C’è un uomo, in California, che da vent’anni adotta bambini malati terminali per offrire loro cure e qualche sorriso prima che se ne vadano. Si chiama Mohamed Bzeek, vive ad Azusa, cittadina nella contea di Los Angeles. «So che stanno per morire ma li accolgo come se fossero figli miei, prendendomi cura di loro fino alla fine», racconta al Los Angeles Times.
Mohamed Bzeek, 62 anni, ha cominciato la sua opera a metà degli anni Novanta quando, insieme a sua moglie, ha deciso di adottare una neonata costretta a indossare il gesso integrale a causa di una deformazione della spina dorsale. La piccola era stata abbandonata dalla mamma che non era in grado di pagarle le cure mediche. L’adozione è stata la prima di tante. Negli anni successivi la coppia ha preso con sé tanti bambini affetti da cancro o altre gravi letali malattie. Bzeek ha continuato a donare se stesso anche dopo la morte della moglie, avvenuta nel 2014. Ha adottato, ad esempio, un bimbo ricoverato già 167 volte in ospedale a causa di gravissimi problemi intestinali: «Nato con la sindrome dell’intestino corto, non poteva mangiare. Nonostante ciò, lo facevo sedere a tavola insieme con gli altri, in modo che si sentisse parte della famiglia».
L’ultima arrivata a casa sua, racconta il Los Angeles Times, è una bambina di sei anni con una malattia gravissima che l’ha resa sorda, cieca, paralizzata, costretta a dormire seduta a causa delle convulsioni: «So che lei non può sentire, né vedere. Ma io le parlo, l’abbraccio, l’accarezzo». Le aveva organizzato anche la festa di compleanno, invitando i genitori. Essi non si sono presentati ma la bimba ha sorriso lo stesso al suo benefattore, dopo che questi le aveva avvicinato la candelina della torta alla guancia per farle sentire il calore, dandole un bacio.