Oggi, 5 luglio 2022, ricorre il primo anniversario della morte di Raffaella Carrà “regina della televisione italiana”.
Esattamente un anno fa la morte improvvisa di Raffaella Carrà ha lasciato tutti senza parole. Nessuno sapeva della sua malattia, nessuno ne immaginava la scomparsa prematura ma tutti erano affezionati a lei.
Donna eclettica, punto di riferimento per più di una generazione, esordisce a partire dagli anni 60 nei palinsesti televisivi e rivoluziona in poco tempo il mondo del varietà televisivo italiano.
Il suo vero nome era Raffaella Pelloni. Arrivò negli schermi televisivi nel 1961 con il programma “Tempo di Danza” per poi trovarsi, solo quattro anni dopo, accanto a Lelio Luttazzi nella commedia musicale “Scaramouche” (1965).
Fu il 1970 l’anno del suo approdo, l’inizio di una straordinaria e meritata notorietà. In quell’anno Raffaella arriva a “Canzonissima”, e inizia a essere conosciuta al grande pubblico italiano.
Una diva alla ribalta, una diva dal caschetto di capelli biondi.
Anche gli anni ottanta furono per Raffaella, anni esplosivi: “Pronto Raffaella” (1984) ha rappresentato un primato, come primo spettacolo televisivo della Rai trasmesso nella fascia del mezzogiorno.
L’anno 1986 la ha vista conduttrice di Domenica in (1986) sempre per la RAI, quello successivo ha visto un breve trasferimento di Raffaella a Canale 5.
Pochi anni dopo, nel 1991, tornò alla Rai con “Fantastico 12”.
Nella carriera italiana di Raffaella Carrà in televisione, c’è anche una parentesi spagnola.
Per quattro anni, a partire dal 1992, Raffaella ha trascorso un periodo a Madrid e ha rappresentato per la città spagnola un simbolo di liberazione e di leggerezza. Un veicolo di emancipazione.
Di questo periodo molto noto è il famoso programma di intrattenimento “Hola Raffaella”.
Trasmesso in diretta dal 1992 al 1994, il programma vedeva Raffaella Carrà come conduttrice, accompagnata da sei comici.
All’interno del programma il gioco If it were è stato sicuramente il più popolare.
Era mini-concorso dove i personaggi famosi erano in competizione per scoprire l’identità segreta di un personaggio noto. Al gioco partecipavano anche i telespettatori tramite telefonate.
Si alternavano inoltre nel programma spettacoli musicali inseriti nel formato dello spettacolo di varietà.
Dopo il grande successo di Carràmba che sorpresa! (1998-2000 e 2008) su Rai Uno, Raffaella si prepara ad una nuova sfida: il Festival di Sanremo (2001), il 51° Festival della Canzone Italiana. Non poteva non essere lei la conduttrice, non poteva non essere lei a prestarne il volto per lo spot televisivo, nel quale compariva a bordo di una bicicletta.
“Sogni” nel 2004, “Amore” nel 2006, “Raffica Carrà” nel 2007, “The Voice of Italy” nel 2013, “Forte forte forte” nel 2015.
Miriadi di programmi televisivi videro il suo volto e furono lo schermo del suo sorriso, fino al 2019 con “A raccontare comincia tu” su Rai Tre.
Aveva 78 anni e si trovava a Roma. Soffriva di una malattia che la sua discrezione non aveva voluto render pubblica.
Fu Sergio Japino, il compagno di Raffaella Carrà, a dare la notizia della sua morte il 5 luglio 2021.
Due giorni dopo, il corteo funebre.
Tante persone erano lì a rendere omaggio alla regina della televisione italiana, al volto e al sorriso che nessuno riesce a scordare.
Il carro funebre ha svolto tante tappe quante erano i luoghi simbolici per l’artista: la casa romana in Via Nemea L’Auditorium Rai del Foro Italico, gli studi di via Teulada 66, il Teatro delle Vittorie, luogo della prima puntata di “A raccontare comincia tu” in compagnia di Fiorello.
L’ultima sosta prima della camera ardente in Campidoglio, è stata la sede della Rai in Viale Mazzini.
Dopo il corteo, i funerali, celebrati il 9 luglio 2021 nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli, sono stati trasmessi in diretta su Rai 1, permettendo al grande pubblico, che la amava, di essere partecipe.
Ricordata per le sue innumerevoli canzoni, per la sua spontaneità, per la sua leggerezza, Raffaella occuperà uno spazio ancora per molto tempo nel cuore degli italiani.
Per ricordarla basterà ascoltare “Tuca Tuca” canzone simbolo della libertà sessuale, “Rumore”, “A far l’amore comincia tu”, fino a giungere a “Tanti auguri”, a “Fatalità”.
“IO, son sempre io, Sono l’unica che Capisce te E rivive con te La poesia
Delle piccole cose”.
Per ricordarla basterà riascoltarla.
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