La Procura di Roma ha mandato a processo quattro attiviste che lo scorso novembre avevano imbrattato un quadro di Van Gogh. Le donne, tutte facenti parte del collettivo Ultima Generazione, rischiano grosso: una condanna fino a 3 anni. Il gruppo aveva lanciato del passato di verdure sul quadro, fortunatamente protetto da un vetro, esposto a Palazzo Bonaparte.
Per quattro attiviste del movimento Ultima Generazione la Procura di Roma ha disposto la citazione diretta a giudizio per l’imbrattamento del quadro Il seminatore di Vincent Van Gogh dello scorso 4 novembre. Le donne avevano gettato del passato di verdure sul dipinto, esposto a Palazzo Bonaparte nella Capitale, fortunatamente protetto da una lastra di vetro. A ottobre inizierà il processo a loro carico.
L’azione dello scorso novembre di Ultima Generazione, ai danni del dipinto Il seminatore di Van Gogh, esposto a Palazzo Bonaparte a Roma, non è passato inosservato. Oggi la Procura di Roma le ha rimandate a processo con l’accusa di “imbrattamento di beni culturali o paesaggistici”. Le quattro attiviste responsabili del gesto dovranno comparire in tribunale il prossimo 12 ottobre, e rischiano fino a 3 anni di carcere.
A compiere il gesto, l’anno scorso, quattro membri del collettivo, una sorta di rappresentanza italiana del movimento Extinction Rebellion, già responsabile di altri atti del genere all’estero. Quel giorno le ragazze avevano versato della passata di verdure sul quadro, protetto da un vetro.
Subito dopo il gesto, le tre si erano quindi “incollate” alla bacheca dove era esposta l’opera d’arte, esclamando slogan contro il cambiamento climatico. I responsabili addetti alla sicurezza avevano allora allontanato i visitatori chiudendo l’ala della mostra. Le tre vennero quel giorno subito identificate e portate in caserma e quindi denunciate.
Durissimo, ai tempi, l’intervento del presidente di Arthemisa, la società organizzatrice della mostra, Iole Siena: “Li aspettavamo dal primo giorno e avevamo anche identificato quali opere avrebbero potuto colpire. “Il seminatore” era ovviamente tra queste”. Siena aveva spiegato poi come avessero già allertato le forze dell’ordine e messo in atto misure di sicurezza maggiori.
“Sono azioni dimostrative che condanno con la massima severità, è un gesto inutile. Per fortuna colpiscono al momento solo opere con i vetri ma potrebbe emularli qualcuno con quadri senza vetri e fare danni seri” aveva poi concluso.
L’attacco a Palazzo Bonaparte non è l’unico messo a segno dal movimento ambientalista Ultima Generazione, che rifiutano l’etichetta di ambientalisti e hanno reagito con forza, sui social, al commento subito successivo al gesto di Roma del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Apprendiamo da Facebook che la presidente Giorgia Meloni sia fortemente indignata per un vetro sporco in un museo e non per gli effetti del collasso climatico, drammaticamente reali nel Paese. Il nostro non è vandalismo, ma il grido di allarme di cittadini disperati che non si rassegnano ad andare incontro alla distruzione del Pianeta e, con esso, della propria vita” le parole del loro comunicato.
Tra le opere imbrattate dagli attivisti, anche il quadro Morte e Vita di Gustav Klimt esposto a Vienna al Leopold Museum. In quel caso, il 15 novembre, il dipinto, sempre protetto da un vetro, venne sporcato con un liquido nero da due ragazzi del gruppo, come protesta contro i combustibili fossili.
Prima ancora, il 23 ottobre, ad essere colpito il dipinto di Claude Monet Il Pagliaio, esposto al Museo Barberini di Potsdam in Germania. Quella volta due ragazzi lo cosparsero di purè di patate, incollandosi poi alla parete dove era appeso con dell’Attack. In questo caso, tuttavia, il quadro non aveva nessuna protezione.
E mesi prima, la stessa sorte è toccata alla statua del Laocoonte esposta ai Musei vaticani, alla Cappella degli Scrovegni a Padova, alla Primavera del Botticelli a Firenze e alla macchina di Andy Warhol esposta a Milano, imbrattata da 8 chili di farina.
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