Paolo Berdini si sente un idiota per le frasi dette su Virginia Raggi. E si sente accerchiato, sia dai giornalisti che non gli danno tregua, sia dalla sindaca stessa che, di fatto, lo ha scaricato. L’idea, emersa nel vertice con la maggioranza romana, sarebbe quella di affiancargli un gruppo di lavoro, e i tavoli in Campidoglio sarebbero già pieni di curricula. Tanto che l’assessore all’Urbanistica, sotto sotto, sta sperando di essere mandato via per porre «fine all’agonia».
Berdini, dopo il caso scoppiato per le sue dichiarazioni ingenuamente rilasciate a un giornalista de La Stampa (la Raggi è «strutturalmente impreparata» e si è «circondata di una corte dei miracoli»), che hanno provocato uno scontro con la sindaca, più o meno rientrato, si sfoga a Repubblica. L’umore è quello di un uomo stanco, disilluso, consapevole che la sua esperienza al Comune di Roma tanto sarebbe finita lo stesso. «La verità è che mi vergogno. Ho combinato un casino, provocato un danno non solo a me stesso, quello ormai mi interessa poco, ma a Virginia e a una squadra che proprio non lo meritava. In tarda età scoprire di essere un perfetto idiota è davvero un brutto risveglio».
«Idiota» perché si è lasciato fregare da un giornalista che, in realtà, ha fatto soltanto il suo lavoro: aveva in mano lo scoop e non poteva tenerselo per sé: «Quel giorno, era un venerdì, mi sono svegliato all’alba, sono partito per Bologna, ho tenuto una conferenza, all’una ho ripreso il treno e sono arrivato a Roma alle quattro. Dopodiché sono andato a quella faticosissima assemblea nella sede dell’VIII municipio, durata quattro ore. Una volta finita, era tardi, un assessore 5 Stelle mi ha presentato ‘sto ragazzo. Nonostante fossi molto stanco, abbiamo cominciato a parlare. Lui non mi aveva detto di essere un giornalista. Mi ha fatto un mucchio di domande. E io mi sono abbandonato, riportando come un coglione dei pettegolezzi. Solo alla fine mi sono insospettito. E lui ha ammesso di fare il precario alla Stampa. Mi ha preso per sfinimento. Giurandomi che non avrebbe pubblicato nulla».
Poi la storia è nota: la Raggi imbufalita, lui che smentisce tutto, il quotidiano torinese che però pubblica il video che prova tutto, le dimissioni rispedite al mittente. Almeno per ora. «Sto malissimo – confessa l’assessore a Repubblica – I giornalisti mi assediano, ce li ho tutti qui sotto casa, ho dovuto staccare il cellulare e chiudermi dentro, senza più neppure la libertà di uscire a prendere una boccata d’aria». È consapevole che la Raggi sta pensando di sostituirlo, o perlomeno di affiancargli una squadra di controllo. Lui un po’ ci spera: «Almeno così finisce l’agonia, sarebbe forse la soluzione migliore. Tanto probabilmente fra un mese mi avrebbero cacciato lo stesso, dopo la fine della trattativa sullo stadio della Roma, che loro vorrebbero chiudere in un modo e io in un altro».
Di Battista: «Lo stadio si farà»
Il nuovo stadio della Roma, la questione più spinosa che sta affrontando Berdini, si dovrebbe fare. Parola dell’onorevole pentastellato Alessandro Di Battista: «Quando il Movimento dice che una cosa si fa, si fa. Ma non posso tollerare che il progetto stadio sia una minima parte di un progetto di un enorme quartiere. Sono sicuro che si metteranno d’accordo e troveranno una soluzione».
Raggi pensa a gruppo di lavoro attorno a Berdini
Tornando a Berdini, il suo futuro resta appeso a un filo. La Raggi è rimasta infastidita dalle sue parole e sta pensando di affiancargli qualcuno o di sostituirlo. Il nome più in voga al momento è quello di Emanuele Montini, collaboratore dell’assessore alla scuola Laura Baldassarre e considerato vicino all’assessore allo sport Daniele Frongia.
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