Lo chiamano l’animale più felice al mondo, per via di quel sorrisetto che sembra perennemente stampato sul musino: eppure ha ben poco da rallegrarsi il quokka, una sorta di incrocio tra uno scoiattolo e un canguro che vive e prolifera in alcune zone dell’Australia. O forse dovremmo dire proliferava, visto che l’animale è a rischio estinzione, e la causa come al solito è l’uomo. Tuttavia la minaccia che rappresentiamo per questo buffo animaletto è per una volta del tutto involontaria, giacché non è la caccia indiscriminata o la sistematica distruzione del suo habitat ad averne messo in pericolo la sopravvivenza, bensì averne modificato la dieta a furia di nutrirlo con molliche di pane: cibo di cui si è scoperto molto ghiotto, e mal gliene colse.
Avvistato per la prima volta nella metà del XVII secolo da un navigatore olandese, che lo scambiò per un grosso ratto, il quokka ha vissuto allegramente fino ad oggi nelle isole dell’Australia, nutrendosi di foglie, steli e cortecce dell’ampia varietà di piante rintracciabili in questa porzione di pianeta. Inoltre, pur non essendo molto prolifico dal punto di vista riproduttivo, il quokka era riuscito a formare una popolazione piuttosto numerosa, finché non è sopraggiunto l’uomo, che si è innamorato di questo piccolo animale così socievole e dall’aria allegra, che è impossibile restarne indifferenti: volpi e dingo che abitano l’Australia, pur considerandolo una prelibatezza per il loro sostentamento, non erano riusciti a decimarlo come ha fatto l’uomo da quando visita costantemente i luoghi in cui vive il quokka. I turisti, e soprattutto i bambini, hanno cominciato ad alimentarlo con il pane, di fatto scatenando un effetto domino tanto inconsapevole quanto fatale per il povero animaletto.
Pare infatti che il pane abbia alterato l’organismo dei quokka, i quali ne vanno assai ghiotti, pur lasciando strascichi irreparabili alla loro salute. Nonostante abbondino i divieti e le multe, anche piuttosto severe, nei confronti di chi alimenti i quokka, il fenomeno non sembra arrestarsi, e il povero quokka rischia ormai di rimetterci la pelle, seppur con il sorriso stampato sul muso, a furia di rimpinzarsi di molliche di pane che i trasgressori del codice continuano a seminare. E pensare che all’epoca l’avevano scambiato per un ratto, animale solitamente di cui gli esseri umani non nutrono affatto simpatia: fossero rimasti nella loro convinzione, magari oggi gli uomini si terrebbero ben lontani da lui. Ed invece il quokka è già entrato nella lista rossa delle specie a rischio estinzione: più di un colpo di fucile o dell’abbattimento di un albero, potè un apparentemente innocuo pezzo di pane.
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