È stato condannato a 7 anni e 4 mesi Aleksander Mateusz Chomiak, l’aggressore della turista israeliana alla stazione Termini di Roma.
Il ragazzo è stato giudicato con rito abbreviato per il tentato omicidio che ha avuto luogo il 31 dicembre del 2022, quando ha incontrato la giovane 24enne che si stava recando a Tel Aviv, nel proprio Paese d’origine. Secondo quanto ricostruito Abigail Dresner è stata aggredita non da un criminale ma da un folle, che già da prima di quell’episodio girava armato nella Capitale. A incastrare il colpevole, che viveva di espedienti ed è un coetaneo dell’israeliana, e portare gli inquirenti all’identificazione furono i video all’interno della stazione.
È stato assicurato alla giustizia Aleksander Mateusz Chomiak, il 25enne che la sera del 31 dicembre del 2022 si è reso protagonista di un gesto brutale e aggressivo, senza una motivazione precisa.
Le telecamere di sorveglianza della stazione Termini lo hanno ripreso mentre si avvicinava a una ragazza israeliana diretta a Tel Aviv per poi scagliarsi contro di lei con un coltello, abbandonarla in fin di vita e far perdere le proprie tracce.
Venne individuato il 31 gennaio da una coppia di carabinieri fuori servizio, su un treno diretto a Brescia e in realtà lui non aveva una fissa dimora e viveva di espedienti. Nel frattempo Abigail, che era stata trasportata d’urgenza all’ospedale Umberto I in codice rosso, se l’è vista brutta per i tre violenti fendenti scagliati forse in seguito a una banale discussione avvenuta poco prima. Però si è salvata da questa brutta avventura.
Per l’aggressore, accusato di tentato omicidio e porto di arma impropria, il pm Nicola Maiorano aveva chiesto 8 anni e 8 mesi di reclusione per questi reati e sebbene la perizia psichiatrica richiesta dal giudice lo ha giudicato capace di intendere e di volere, si è parlato comunque di un gesto folle, un raptus del momento senza nessuna motivazione in particolare, anche perché i due non si conoscevano e probabilmente avevano avuto solo un piccolo battibecco poco prima della violenza.
Dopo la convalida del fermo a Milano, Chomiak era stato trasferito nel carcere romano di Regina Coeli, dove inizialmente non voleva collaborare e anzi, negava ogni responsabilità nonostante le telecamere lo avessero incastrato perché ci sono riprese sul volto che eliminano ogni dubbio circa l’identità.
Le fasi dell’aggressione sono state riprese in totale e il gip di Milano, nell’ambito della convalida, aveva sottolineato la violenza e la spregiudicatezza nella scelta della vittima – una giovane donna che viaggiava da sola – ma anche nella commissione del fatto in un luogo pubblico e videosorvegliato.
Come sottolineato dallo stesso gip però, non è stato nulla fuori dall’ordinario per lui che viveva una quotidianità dedita alla criminalità e addirittura per sua stessa ammissione, spesso rubava per procurarsi da mangiare e l’ultimo di questi episodi era avvenuto 4 giorni prima della violenza.
Il polacco ha sempre negato però le responsabilità su queste accuse ma appare chiaro nei diversi frame dei filmati, che fu proprio lui a seguirla attentamente fino ad aspettare il momento perfetto, ovvero quello in cui si trovava da sola in uno dei tanti corridoi della stazione romana.
Dovrà scontare 7 anni e 4 mesi di carcere Aleksander Mateusz Chomiak, polacco fuggito dal suo Paese perché anche lì le forze dell’ordine lo conoscevano bene, era infatti ricercato per furto. La sua famiglia ne denunciò la scomparsa quando lui era già arrivato in Italia, dove non ha cambiato abitudini.
L’unico precedente nei suoi confronti era quello che abbiamo appena citato, risalente a 8 mesi prima del suo arrivo. Era stato già visto diverse volte aggirarsi per Termini, conosciuta come zona della Capitale abbastanza abbandonata al degrado, specialmente nella zona della stazione, non certo un luogo raccomandabile, soprattutto per ragazze sole che viaggiano nelle ore buie.
Conduceva una vita al margine, mendicando soldi e sigarette. Il suo nome era stato inserito, in seguito alla denuncia della famiglia, su un profilo Facebook che si occupa della ricerca di persone scomparse. Dopo i fatti, il post inserito il 14 dicembre 2022 è stato rimosso e i gestori della pagina hanno espresso vicinanza alla ragazza aggredita augurandole una rapida guarigione.
Il 25enne polacco era stato ricoverato anche in un ospedale a Roma in seguito a una perdita di conoscenza avvenuta in strada, poi il giorno successivo era stato portato in un centro di accoglienza per senzatetto.
L’ultima volta che la famiglia lo ha visto è stato il 23 ottobre del 2022, poi nel corso dei mesi successivi era stato avvistato in diverse città in Italia, dove era giunto nonostante non avesse con sé alcun documento. Dopo l’aggressione ci sono stati dei contatti con la madre, che cercava di convincerlo a tornare a casa ma senza riuscirci.
In più di un’occasione la donna ha parlato con lui, fino al fermo di gennaio, quando venne identificato su un treno per Brescia. Indossava lo stesso cappello con la visiera e abbigliamento scuro come quel giorno in stazione, è stato facile per i carabinieri fuori servizio Filippo Consoli e Nicoletta Piccoli, riconoscerlo e lanciare l’allarme verso gli agenti della polizia ferroviaria presenti in stazione.
Chomiak non ha opposto resistenza e dopo questa svolta, tante sono state le reazioni nel mondo politico per ringraziare l’operato delle forze dell’ordine.
Dalle analisi delle telecamere è evidente che il polacco abbia puntato la turista e seguita fino a quando è rimasta completamente sola. Non c’è stato un particolare movente e forse il giovane ha utilizzato quell’occasione come valvola di sfogo personale per le diverse vicissitudini che aveva vissuto.
Ricoverata in prognosi riservata, la giovane non è stata dichiarata mai in pericolo di vita ma le sue condizioni erano comunque parse molto gravi fin dall’inizio, specialmente per quanto riguarda uno dei fendenti, sferrato al torace.
Appena si è stabilizzata gli inquirenti l’hanno ascoltata m a loro ha raccontato di non essersi accorta che quel giorno qualcuno la stava seguendo e ha ribadito più volte di non aver mai visto il ragazzo in vita sua.
Esclusa quindi la pista del terrorismo, si indagava su altre ipotesi per il tentato omicidio, fra cui c’era anche la probabilità dell’assenza di un movente, fatto ancora più allarmante e forse, il più vicino alla verità.
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