[didascalia fornitore=”altro”]Jessica Valentina Faoro in una foto dal suo profilo Facebook[/didascalia]
Prime parziali ammissioni da parte di Alessandro Garlaschi, il tranviere di 40 anni accusato di aver ucciso a coltellate Jessica Valentina Faoro, 19 anni, nel suo appartamento di via Brioschi 93, a Milano, in uno stabile riservato al personale ATM. Secondo le sue prime dichiarazioni, Garlaschi avrebbe reagito al no della ragazza alle sue avances sessuali e le avrebbe tolto di mano il coltello da cucina, colpendola più volte all’addome e al torace fino a ucciderla. Gli inquirenti avrebbero trovato il corpo della 19enne semichiuso in un borsone, con segno di tagli e di bruciature: l’uomo, preso dal panico, avrebbe tentato di bruciarlo con l’alcol e di sezionarlo per nasconderlo nel borsone. Non riuscendosi, avrebbe tentato di tagliarsi i polsi: solo alla fine si sarebbe arreso, scendendo in portineria con gli abiti sporchi di sangue e chiamando gli agenti. “Ho fatto un guaio grosso”, avrebbe detto.
Gli indizi e le prime dichiarazioni sembrano dunque confermare l’ipotesi di un femminicidio, scatenato da un no della ragazza, fatta fin dal principio dagli agenti della Mobile di Milano. Al momento del fermo, gli inquilini del palazzo hanno insultato Garlaschi, portato via in manette e con le fasciature ai polsi. “Vergogna”, “spero tu marcisca in galera”, “sei un mostro”, gli hanno urlato.
[didascalia fornitore=”ansa”]Garlaschi mentre viene portato via dagli agenti[/didascalia]
Il 40enne si trova nel centro osservazione di neuropsichiatria all’interno del centro clinico del carcere ed è sorvegliato a vista.
Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, Garlaschi avrebbe accompagnato Jessica in un negozio di ottica per regalarle delle lenti a contatto il pomeriggio prima dell’omicidio, avvenuto intorno alle 3:30 del mattino: intorno alle 6 l’uomo avrebbe avvertito ATM che non sarebbe andato al lavoro, nella speranza di prendere tempo e far sparire le prove dell’omicidio.
Nella prima dichiarazione rilasciata agli agenti, il tranviere avrebbe raccontato di una colluttazione nata mentre lei gli stava facendo un’iniezione per il diabete. “Ho una ragazza morta in casa”, avrebbe detto una volta sceso in portineria con gli abiti insanguinati.
L’ultimo post su Facebook di Jessica risale al giorno prima l’omicidio ed è un selfie con la didascalia: “Un giorno senza sorriso è un giorno perso”. Il giorno prima aveva scritto: “Ci sono persone con cui perdi tempo e altre con cui perdi il senso del tempo. È solo una questione di scelte”.
Garlaschi viveva nell’appartamento con la moglie che non sarebbe stata in casa al momento del delitto ed è stata portata via in lacrime dall’appartamento dalla polizia in tarda mattinata: la donna è stata sentita dagli inquirenti e nulla è escluso.
Nel frattempo, emergono i dettagli sul perché Jessica viveva con loro. Figlia di un tranviere separato e dal passato difficile, la 19enne aveva risposto a un annuncio in cui Garlaschi affittava un posto letto in cambio di lavori domestici. Secondo quanto riporta Ansa, la ragazza era appena uscita da una comunità per ragazze madri dopo aver partorito un bimbo, dato in adozione.
Il quarantenne, definito “cupo e un po’ strano” da alcuni vicini, si era trasferito con la moglie da poco nell’appartamento, dopo aver vissuto per anni nello stesso condominio di via Brioschi, a seguito di alcuni problemi con una vicina che l’avrebbe denunciato per stalking.
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