Secondo due quotidiani belga, Le Soir e Knack, quattro italiani sono stati arrestati oggi, dopo esser stati interrogati e perquisiti, nell’ambito di un’inchiesta per corruzione nel Parlamento europeo. La procura federale che sta indagando sospetta che un Paese del Golfo, molto probabilmente il Qatar, abbia pagato ingenti somme di denaro e offerto doni.
Tra i sospettati ci sono Pier Antonio Panzieri, ex europarlamentare in quota Partito democratico, e Luca Visentini, che a novembre è diventato il segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati Ituc, oltre al presidente di una Ong e un assistente di un europarlamentare. Entro 48 ore, hanno scritto ancora i due giornali, il pm deciderà se confermare il fermo e dare il mandato d’arresto. Qualche ora dopo, Le Soir ha aggiornato la notizia, spiegando come tra gli indagati pare ci sia anche la vicepresidente del Parlamento europeo, la greca dei socialdemocratici, Eva Kaili.
Quattro italiani sono stati fermati per un’inchiesta per corruzione nel Parlamento europeo
La corruzione nel Parlamento europeo sta per causare un terremoto, soprattutto in Italia. Secondo quanto riferiscono, infatti, Le Soir e Knack, due quotidiani belga, oggi sono iniziate le perquisizioni a Bruxelles e quattro italiani sono stati fermati nell’ambito di un’inchiesta aperta a metà luglio 2022 su una presunta organizzazione criminale sospettata di ingerenze nelle attività sindacali, corruzione e riciclaggio di denaro da parte di un Paese del Golfo, che potrebbe essere proprio il Qatar, lo stato mediorientale che proprio ora sta ospitando i Mondiali di calcio.
E ovviamente la coppa del mondo entra a piedi uniti nell’inchiesta condotta dalla Procura federale e coordinata dal giudice Michel Claise, perché al centro degli interessi dei qatarini c’era la volontà di difendere il torneo della Fifa mostrando presunti progressi per quanto riguarda i diritti umani e le condizioni di lavoro dei migranti.
Non solo, perché secondo gli inquirenti il Paese del Golfo sta “cercando di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo pagando ingenti somme di denaro od offrendo doni significativi a terzi che rivestono una posizione e/o strategica significativa” nelle aule di Bruxelles.
Nel mirino sarebbero finiti Pier Antonio Panzieri, ex europarlamentare del Partito democratico, iscritto al gruppo dei Socialisti & Democratici, nella cui abitazione proprio oggi sono stati ritrovati 500mila euro in contanti, Luca Visentini, segretario generale dei sindacati internazionali (Ituc), il direttore di una Ong e un assistente parlamentare. Al momento sono stati fermati e interrogati, ma entro 48 ore il giudice potrebbe anche decidere anche per un mandato d’arresto.
Le 14 perquisizioni, hanno detto ancora ai due quotidiani dall’ufficio del procuratore generale, sono state effettuate in diversi comuni della capitale del Belgio, “in particolare a Ixelles, Schaerbeek, Crainhem, Forest e Brussels-City“. Tra i protagonisti ci sarebbero quattro assistenti parlamentari del gruppo S&D, un assistente del gruppo Ppe, due consiglieri e un funzionario del Parlamento europeo, oltre ad alcuni responsabili di Ong attive nell’Unione europea.
Dal quotidiano belga, poi, hanno aggiunto che tra gli indagati ci sarebbe anche la vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili. “La casa della socialdemocratica greca Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento europeo, è stata perquisita. Il suo compagno è stato intercettato al mattino. Entrambi sono indagati per corruzione“, hanno scritto da Le Soir. Insomma, il terremoto potrebbe essere di proporzioni un po’ più grandi, e potrebbe non interessare solo l’Italia come prima aveva fatto intuire da Bruxelles.
Qual è l’organizzazione nel mirino della Procura federale belga
L’organizzazione su cui ci si sta concentrando di più è la Fight impunity, una no profit di cui è presidente Panzeri che si occupa di promuovere “la lotta all’impunità per gravi violazioni dei diritti umani e crimini contro l’umanità” e che è stata anche perquisita in mattinata nel cuore di Bruxelles.