Fu lei, il capitano della Sea Watch, Carola Rackete a violare, nel 2019 il blocco italiano e far sbarcare i migranti a Lampedusa. E l’allora Ministro dell’Interno, Salvini, l’aveva ampiamente criticata, dando inizio ad un processo.
Oggi, questo processo è sospeso e i suoi atti passano al vaglio del Senato. Quale sarà la conseguenza?
Era il giugno del 2019 quando la Sea Watch 3, con a bordo il suo carico di disperati salvati in mare aperto, cercava un porto sicuro dove attraccare e farli sbarcare. Allora, il porto più vicino era quello di Lampedusa ma, lo Stato Italiano, aveva attuato un blocco e nessuno poteva raggiungere le nostre coste.
Lei però, Carola Rackete, capitano della nave, violò il divieto e, con la forza di una donna, portò in salvo le 53 persone sulla terra ferma, dando loro un luogo sicuro. La violazione del blocco, anche se aveva salvato delle vite umane, portò la Rackete ad esser arrestata, ma poi anche scagionata da tutte le accuse.
L’allora Ministro dell’Interno in carica, Salvini, però, non le risparmiò aspre critiche. Frasi forti (come “quella sbruffoncella di questa comandante”, o anche “ricca e viziata comunista”) che, ora, sarà il Senato Italiano a valutare e se siano, in quanto Salvini ora è senatore, coperte da insindacabilità proprio per la carica senatoriale che ora occupa e quella di Ministro che, nel 2019, occupava.
A chiedere questo passaggio per il ramo del Parlamento Italiano è stato il giudice del Tribunale di Milano, Burza. L’aver ricevuto, dall’avvocato di Salvini una questione preliminare, ha portato il giudice stesso a passare la palla proprio al Senato.
Se nell’ultima udienza del processo stesso, la pm Serafini definiva le frasi scritte sui social da Salvini come non attinenti ad un discorso politico, ma “un vero e proprio attacco alla persona e alla sua dignità” (riferendosi, quindi, alla Rackete).
La stessa pm aveva anche chiesto che le eccezioni preliminari di Salvini e della sua difesa, come quella dell’immediato proscioglimento dalle dichiarazioni, venissero respinte in blocco.
Anche l’avvocato di parte civile della stessa Rackete aveva dichiarato che quelle frasi erano “un discorso di odio” costruito contro la sua assistita da parte di chi, in quel momento, sta sfruttando il proprio esser Ministro dell’Interno.
La difesa del senatore Salvini ha, però, ottenuto, come aveva chiesto al giudice, di sospendere il processo e mandare gli atti in Senato. Soddisfazione piena da parte dell’avvocato di Salvini, Eccher, che ha dichiarato: “Era un atto dovuto da parte del giudice. È stata una decisione corretta”.
Ora il processo si arresta momentaneamente, in attesa che il Senato dia la propria opinione sulla questione.
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