Qual è lo stato della raccolta differenziata in Europa? Il tema del riciclo e della diminuzione della produzione di rifiuti è uno degli assi portanti delle politiche ambientaliste di qualsivoglia governo dell’Unione Europea, e gli esempi virtuosi da seguire non mancano. Sensibili miglioramenti si notano in diverse realtà anche del nostro Paese: negli ultimi anni ad esempio Milano è arrivata al 54 per cento di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, seconda solo a Vienna, ed anche a livello nazionale i progressi sono significativi. Proviamo a dare uno sguardo generale sulla raccolta differenziata in Europa e sulle migliori performance cittadine in ambito continentale.
Secondo i dati Ispra del 2015 sulla raccolta differenziata e il riciclo in Italia e in Europa, il nostro Paese sfiora il 50 per cento di raccolta differenziata, superando Francia, Spagna e Regno Unito, e si posiziona al quarto posto fra i Paesi Ue: non tutte le città hanno analoghe performance incoraggianti, ma la strada per il futuro è lastricata di ottime intenzioni e di esempi virtuosi da imitare, che è possibile d’altro canto ammirare in molte parti del Vecchio Continente.
Le città virtuose
In linea generale si assiste in Europa ad una diminuzione dei rifiuti urbani prodotti: le maggiori flessioni si registrano secondo i dati Eurostat a Cipro (-7,1 per cento), in Bulgaria (-6,8), in Polonia (-6,5) e in Ungheria (-6,3), ma tra i grandi Paesi emerge il drastico calo della Spagna con un -4,4 per cento, seguita proprio da Italia e Francia, con riduzioni pari all’1,4 per cento e allo 0,5 per cento. Stabile invece la Germania, ma secondo quanto emerge da un’altra ricerca targata Atia-Iswa Italia, la nazione teutonica vanta la capitale europea prima in classifica: a Berlino si producono 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno con 442 chilogrammi a testa, raggiungendo inoltre il 42 per cento di raccolta differenziata. Berlino è una della poche capitali ad aver dimostrato una capacità di trattamento del 100 per cento in impianti presenti nel proprio bacino di riferimento, producendo dai rifiuti elettricità, biogas, concime e compost, persino pellet venduto a cementifici e centrali termoelettriche, ed ha una raccolta e trattamento di imballaggi a costi contenuti perché affidati dal Comune ad aziende private selezionate con procedure di appalto pubblico.
Vienna è un’altra città che come Berlino soddisfa pienamente il principio di prossimità nella raccolta e nel trattamento dei rifiuti: sulla differenziata emerge il ciclo di raccolta degli imballaggi e dei rifiuti elettronici interamente pubblico e a carico di coloro che recuperano i materiali sostenendo gli oneri economici, fornendo un servizio al 100 per cento sostenibile.
A Londra la accolta differenziata è attiva in tutta la città: attualmente finisce in discarica il 25 per cento dei rifiuti, tassato dal governo a 85 sterline a tonnellata, allo scopo di chiudere tale servizio entro il 2030, mentre inceneritori ecologici di nuova generazione smaltiscono la maggioranza dei rifiuti non riciclabili. Ma il fiore all’occhiello della capitale britannica è l’EcoPark situato a Brent, nel nord della città, che gestisce 800mila tonnellate di rifiuti l’anno che diventano energia elettrica che illumina 70mila abitazioni e concime riutilizzato in parchi e giardini comunali.
Un ultimo esempio virtuoso che vogliamo segnalare tra le grandi capitale europee è Madrid, che è addirittura in anticipo sugli obiettivi programmatici di trattamento dei rifiuti decisi dall’Ue e da raggiungere entro il 2020, grazie ad un’eccellenza impiantistica in cui i rifiuti differenziati vengono trattati in modo diverso a seconda del materiale di provenienza. Inoltre l’inceneritore produce e vende elettricità, mentre dalla discarica arriva fertilizzante per agricoltura.
Economia circolare e tecnologia
La parola d’ordine in chiave di sostenibilità è economia circolare, ossia un un sistema economico pensato e realizzato per essere in grado di rigenerarsi da solo: è facile intuire come la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti siano una componente essenziale di questa nuova forma di economia, in cui la tecnologia gioca un ruolo fondamentale. In questo senso la pattumiera smart che riconosce il materiale dai rifiuti ad esempio, ed altre invenzioni di questo tipo, rappresentano la sfida per l’industria 3.0 e 4.0, per usare termini cari alla new economy digitale, affinché tale circolo virtuoso diventi sempre più efficace ed efficiente. Ma anche iniziative originali come la raccolta differenziata in Norvegia che in cambio ti dà la possibilità di fare la spesa nei supermercati convenzionati dimostrano che gli esempi virtuosi possibili sono tanti, e possono partire anche dal basso: bastano intraprendenza e volontà davvero di sposare un’ideologia sostenibile nella vita di tutti i giorni.
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