Giorgia Meloni, presidente del consiglio, ha affermato di essere intenzionata a sostenere quelle famiglie al cui interno c’è più di un figlio.
Il piano è quello di aumentare gli importi degli assegni unici e universali così da dare la possibilità alle giovani coppie di poter sottoscrivere un mutuo per la prima casa. Si lavora anche per introdurre il “quoziente familiare”.
Il nuovo patto fiscale
In base a quando ha affermato la presidente del consiglio Giorgia Meloni, tutto è pronto per la nascita del nuovo patto fiscale.
Si tratta di una riforma che si baserà su tre passaggi:
- diminuire la pressione fiscale sulle varie imprese e sulle famiglie tramite una riforma che va a sostenere l’equità;
- effettuare una riforma dell’irpef in cui si va ad introdurre il quoziente familiare;
- estendere la tassa piatta per le partite IVA passando dai 65.000 euro arrivando a 100.000 euro di fatturato. Verrà introdotta quindi una tassa piatta riguardo all’incremento del reddito a paragone del massimo raggiunto durante i tre anni passati.
In che modo si sta muovendo la presidente del consiglio
La premier ha inoltre ha affermato che per riuscire a dare un taglio alla glaciazione demografica sarà necessario applicare un piano abbastanza grande, sia a livello culturale che economico così da sottolineare quanto sia bello essere genitori e fare in modo che la famiglia torni al centro della società.
L’introduzione del quoziente familiare
Che cos’è quindi il quoziente familiare e quanto costa procedere alla sua introduzione?
Questa è una domanda che il Corriere della Sera ha posto ad Alessandro Santoro, un uomo che lavora nel ruolo di docente presso l’Università di Bicocca di Milano. Santoro ha affermato che si tratta di un vero e proprio sistema utile per la tassazione dei cittadini, qualcosa che viene fatto prendendo come punto di riferimento il carico familiare e quindi il numero dei figli presenti all’interno del nucleo.
Nel momento in cui ci troviamo di fronte ad un un uomo o ad una donna single che ha un reddito di €60.000, sappiamo che questo verrà tassato molto di più se paragonata ad un coetaneo che ha lo stesso reddito ma che ha a carico una moglie e due figli.
Il quoziente familiare però non è un qualcosa esente da problemi in quanto, secondo Santoro, si tratta di una misura che va a premiare soprattutto le persone più ricche che hanno redditi più alto andando quindi a disincentivare il lavoro femminile.
Infatti sappiamo che nel nostro Stato molto spesso capita che la moglie porti a casa dei guadagni minori rispetto al marito.
Attraverso questa nuova misura si andrebbe quindi a fare una media di entrambi i redditi andando così a tassarli con la stessa aliquota.
Una misura che porta vantaggi alle famiglie con un reddito più alto
Attraverso l’introduzione del quoziente familiare, sembra che a trarne maggiore vantaggio sono le famiglie in cui uno dei due genitori hanno un reddito molto più alto.
In base a quanto afferma Santoro pare che ci si possa trovare di fronte a un rischio che una famiglia possa decidere che la moglie resti a casa dedicandosi alla cura dei figli piuttosto che andare al lavoro così da risparmiare anche sui costi della baby-sitter mentre il marito può scegliere di lavorare qualche ora in più.
Il quoziente familiare negli altri Stati
Il termine quoziente familiare non è un qualcosa di nuovo in quanto in Francia viene già utilizzato.
Infatti l’esperto della Bocconi afferma che questo è un Paese che ha puntato molto sulla natalità anche se la misura in questione è abbastanza critica poiché va a “neutralizzare l’effetto distorsivo sull’occupazione femminile”.
Ciò che si rischia però è che questa misura possa essere un qualcosa di molto costoso per le casse dello Stato. Alla fine Santoro parla anche di un altro aspetto, un qualcosa inerente all’assegno unico affermando che coloro che fanno figli hanno già uno strumento su cui poter contare.
Infine, in base a quanto afferma Santoro, esistono alcune risorse aggiuntive che potrebbero essere utilizzate così da migliorare l’assegno unico.
Ed è per questo motivo che egli afferma che l’introduzione del quoziente familiare è un qualcosa di molto difficile e di complesso da applicare.
