Il presidente dell’Iran Raisi ha affermato, lunedì 17 aprile, di aver invitato Ufficialmente il re dell’Arabia Saudita a visitare Teheran, dopo la ripresa dei rapporti diplomatici, dove è stata parte essenziale la Cina. Nel mentre, la guida Khamenei si è scagliata contro l’Occidente che ritiene responsabile della crisi interna e sociale.
Dopo la mediazione attuata dalle autorità cinesi che han ricucito i legami interrotti da oltre 7 anni tra Arabia Saudita e Iran si sta ora attuando nel concreto un percorso per riallacciare i rapporti diplomatici e cominciare una nuova collaborazione dopo le tensioni, ormai superate.
Oltre all’invito di Raisi, che vuole stringere legami con le nazioni orientali contrapponendosi sempre più a Stati Uniti e alle nazioni occidentali, emergono anche le parole di Khamenei in merito alla rivoluzione iraniana,che ha ripreso ardore dopo le nuove imposizioni sull’uso dell’hijab e anche sulle telecamere installate per il controllo delle infrazioni.
Con l’aiuto delle autorità di Pechino, il regime iraniano è riuscito a ricucire rapporti interrotti da molti anni con le autorità dell’Arabia Saudita, questo segna una svolta non trascurabile nei rapporti tra nazioni asiatiche e mediorientali e conferisce anche a Pechino il ruolo di nuova mediatrice internazionale.
Il portavoce del ministero degli esteri iraniano Kanaani ha precisato in merito all’invito effettuato dal presidente nei confronti del re Saudita che: Il presidente iraniano ha inviato un invito al re Saudita in cambio di un invito la Riyadh per lui”.
Le relazioni provengono da anni di tensioni che hanno oltretutto alimentato conflitti nel Medio Oriente e le autorità di Teheran e Riyadh hanno anche sostenuto fazioni opposte sia nello Yemen che in Siria e sembra che, ora, si sia riusciti ad arrivare a un accordo per porre fine ha una spaccatura diplomatica durata numerosi anni.
Le amministrazioni si stanno adoperando per poter riaprire le missioni e sembra che riprenderanno ufficialmente entro il 9 maggio. la notizia è stata condivisa dall’agenzia di stampa Tasnim news.
La ripresa della diplomazia tra Arabia Saudita e Iran è possibile grazie all’intervento della Cina che ha mediato tra le due nazioni in disaccordo e ciò sottolinea anche la crescente influenza di Pechino che guadagna terreno a spese degli Stati Uniti.
Kanaani nella dichiarazione rilasciata ha spiegato oltre che dell’invito effettuato da Raisi anche di ciò che pensa in merito agli Stati Uniti e ha precisato che attualmente: “non sono più una superpotenza e che e circostanze internazionali sono cambiate”. L’era dell’America come superpotenza è giunta al termine”.
Ha sostenuto inoltre che la Repubblica islamica iraniana ha scelto di adoperare un cambiamento di rotta dettato dalla “convergenza regionale per garantire interessi comuni”.
secondo gli analisti l’Arabia Saudita aveva enorme interesse nel porre fine alla guerra nello Yemen che vede una guerra costante contro gli houthi che sono notoriamente sostenuti dalle autorità iraniane.
Anche l’Iran sta attualmente affrontando una crisi notevole sia in ambito economico che è scaturita soprattutto dalle sanzioni usa emanate nel 2018 dopo che il presidente Trump ha deciso di ritirarsi dall’accordo nucleare JCPOA.
L’amministrazione valida in un attentato di avviare colloqui pacificatori ma nonostante 18 mesi di trattativa il percorso è concluso lo scorso settembre con le sanzioni ancora in essere.
Kanaani ha parlato di questo argomento durante le dichiarazioni rilasciate lunedì e ha sottolineato che teron non ha mai lasciato il tavolo dei negoziati con le nazioni occidentali. Ha affermato che: “Teheran non ha mai lasciato il tavolo dei negoziati con l’Occidente. Ha affermato che Teheran è pronta a proseguire i colloqui sulla base di una bozza di accordo presentata dall’Unione Europea lo scorso agosto.”
L’Iran è arrivato ad un livello di arricchimento dell’uranio che ha preoccupato enormemente tutte le autorità internazionali in quanto si tratta di una purezza pari a circa l’ottanta 4% e sulle basi di ciò che è stato appurato anche dall aiea soltanto in 12 giorni può il regime iraniano è in grado di costruire un’arma atomica.
Attualmente è in corso una controversia tra l’agenzia internazionale per l’energia atomica e il regime ma si tratta di azioni effettuate prima del 2003 e non a risalenti agli ultimi tempi. il capo dell’organizzazione grossi è stato in visita in territorio iraniano all’inizio di Marzo per cercare di appianare le divergenze presenti in merito alla questione del nucleare iraniano. dopo l’incontro sembra che il regime abbia accordato con l’aiea di poter monitorare le attività nucleari iraniane ma nonostante ciò successivamente gli incontri mirati a stabilire l’ha condotta dell’Iran in merito al programma nucleare non sono più stati effettuati.
Kanaani ha spiegato che: “i contatti con l’AIEA continuano, senza fornire alcun dettaglio. Grossi è stato in gran parte silenzioso dal suo viaggio a Teheran.”
La volontà delle autorità iraniane di riprenderne rapporti o cercare di rafforzarne altri è dettata sicuramente dal fatto di avere necessità di uscire dall’attuale crisi economica che ha messo in ginocchio la nazione ma nonostante ciò vuole rafforzare i legami soprattutto con chi dimostra di avere idee discordanti con l’occidente in maniera da creare Una sorta di divisione netta tra Occidente ed Oriente. Teheran e difatti sempre più vicina A Mosca e Pechino e sempre più contrapposta alle nazioni occidentali così come ha sottolineato Anna la guida Suprema dell’Iran ali Khamenei che si è scagliato contro chi si intromette nelle questioni statali fomentando il popolo e sovvenzionando una rivoluzione che non può che nuocere al popolazione iraniana.
la guida Suprema dell’Iran Khamenei ha presenziato ad un incontro con i vertici militari con i vertici militari e ah sottolineato nuovamente la sua posizione in merito alle nazioni occidentali e l’ho fatto con estrema durezza.
Stando alle informazioni emerse anche grazie a ciò che ha riportato Iran International si evidenzia una certa contraddizione nelle dichiarazioni del leader iraniano Raisi, dato che ha specificato chiaramente parlando con gli altri comandanti e i funzionari militari che i “nemici sono vincibili”, ma allo stesso tempo ha incolpato proprio quei nemici prima definiti invincibili come il più grande problema dell’Iran.
Ha riferito alla conferenza che: “I nemici possono essere sconfitti con tutti i loro calcoli apparentemente solidi e la loro potenza militare”.
Khamenei Ha sottolineato che si può ritenere soddisfatto dei progressi fatti dalle forze armate iraniane nonostante questi anni abbiano mostrato conflitti interni la rivoluzione scaturita dalla morte di Mahsa Amini ma che una profonda e radicata crisi economica e sociale.
Stando a quanto riferito dagli analisti la potenza militare è l’unica cosa che può vantare e il regime iraniano e pertanto ciò mostrerebbe in realtà la profonda incertezza che sta vivendo il regime iraniano. Il leader religioso non ha mai nascosto la sua posizione contrapposta in maniera durissima alle autorità occidentali, che ritiene responsabili della perdita di moralità italiana che caratterizza soprattutto la popolazione femminile e, secondo il leader, è sempre stato attuato dall’occidente un percorso che ha fomentato e finanziato le organizzazioni che hanno poi attuato il reclutamento del popolo per avviare la rivoluzione con l’intento di sconfiggere la Repubblica islamica iraniana.
Ha precisato che le forze armate iraniane non dovrebbero “concentrare i loro sforzi sulle azioni di “elementi deboli”, ma dovrebbero essere preparate e vigili contro i cospiratori dietro le quinte. Poteri arroganti intraprendono un conflitto da dietro le quinte ovunque ne tragga vantaggio”.
Ovviamente non è stato fatto riferimento diretto agli Stati Uniti, ma il gergo utilizzato dal leader e il classico che viene utilizzato dalle autorità iraniane per indicare per l’appunto le potenze occidentali.
Ha voluto sottolineare anche che: “È necessario prestare molta attenzione ai piani quinquennali o decennali del nemico, ma a medio e lungo termine le trame a termine dovrebbero essere considerate e monitorate.”
Gli analisti hanno affermato che quest’ultima affermazione rivela la natura del leader iraniano, che sempre più spesso punta su teoria di cospirazione e complotti che vedono coinvolte le nazioni europee ma anche gli Stati Uniti.
Nell’ultimo periodo Khamenei ha anche sostenuto un altro complotto che vede il coinvolgimento dell’esercito Usa In Afghanistan e Iraq e ha sostenuto in merito che: “Gli americani avevano interessi in Iraq e Afghanistan, ma il loro obiettivo finale era l’Iran islamico e, a causa delle solide basi della rivoluzione islamica, hanno fallito nelle loro avventure e nel loro obiettivo finale”.
Nonostante Khamenei abbiamo descritto gli Stati Uniti come deboli, ha voluto sottolineare, anche, che è necessario non sottovalutare il pericolo sostenendo che: “In nessun momento si dovrebbero ignorare le macchinazioni e le trame del nemico.”
Raisi intraprende nuove alleanze diplomatiche mentre Khamenei cerca un capo espiatorio per la rivoluzione che attanaglia l’Iran.
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