Un raid di Israele in Cisgiordania pone fine alla vita di Ibrahim Nabulsi. “Il leone di Nablus” il capo dell’ala militare di al Fatah. A pochi giorni dall’operazione Breaking dawn, lanciata da Israele in Palestina, a qualche ora di distanza dal cessate il fuoco mediato dall’Egitto.
E’ finita la latitanza del leader delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa, ucciso nella cittadina di Nabuls, in Cisgiordania, durante uno scontro a fuoco con i militari israeliani.
Durante il raid di Israele i militari di Tel Aviv, facendo irruzione nell’abitazione di Nabulsi, hanno trovato opposizione da parte di miliziani palestinesi scatenando un conflitto a fuoco, al termine del quale sono morte 3 persone e sarebbero almeno 30 i palestinesi feriti, di cui uno in gravi condizioni. Tra di loro si registrerebbe anche la presenza di una donna.
Le forze della difesa israeliane, invece, confermano la morte di colui che, fino a qualche ora prima, era considerato la primula rossa della Palestina.
Più volte, infatti, era riuscito a sottrarsi ai tentativi di arresto israeliani, Ibrahim Nabulsi, considerato da Stati Uniti ed Unione europea un terrorista. Era, infatti, a capo delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa il braccio armato di al-Fatah l’organizzazione politica e paramilitare palestinese.
Il 23 Luglio l’ultima volta in cui il terrorista è riuscito a farla franca. Rivisto in pubblico, durante un funerale, qualche giorno dopo, incitava alla resistenza e si prendeva gioco delle autorità israeliane. Stavolta non è riuscito a scampare al raid lanciato da Israele.
Solo pochi giorni fa lo stato ebraico aveva compiuto alcuni arresti eccellenti. A seguito dei quali, temendo una reazione palestinese, ha lanciato l’operazione Breaking dawn.
Decidendo di colpire per primi, hanno lanciato missili sulla striscia di Gaza colpendo ben 170 obiettivi strategici e militari, così come dichiarato da fonti israeliane. Le batterie di difesa israeliane, il sistema anti missile Iron Dome, ha intercettato, in seguito, svariati missili palestinesi diretti su Israele.
In quella circostanza aveva trovato la morte il comandante della Jihad islamica, Tayasir Jabari, assieme ad altre persone ed una bambina di cinque anni.
Solo grazie alla mediazione delle autorità egiziane si era riusciti nelle ultime ore ad ottenere e far rispettare un cessate il fuoco. Tregua grazie alla quale, con la riapertura dei valichi da parte di Tel Aviv, circa 14 mila lavoratori palestinesi hanno potuto riprendere il proprio impiego in Israele.
Intanto con la morte da martire di Nabulsi, prima dello scontro a fuoco ha registrato un messaggio audio diffuso attraverso i social media in cui annunciava la sua fine proprio da martire incitando a non abbandonare mai le armi, tutto viene rimesso in discussione.
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