Virginia Raggi è indagata per alcune nomine della giunta di Roma. Tre i filoni di inchiesta in mano ai pm, due le accuse: abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Inchieste che fanno tremare la sindaca, tanto da mettere in dubbio la permanenza in Campidoglio. Lei ha dichiarato di voler andare avanti, forte anche del sostegno (almeno quello ufficiale) di Beppe Grillo, ma da qui alle prossime settimane, o mesi, non sono da escludere colpi di scena.
Tre le inchieste, dicevamo. Le prime due sono legate a Raffaele Marra (capo del personale del Campidoglio ed ex braccio destro) e al fratello Renato. L’ultima a Salvatore Romeo, promosso a capo della segreteria con un lauto aumento di stipendio, finito egli stesso sotto inchiesta per la storia delle polizze intestate alla sindaca.
Nomina Renato Marra: Raggi indagata per abuso d’ufficio
Il primo filone d’inchiesta riguarda la nomina di Renato Marra a capo del Dipartimento turismo del Campidoglio. Renato è il fratello di Raffaele, il capo del personale arrestato per corruzione. Per gli inquirenti il conflitto di interessi è palese e la sindaca non avrebbe fatto niente per impedirlo. Secondo la Procura «ha procurato intenzionalmente a Renato Marra un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito sia dalla nomina illegittima, sia dall’attribuzione di una fascia retributiva superiore a quella già posseduta». La Raggi, inoltre, non avrebbe nemmeno esaminato altri curricula, affidando l’incarico al fratello di Raffaele Marra.
Nomina Renato Marra: Raggi indagata per falso in atto pubblico
Strettamente legata alla prima, è l’inchiesta per falso in atto pubblico. «Questa cosa dello stipendio mi mette in difficoltà, me lo dovevi dire», scrisse Virginia a Raffaele. È uno degli sms al vaglio degli inquirenti che dimostrerebbe che la sindaca era al corrente della promozione di Renato Marra, e che quindi avrebbe mentito all’autorità Anticorruzione. All’Anac, infatti, aveva assicurato: «Sono stata io a scegliere Marra, ho fatto tutto da sola». E invece l’sms dimostrerebbe che era stata un’iniziativa di Raffaele, aggravata dal conflitto di interesse. Da qui l’accusa di falso.
Nomina Romeo: Raggi indagata per abuso d’ufficio
Anche il terzo filone di inchiesta contro la Raggi è per abuso d’ufficio. Stavolta al vaglio degli inquirenti c’è la nomina di Salvatore Romeo. Con una delibera del 9 agosto 2016, la sindaca lo aveva promosso da semplice dipendente comunale a capo della sua segreteria. Sotto osservazione, in particolare, lo stipendio triplicato. La delibera non specifica la somma finale ma lo fa intuire indicando lo scatto alla terza fascia dirigenziale. Se da funzionario del Dipartimento partecipate Romeo guadagnava 39mila euro l’anno, con il nuovo incarico ne avrebbe guadagnati il triplo: 120mila. Stipendio poi abbassato a 93mila euro dopo l’intervento dell’Anac. La delibera, inoltre, secondo i pm non sarebbe stata sottoposta al Gabinetto per verificarne la legittimità: da qui il presunto reato di abuso d’ufficio.
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