrebbe mai permesso – ritenendolo inaffidabile – di pronunciare il discorso durante la cena, che in effetti poi toccò a un paio di carissimi amici del Principe conosciuti a Eton.

Un altro aneddoto tristissimo riguarda Re Carlo, che avrebbe chiesto al figlio cosa avrebbe voluto fare Meghan dopo il matrimonio. Quando quest’ultimo gli avrebbe detto che avrebbe voluto smettere di fare l’attrice, il padre avrebbe risposto: “Be’, ragazzo mio, sai che non ci sono abbastanza soldi. Non posso pagare nessun altro. Devo già pagare tuo fratello e Catherine”.

Ma ce n’è un altro che ha intenerito e commosso tutti e da cui – basta avere un animo leggermente sensibile per comprenderlo – trapela tutto il suo dolore per la scomparsa improvvisa e prematura della madre. Come Harry tra l’altro ha ribadito nel corso delle interviste televisive con Anderson Cooper e Tom Bradby, per anni ha creduto che la morte di Diana fosse una messinscena, tanto da aspettare che tornasse. Neanche le inchieste che già all’epoca confermarono che a determinare lo schianto fu lo stato di ebrezza del conducente Henri Paul riuscirono a calmare l’animo suo e di suo fratello William, perché entrambi hanno sempre cercato risposte diverse (che ad oggi non hanno mai trovato però).

Inoltre Harry racconta anche di quanto abbiano inciso i PR di corte, in particolare di Mark Bolland, dopo la morte di Diana. Il loro piano di comunicazione e marketing era chiaro: far emergere la figura di Camilla, relegata all’inizio a “matrigna cattiva”, e farla apparire una madre adottiva premurosa e amorevole con gli allora ragazzi. Il Duca di Sussex ha ammesso di essersi prestato insieme al fratello maggiore ad appoggiare gli agguerriti PR, nonostante nessuno dei due gradisse la scelta di padre di sposare la sua “amante”.

Spare – Nanopress.it

Detto ciò, è chiaro che Harry da queste sue scottanti confessioni abbia anche guadagnato non pochi soldi. Ma di che cifra si tratta?

Quanto sta guadagnando?

Partiamo subito dicendo che Spare in sole 24 ore ha venduto più di 400 mila copie in Gran Bretagna, rendendolo praticamente il libro di saggistica più venduto di sempre nel Paese. L’unico ad averlo battuto in quanto a copie vendute nello stesso arco temporale è un altro Harry, Potter si intende, come ha sottolineato anche Larry Finlay, direttore della casa editrice Transworld, appartenente alla Penguin Random House.

Attualmente in libro è in testa alle classifiche di vendita su Amazon in vari Paesi, tra cui l’Australia, la Spagna e l’Italia.

Ma a quanto ammonta ogni vendita? Ovviamente il costo varia in base al Paese. Ad esempio, in Italia il libro costa 25 euro, negli Stati Uniti 22 dollari, in Gran Bretagna 28 sterline, ma su Amazon – su cui attualmente è in vendita – ne costa 14 sia nella sua versione hardcover e Kindle. Secondo alcune stime, pare che i ricavi quotidiani solo nel Regno Unito si aggirino attorno ai 9 milioni di sterline in media (si parla di una somma compresa tra i 6 e i 12 milioni).

C’è da dire che nel libro Harry ammette chiaramente di voler elargire una parte dei suoi ricavi ad alcuni enti benefici britannici. 1,5 milioni di dollari andrà a Sentebale – l’organizzazione che aiuta i giovani affetti da HIV/AIDS in Lesotho e in Botswana – e 300 mila sterline all’ente no-profit WellChild, di cui il Duca di Sussex è patrono reale da 15 anni e che si occupa di assistenza domiciliare di ragazzi con complesse esigenze sanitarie.

Quindi per comprendere quale somma intascherà effettivamente Harry dobbiamo eliminare innanzitutto questa cifra. Dobbiamo aggiungere inoltre che c’è un accordo alla base con l’editore Penguin Random House e, stando alle indiscrezioni lanciate da alcuni insider, sembra che il contratto varrebbe per ben quattro libri e che il suo valore si aggiri intorno ai40 milioni di sterline (cioè 45 milioni di euro). Ovviamente, però, gli altri tre libri dovrebbero trattare argomenti diversi, sempre inerenti alla vita di Harry chiaramente, tra cui gli Invictus Games, l’evento sportivo lanciato ha Harry nel 2014 che prevede una competizione tra veterani di guerra che hanno contratto disabilità permanenti che si sfidano in diverse discipline.

C’è però anche chi parla di un anticipo versato al duca di Sussex di 20 milioni di sterline e i dati emersi confermano che se così fosse per la Penguin Random House sarebbe facilissimo rientrare nella somma, dato che basterebbe vendere almeno un milione e mezzo di copie in casa (e non siamo lontani da questo traguardo già adesso).

Per ovvi motivi, sapere quanto precisamente guadagnerà Harry dal libro è impossibile da sapere, almeno per ora. Quello che però bisognerebbe tenere a mente è che probabilmente il Duca di Sussex non si è mai davvero rassegnato alla morte della madre, probabilmente Diana era l’unica a non trattarlo da “scorta”, probabilmente semplicemente averla persa quando aveva solo 12 anni, in una dinamica tra l’altro la cui veridicità ha sempre lasciato a desiderare, è stato per lui un duro colpo da sopportare, talmente forte da avergli lasciato dei lividi che ancora oggi continuano a fargli male. Nessuno può conoscere le dinamiche interne alla Royal Family, neanche gli esperti del settore possono sapere precisamente tutto quello che accade a porte chiuse. Del resto, si sa, i panni sporchi si lavano in casa e già il fatto che il Duca di Sussex abbia scelto di fare questo “bucato” pubblicamente ha un significato ben preciso. Chi lo vuole cogliere, lo coglierà, chi non vuole farlo, potrebbe almeno non giudicarlo male solo per aver espresso il suo punto di vista.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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