Dal 31 luglio per molte famiglie l’Rdc verrà sospeso, ma ci sono delle alternative per ottenere comunque un sussidio. Ecco quali.
Ormai lo sappiamo, dal 31 luglio saranno in molti a dover rinunciare al Reddito di Cittadinanza. Il sussidio, infatti, sarà sospeso per chi ha già ricevuto le 7 mensilità previste. Da agosto, comunque, non si rimarrà completamente privi di aiuto: esistono dei sussidi in sostituzione dell’Rdc da attivare a seconda della propria situazione. Vediamo.
Sono 159 mila le famiglie per cui il Reddito di Cittadinanza non è più una realtà, a motivo della scadenza dei 7 mesi previsti per il 2023. A cui si andranno ad aggiungere altri 88 mila nuclei familiari che attenderanno la riattivazione della misura. Comunque, ci sono delle alternative.
Si tratta di sussidi a cui si può accedere una volta scaduto il proprio Reddito di Cittadinanza, che dipendono dalla propria situazione economica e sociale.
Le 3 categorie principali che vengono contemplate, in particolare, sono: famiglie con soggetti fragili, nuclei familiari in particolare stato di disagio sociale e disoccupati in condizione di poter lavorare.
A seconda della categoria a cui si appartiene, l’Rdc può essere interrotto definitivamente, sospeso con possibilità di riattivazione entro ottobre più arretrati, o prolungato fino al 31 dicembre di quest’anno.
In base alla sorte che ci spetta, possiamo comunque beneficiare di sussidi sostitutivi. In particolare, parliamo del SFL, il Supporto per la formazione e il lavoro, e dell’AdI, l’Assegno di Inclusione. A chi spettano i diversi sostegni?
Il denominatore comune dei vari punti della riforma sul Reddito di Cittadinanza è la fragilità sociale. In buona sostanza, coloro che, avendo tra i 18 e i 59 anni, non si trovano in una condizione di fragilità sociale e non hanno circostanze che gli impediscono di lavorare non possono più ricevere l’Rdc.
Il nuovo sussidio denominato Assegno di Inclusione si riferisce a chi ha non solo difficoltà economiche, ma anche impedimenti che non gli permettono di lavorare. Di conseguenza, questa nuova misura prevista per il 2024 non riguarderà i disoccupati che non hanno condizioni familiari, fisiche o sociali che gli impediscono di trovare un altro lavoro.
Potranno usufruire dell’AdI i disoccupati con minori, persone di almeno 60 anni o disabili a carico.
La seconda misura prevista a partire da settembre in sostituzione dell’Rdc riguarda i disoccupati tra i 18 e i 59 anni che possono ancora lavorare, di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente. Per loro è pronto il Supporto alla formazione e lavoro, un aiuto per inserirsi nel mondo del lavoro.
La misura prevede un’indennità di 350 euro al mese per massimo 12 mesi, per coloro che partecipano a progetti di formazione, orientamento, riqualificazione professionale e politiche attive del lavoro. Si può presentare domanda per ricevere l’indennità online, solo dopo aver aderito ad un percorso di formazione.
In particolare, sembrerebbe essere in cantiere la possibilità di attivare l’indennità dopo che è stato sottoscritto il Patto di attivazione digitale, senza che si debba aspettare l’inizio del percorso di formazione. Nell’attesa di settembre, comunque, questi soggetti possono rivolgersi ai Centri per l’impiego competenti nella loro zona.
Come abbiamo anticipato, alcuni nuclei familiari continueranno a beneficiare del Reddito di Cittadinanza fino al 31 dicembre 2023.
Si tratta di nuclei familiari in cui sono presenti disabili, minorenni o over 60. Una volta scaduto l’Rdc a dicembre, queste famiglie potranno ricevere in sostituzione l’Assegno di Inclusione, la cui entrata in vigore è prevista dal 1° gennaio 2024.
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