Rachele Silvestri, deputata di Fratelli d’Italia è diventata mamma a fine dicembre di un maschietto di nome Valentino. Quest’ultimo, di recente, è stato sottoposto a un test del dna per confermare la paternità del suo padre naturale nonché compagno attuale della esponente del partito di centro destra.
La deputata ha deciso di raccontare al Corriere della Sera di voler mettere a tacere le malelingue e di rendere pubblica la vicenda per indignare quante più persone possibili su come alcune persone sono riuscite a strumentalizzare il dono della procreazione.
L’esponete di Fratelli d’Italia, Rachele Silvestri, diventata mamma lo scorso dicembre, anziché godersi il periodo della maternità e il suo bambino, nato dalla relazione con il compagno Fabio, si è ritrovata a dare delle spiegazioni ad altri circa la paternità di suo figlio.
La 36 enne, originaria di Ascoli Piceno, ha raccontato in una lettera inviata al Corriere della Sera, di essere dovuta ricorrere al test del dna effettuato sul suo bimbo di appena 90 giorni per mettere a tacere le malelingue che circolavano circa il padre biologico del suo piccolo.
“mi auguro vi indignerete insieme a me. Perché, delle volte, la becera realtà arriva a superare anche la più fervida fantasia”.
Queste le parole della deputata nella lettera pubblicata dal Corriere in cui spiega i motivi che l’hanno spinta a dover ricorrere al test del dna.
In una lettera a cuore aperta, Rachele Silvestri, racconta l’indignazione che ha dovuto subire nei mesi scorsi subito dopo essere diventata mamma di Valentino, nato lo scorso fine dicembre. La deputata ha spiegato di aver sottoposto al test del dna il suo bimbo di soli 3 mesi per confermare la paternità del compagno Fabio e rendere la vicenda pubblica.
Ha deciso di divulgare la notizia per fare in modo che quante più persone possano indignarsi, tanto quanto lei, spiegando di essere stata violata, calpestata e anche abusata per aver strumentalizzato e degradato il dono della procreazione.
La deputata di Fratelli d’Italia ha raccontato come si è avvicinata al partito di Giorgia Meloni, poiché condivideva da tempo le idee e il coraggio. Il mese scorso una sua cara amica le confida che circolava voce che il figlio non sarebbe del suo compagno ma di un esponente del partito a cui lei appartiene, sposato e molto noto.
Racconta quindi, che circolavano voci sulla presunta relazione clandestina, grazie alla quale lei aveva ottenuto anche la candidatura al partito in questione.
“Riuscite soltanto a immaginare come mi sono sentita? Non bisogna essere una donna per capire lo schifo, la violenza, l’umiliazione”.
Queste le parole di Rachele Silvestri, spiegando di aver deciso di raccontare questa incresciosa vicenda per tutelare il suo bimbo e il suo compagno, la quale si auspica che nessuno sia clemente con l’autore della calunnia e con chi contribuisce a diffonderla.
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