Sabato sera una donna, Raffaella Ragnoli, ha ucciso con sei coltellate suo marito, Romano Fagoni. Questo è quanto è accaduto a Nuvolento, nel Bresciano. Adesso sono in corso le indagini, che stanno portando a una pista ben precisa: stando alle parole della donna, suo marito avrebbe minacciato il loro secondogenito, di 15 anni, e quindi lei avrebbe agito per difenderlo, ma qualcosa nelle sue dichiarazioni non torna.
Raffaella Ragnoli e Romani Fagoni sembravano fino a qualche giorno fa una coppia solidissima. Sembravano, perché del loro amore non è rimasto nulla, solo briciole, ricordi e un omicidio: la donna, infatti, solo un paio di giorni fa ha ucciso suo marito e adesso gli investigatori stanno cercando di capire se davvero lo ha fatto per difendere il figlio quindicenne oppure dietro c’è altro.
“Erano una coppia modello”, questo è quello che i soliti habitué del bar davanti alla chiesa di Nuvolento, nel Bresciano, di Raffaella Ragnoli e Romano Fagoni. Lì l’uomo beveva il suo solito caffè corretto con la sambuca ed era solito attendere la moglie fuori dalla chiesa, mentre era a messa, sempre con il suo solito fumetto sotto il braccio. Erano sposati da 30 anni, due figli – la prima di 25 anni vive e lavora a Gardone Riviera, mentre il secondo, quindicenne, vive insieme a loro – e un matrimonio felice. Almeno apparentemente. Sì, perché solo pochi giorni fa la Ragnoli ha ucciso suo marito e quindi, con il senno di poi, la frase pronunciata dai loro conoscenti ci sembra abbia un po’ il tipico sapore del “era un bravo ragazzo, salutava sempre”.
Raffaella e Romano – originari di Serle, a pochi chilometri da Nuvolento, dove avevano ancora una proprietà e alcuni terreni – però, sembravano avere un legame indissolubile. Almeno fino a sabato scorso, quando è successo l’impensabile. Per capire cosa possa essere accaduto dobbiamo riavvolgere il nastro e tornare a qualche tempo fa, quando i due sembravano ancora felici e sembrava che nulla potesse scuotere in alcun modo la loro unione familiare.
Mentre sembrava che tutto andasse come doveva andare, la loro coppia era solida, i loro figli davano loro pochissime preoccupazioni. Lei casalinga, con alle spalle qualche servizio a casa di alcune famiglie della zona e una vita trascorsa tra parrocchia e volontariato, lui metalmeccanico in una fabbrica a Nuvolera (verso il lago di Garda), avevano dato vita a una famiglia (quasi) perfetta, almeno guardandola dall’esterno. Romano parlava sempre dei suoi due ragazzi e si diceva continuamente orgogliosissimo di entrambi – ad esempio, si vantava degli ottimi risultati del figlio a scuola, appassionato di letteratura e di tiro con l’arco – come hanno confermato moltissimi suoi conoscenti.
A scuotere l’armonia familiare, però, ci ha pensato un problema di salute tanto improvviso quanto gravissimo che l’uomo ha avuto di recente: solo poche settimane fa, infatti, Romano ha avuto un infarto, cosa che ha cambiato irrimediabilmente il corso della vita di tutta la sua famiglia. Da quel momento, infatti, sarebbe diventato “irascibile, minaccioso”, avrebbe iniziato a stare “sempre a recriminare”, a rimproverare continuamente i suoi familiari di averlo trascurando, usando però “toni minacciosi, troppo”.
A questo si aggiunge che al piano sotto il loro in pratica abitava la madre di Fagoni, una donna anziana che da poco si era fratturata il femore e che quindi necessitava di parecchie cure ultimamente, cosa che preoccupava il figlio e che verosimilmente potrebbe aver acuito qualche tensione interna alla coppia.
Eppure venerdì sera una cena di coppia, insieme ai soliti amici di sempre, alla pizzeria vicino casa loro, il Tortuga, in cui Romano era praticamente di casa, sembrava stesse rimarcando il sereno: l’atmosfera al tavolo era tranquillissima, non c’era segno di alcuna tensione coniugale.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare cosa sarebbe accaduto meno di 24 ore dopo: di quell’apparente unione tra marito e moglie non sarebbe rimasto praticamente più nulla. Anzi, sarebbe rimasta solo la moglie.
Sabato sembrava una serata come tante a Nuvolento. Eppure intorno alle 19:30 una chiamata alla polizia è partita da una casa di via Carlina 20. Ad alzare la cornetta era stato un giovane adolescente di 15 anni. Era proprio il figlio di Raffaella e Romano: mentre erano a tavola e stavano cenando, la donna avrebbe accoltellato il marito, davanti agli occhi del loro secondogenito. Dei sei colpi che ha sferrato, uno è stato fatale, perché, stando alle ricostruzioni, avrebbe colpito l’uomo alla carotide e gliel’avrebbe tranciata.
“L’ho fatto per difendere mio figlio, l’aveva minacciato e volevo proteggerlo”: queste sono state le parole della Ragnoli durante l’interrogatorio. Adesso sta agli investigatori capire se è davvero così, anche se per adesso l’opzione “tutela del ragazzo” non sembra essere poi affidabilissima dal momento che, come ha osservato uno di loro, sei colpi sono troppi e sembrano essere qualcosa di più.
Saranno le indagini, quindi, a rivelare la verità. Intanto Raffaella è stata arrestata su disposizione del pm di turno, Flavio Mastrototaro e oggi si trova in carcere, a Verziano, e sta attendendo l’interrogatorio di convalida, mentre il figlio sembra aver confermato la versione della madre, che si è detta in pratica “esasperata” dal “clima familiare che lui (il marito, ndr) aveva reso insopportabile”.
L’unica pista che pare essere stata già esclusa è quella dei problemi economici, ma bisognerà indagare a fondo per mettere ogni tassello al suo posto. Intanto oggi il sindaco Giovanni Santini continua a ribadire: “Se c’erano tensioni tra loro erano ben nascoste tra le mura domestiche”.
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