L’ultimo rapporto Oxfam denuncia l’aumento della diseguaglianza nel mondo. Gli otto uomini più ricchi del pianeta guadagnano quanto la metà più povera. La situazione peggiora anche in Italia, dove l’1% ricco possiede il 25% della ricchezza nazionale. E la Ong inglese lancia una petizione chiedendo un intervento ai potenti del mondo riuniti a Davos, in Svizzera.
I dati Oxfam confermano che l’1% dei ricchi del pianeta possiede quanto il restante 99% delle persone. La forbice tra ricchi e poveri è in costante aumento, tanto che tra 25 anni potrebbe esserci il primo trillionario, un supermiliardario con una ricchezza superiore a mille miliardi di dollari. Cifre da capogiro. Oggi gli otto più ricchi del mondo possiedono la ricchezza di 3,6 miliardi di poveri. Chi sono gli otto paperoni? Ecco la lista, secondo Forbes.
Disuguaglianza in aumento in Italia
Situazione analoga in Italia, dove il 25% della ricchezza è in mano all’1% più facoltoso. I primi sette Paperoni italiani (tra cui Silvio Berlusconi e Giorgio Armani) possiedono quanto il 30% degli italiani più poveri. Il 20% della popolazione più ricca, spiega la Ong, detiene poco più del 69% della ricchezza nazionale netta. “È ormai tempo che anche in Italia il governo e le principali forze politiche si facciano davvero carico di queste preoccupazioni ed inizino a porre in atto misure concrete per attuare un nuovo modello economico – afferma Elisa Bacciotti, direttrice di Oxfam Italia –, un’economia umana che dia alle persone salari dignitosi, servizi pubblici di qualità e uno sviluppo economico che rispetti il pianeta”.
La petizione di Oxfam ai potenti del mondo
Nel mondo sette persone su dieci vivono in nazioni dove la diseguaglianza è aumentata. Un altro dato interessante di Oxfam è che, in base ai trend attuali, le donne riusciranno a raggiungere lo stesso livello retributivo degli uomini tra 170 anni.
La Ong ha lanciato una petizione agli uomini più potenti del mondo, riuniti tra le montagne incantate di Davos per il World economic forum. Questi gli interventi richiesti: politiche per contenere la concentrazione di ricchezza; stop alla concorrenza fiscale al ribasso; sostegno a modelli di business non orientati solo alla massimizzazione del profitto; sviluppo di innovazioni tecnologiche a vantaggio di tutti; transizione verso le energie rinnovabili; promozione dello sviluppo non solo in base al pil ma anche a indicatori sul benessere dei cittadini.