Grande attesa per i concerti italiani dei Radiohead a Monza e Firenze (il 14 giugno 2017 nel capoluogo toscano, due giorni dopo al Parco di Monza nell’ambito dell’I-Days Festival) ma negli ultimi giorni, più che sull’aspetto prettamente musicale di entrambi gli eventi, l’attenzione del pubblico si è spostata su uno strano fenomeno che, a legger certi commenti, pare stia ‘decimando’ il numero degli spettatori che assisteranno ai concerti della band di Thom Yorke, preventivato in diverse decine di migliaia: sembra infatti che sul web, e in particolare sui social, siano apparsi numerosissimi annunci di persone che rivendono i loro biglietti dei concerti dei Radiohead a Firenze e a Monza. Ma sarà vero? E, soprattutto, perché?
In realtà, credeteci, non sta succedendo nulla di particolarmente anomalo. Abbiamo letto di ‘psicosi terrorismo‘, salita alle stelle dopo l’attentato di Manchester all’uscita dello show di Ariana Grande, che avrebbe spinto molte persone a rinunciare ai concerti per il timore di un nuovo attacco. Ma se fosse davvero così (e non lo è) la cosa dovrebbe valere per ogni tipo di spettacolo e non solo per quelli dei Radiohead. Non ci pare, per esempio, che qualcuno si stia rivendendo i preziosi tagliandi degli attesissimi concerti di Vasco Rossi, dei Coldplay o degli U2. Eppure anche in quel caso potrebbe esserci il rischio terrorismo…
Spinti dalla curiosità abbiamo fatto una ricerca in merito e in effetti qualche annuncio l’abbiamo trovato. Nulla però che giustifichi una tale attenzione mediatica (e decine di articoli scritti sull’argomento, compreso il nostro). In realtà si tratta di cose che succedono spesso quando la prevendita di uno spettacolo viene aperta molti mesi prima: nello specifico i biglietti dei Radiohead a Monza e Firenze sono stati messi in vendita lo scorso novembre e sono terminati in pochi minuti. Succede però che a distanza di così tanto tempo non è raro che sopraggiungano eventi difficilmente prevedibili che impediscano di recarsi al concerto: un appello non procrastinabile per gli studenti universitari, un appuntamento di lavoro che non si può assolutamente rinviare, un infortunio (anche lieve), un malanno, un amico o un parente importuno che decide di sposarsi proprio il giorno del concerto, la nonna da accompagnare in ospedale e così via. Di motivi ce ne possono essere tantissimi.
Solo che, misteri del web, stavolta se ne sta parlando come qualcosa di eccezionale. E invece non è così. Gli annunci ci sono, è vero, ma credeteci: si tratta di poche centinaia (non più di 400/500 secondo una nostra stima) che non sono nulla di fronte alle decine di migliaia di persone che si recheranno regolarmente a vedere i Radiohead con il biglietto acquistato 7 mesi fa e da allora gelosamente conservato (si parla di circa 100 mila posti totali tra Firenze e Monza, fate un po’ di calcoli e capirete da soli che la percentuale di biglietti rivenduti è davvero minima).
Non date quindi retta a chi parla di concerti-flop e non fatevi influenzare dalla psicosi terrorismo (perché magari c’è davvero chi ci crede). Recatevi serenamente ai concerti dei Radiohead in Italia, che si preannunciano spettacolari e godetevi il magnifico spettacolo live della band di Oxford.
P.S.: in ogni caso, se dovessero avanzarvi due biglietti…
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