Ragazza suicida in Sardegna perché ricattata per un video hard: indagati 3 amici

BARISTA SUICIDA PER VIDEO HARD, TRE INDAGATI

[didascalia fornitore=”ansa”]Michela Deriu[/didascalia]

Una giovane ragazza di 22 anni si è suicidata in Sardegna perché ricattata per un video hard, girato a sua insaputa. I Carabinieri di Olbia e Porto Torres stanno indagando sulla morte di Michela Deriu, barista di 22 anni di Porto Torres, in provincia di Sassari, che si è tolta la vita nella casa di un’amica a La Maddalena: la giovane si era rifugiata lì da qualche giorno dopo un’aggressione subita a casa di notte, durante la quale alcune persone le avrebbero rubato circa mille euro. Sulla sua morte indaga la Procura di Tempio Pausania: nel registro degli indagati sono finiti tre amici dopo il ritrovamento del filmato a luci rosse che sarebbe stato usato per ricattarla.

Il caso di Michela ricorda la vicenda di Tiziana Cantone, la donna campana suicida per un video hard finito online. Le indagini sono in corso e ci sono ancora molti punti da chiarire. L’ipotesi al momento è quella di un ricatto finito male: gli indagati, tutti conoscenti della giovane, sono stati sottoposti al fermo per far procedere le indagini e sono accusati a vario titolo con diverse ipotesi di reato, dall’istigazione al suicidio alla tentata estorsione fino alla diffamazione aggravata.

Ora si sta cercando di capire se e che ruolo abbia avuto ciascun indagato dopo il ritrovamento del video a luci rosse con la giovane protagonista: le tracce lasciate in rete hanno permesso di risalire al computer di uno degli indagati. L’ipotesi è che il filmato sia stato realizzato all’insaputa della ragazza e poi mostrato in rete: lei stessa lo avrebbe ricevuto sul telefonino.

Da qui la decisione di allontanarsi da Porto Torres anche in seguito all’aggressione subita qualche giorno prima del suicidio: Michela aveva raccontato ad amici e parenti di essere stata sorpresa in casa di notte da alcune persone che le avrebbero rubato mille euro, frutto delle mance sue e dei colleghi del bar.

La rapina, non denunciata alle autorità che ora stanno indagando e che l’hanno inserita nel fascicolo della sua morte, avrebbe trovato conferme dopo l’autopsia durante la quale sono stati riscontrati segni di percosse ed escoriazioni sul suo corpo compatibili con un’aggressione.

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