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Il raid di Macerata e il razzismo fanno il loro ingresso nella campagna elettorale con toni che non accennano a placarsi. Dopo aver accusato la sinistra di avere “le mani sporche di sangue” per la morte di Pamela Mastropietro, Matteo Salvini interviene a proposito dell’attentato di stampo fascista contro migranti di colore portato a termine da Luca Traini, ex candidato proprio con la Lega. Dopo aver detto che “la violenza è sempre da condannare”, il leader del Carroccio indica nell’immigrazione il problema perché se, “fuori controllo porta al caos, alla rabbia, allo scontro sociale”. Immediata la replica di Laura Boldrini, già oggetto degli attacchi leghisti, che ricorda come “incitare all’odio e sdoganare il fascismo, come fa Salvini, ha delle conseguenze”. A mettere il carico arriva Silvio Berlusconi che al Tg5 propone di deportare 600mila migranti, definisce l’immigrazione “una bomba sociale pronta a esplodere”, per poi fare marcia indietro.
Lo scontro politico si fa più acceso. Salvini ha colto al balzo l’occasione per ributtare il tema immigrazione nell’agone della campagna elettorale, consapevole di parlare alla pancia del Paese con la definizione di “immigrazione fuori controllo” nonostante i dati dimostrino l’esatto contrario (qui il nostro fact checking sul tema migranti).
Pur prendendo le distanze da Traini, definito “un delinquente” (“Ci sono in Italia 8 mila comuni, non posso controllare tutti i candidati. Non sono uno psichiatra, noi controlliamo la fedina penale”), Salvini parla di “un’immigrazione fuori controllo, un’invasione come quella organizzata, voluta e finanziata in questi anni, porta allo scontro sociale”, dando la colpa alla sinistra.
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Non solo. Salvini non vuole definire l’attentato di Macerata di matrice fascista. “Questa cosa incredibile dell’allarme fascismo, del ritorno dei fascismi, dell’ondata delle camice nere mi sembra surreale e agitata da una parte politica che in sei anni ha dimostrato il suo nulla”, afferma a Radio 1.
Anche Berlusconi decide di cavalcare la tesi leghista e, nella serata di domenica 4 febbraio al Tg5 dichiara che “l’immigrazione è una questione urgentissima” e snocciola alcune cifre. “Oggi in Italia si contano almeno 630 mila migranti di cui solo il 5%, e cioè 30mila, ha diritto di restare in quanto rifugiati e cioè fuggiti da guerra e morte. Gli altri 600mila sono una bomba sociale pronta a esplodere, perché vivono di espedienti e di reati”.
Al passare delle ore però la posizione dell’ex Cavaliere si ammorbidisce. Intervenendo ad Agorà la mattina del 5 febbraio, bacchetta le posizioni di Salvini perché “le frasi contro la sinistra sono eccessive” e “a volte esaspera i toni”, e si dice favorevole alla proposta della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, di eliminare la parola “razza” dall’articolo 3 della Costituzione.
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“Gli italiani non sono razzisti, siamo ospitali. Non c’è un clima generale di odio ma qualche persona fuori di testa come il signore di Macerata che in questo clima ci sguazza”, dichiara alle telecamere di Rai3. Il raid di Traini è “incomprensibile: solo uno squilibrato può fare una cosa del genere, non ci vedo nulla di politico perché la politica non porta a queste follie”.
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Diversa invece la posizione di LeU, a partire da Laura Boldrini, che ha additato Salvini come il “mandante morale” del gesto di Traini. “Quanto accaduto oggi a Macerata dimostra che incitare all’odio e sdoganare il fascismo, come fa Salvini, ha delle conseguenze: può provocare azioni violente e trasforma le nostre città in un far west seminando panico tra i cittadini. Basta odio, Salvini chieda scusa per tutto quello che sta accadendo”, si legge in un post su Facebook.
La polemica raggiunge livelli altissimi e osceni sui social dove spunta un post in cui spunta un fotomontaggio shock in cui Boldrini viene sgozzata da un nigeriano. “Sgozzata da un nigeriano inferocito, questa è la fine che deve fare così per apprezzare le usanze dei suoi amici”, si legge nel testo. La Polizia postale ha subito individuato l’autore: si tratta di un 58enne della provincia di Cosenza.
Sul caso interviene anche Pietro Grasso che risponde a Berlusconi da UnoMattina: “Chi semina odio raccoglie violenza. Sono rimasto colpito dal fatto che il titolare della palestra ha espulso Traini, mentre un partito politico no. La società è stata capace di individuare il pericolo, la politica invece no”, dice il leader di LeU.
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