[didascalia fornitore=”ansa”]Il deputato di M5S, Stefano Vignaroli[/didascalia]
La raccolta dei vestiti usati per la camorra è un grosso business. La denuncia arriva da Stefano Vignaroli, deputato del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti: «I clan camorristici traggono enormi profitti» dal mercato degli abiti usati.
Molti italiani donano vestiti usati, sia lasciandoli nei cassettoni gialli, sia inviandoli alle associazioni che si occupano di beneficenza. Eppure, quello che per molti è solo un gesto di solidarietà, per la camorra è l’ennesimo modo per guadagnare lucrando sui bisognosi.
«In Italia milioni di cittadini donano in buona fede i loro indumenti usati nei contenitori gialli o nelle parrocchie pensando che servano ai fini solidali – ha dichiarato Vignaroli, che ha presentato un’interrogazione parlamentare – In realtà buona parte delle donazioni di questi abiti finiscono per incrementare un traffico illecito dal quale i clan camorristici traggono enormi profitti».
Il riferimento del deputato pentastellato è in questo caso verso alcune imprese che operano a Napoli: «L’economia mafiosa degli indumenti si muove sull’asse Prato-Ercolano-Tunisi, dove si concentrano le imprese che stoccano e smistano gli indumenti. Bisogna fare ancora tanto per smantellare questo sistema e tutelare chi vuole lavorare in trasparenza e legalità. Che il Governo prenda atto dell’interrogazione e si attivi».
Da Vignaroli, quindi, la conferma che la raccolta dei vestiti usati è un business milionario per la criminalità organizzata tutta, basti pensare agli affari a Roma con mafia capitale, con le cooperative operanti anche nel settore della raccolta degli abiti usati.