Radioattività, Marie Curie: pericoloso consultare i manoscritti perché contaminati. A oltre 80 anni dalla morte della scienziata Premio Nobel per la Fisica e per la Chimica, maneggiare i suoi appunti potrebbe essere dannoso e, per questo motivo, sono conservati in teche di vetro sigillate con il piombo. I manoscritti, infatti, sono radioattivi e lo saranno almeno per i prossimi 1500 anni: per poterli consultare bisogna indossare tute protettive e firmare una liberatoria di responsabilità. Ad essere contaminati, però, non sono solo i quaderni, ma anche i vestiti, i mobili e tutto ciò che si trova a casa Curie, dove la donna visse col marito Pierre, fisico e matematico parigino.
I preziosi appunti lasciati da Maria Skłodowska-Curie, scienziata polacca naturalizzata francese, prima donna a vincere due premi Nobel – per la Fisica nel 1903 e per la Chimica nel 1911 – sono ancora radioattivi e per poterli consultare bisogna munirsi di tuta protettiva e firmare una liberatoria di responsabilità. Proprio a causa della loro radioattività gli appunti, conservati alla Bibliotheque Nationale di Parigi, sono custoditi in teche di vetro, lontani dalla luce e in condizioni climatiche costantemente sotto controllo. Il motivo è facilmente intuibile visto che la Curie, scoprendo la radioattività e due elementi nuovi – il radio e il polonio – trascorse la sua esistenza in una condizione di perennemente contatto con materiale radioattivo di cui all’epoca, però, si ignorava la (grande) pericolosità. I suoi studi – che ne causarono, all’età di 66 anni, la morte per anemia aplastica, un’infezione del sangue dovuta alle radiazioni – hanno lasciato traccia non solo sui quaderni dove prendeva appunti ma anche sui mobili, sugli oggetti, sui libri e su tutto ciò che conteneva la sua casa di Parigi. Per poter ammirare la collezione di Pierre e Marie Curie alla Biblioteca Nazionale di Parigi, infatti, bisogna premunirsi di tute protettive.
I coniugi Curie, uniti da una grande passione per la ricerca e per la scienza, erano del tutto inconsapevoli della pericolosità dei materiali che maneggiavano ogni giorno: spesso, infatti, Marie girava con le tasche piene di torio, plutonio e uranio. Ma né lei né il marito erano soliti, durante gli esperimenti, prendere delle precauzioni, indossando nei loro laboratori gli stessi abiti con i quali poi giravano in casa. Talvolta capitava, come racconta la stessa Marie nella sua autobiografia, che di notte andasse in laboratorio per ammirare lo spettacolo luminoso che proveniva dalle provette: era ‘incantevole e sempre nuovo.I tubi luminosi brillavano di luci di fate, di fantasmi‘.
Marie Curie (1867-1934) è stata la prima donna a rivoluzionare il mondo della scienza: con la scoperta della radioattività e del fatto che questa fosse un fenomeno atomico, demolì la convinzione della fisica dell’epoca che riteneva l’atomo la parte più piccola della materia. Visse e portò avanti i suoi studi spinta da un’enorme passione per la ricerca e per la scienza che condivise con il marito Pierre – anch’egli vincitore del Nobel per la Fisica nel 1903 – con il quale portò avanti tutti i suoi esperimenti sulla radioattività.
Dopo la sua morte, e fino al 1978, la casa dei coniugi Curie divenne non solo sede della Fondazione Curie, ma anche dell’Istituto di Fisica Nucleare della Facoltà di Scienze di Parigi. Negli anni però, sottovalutando la pericolosità della struttura, divenuta di fatto radioattiva, molti abitanti del quartieri cominciarono ad ammalarsi di cancro a causa, presumibilmente, delle radiazioni a cui, da moltissimo tempo, era esposta la casa. Dopo molti sopralluoghi e studi sul posto, finalmente nel 1991 la struttura venne completamente decontaminata.