La Svezia è stato uno dei paesi più “morbidi” nei confronti della pandemia: nella speranza di ottenere l’immunità di gregge, il governo non ha imposto lockdown o particolari restrizioni. Questo approccio si è poi rivelato controproducente e anzi, è stato definito fallimentare nientemeno che proprio dal re di Svezia.
Carl XVI Gustaf ha commentato pubblicamente la strategia posta in atto nel paese per contrastare il Covid, voluta dall’epidemiologo di Stato Anders Tegnell, criticandola. Una scelta inaspettata ma dovuta all’aumento giornaliero di nuovi casi e di decessi.
Re di Svezia: abbiamo fallito
Nel tradizionale intervista di fine anno alla televisione nazionale Stato Svt, il sovrano ha sottolineato la sofferenza del popolo e che, alla luce dei tantissimi morti e dei circa 6mila nuovi casi al giorno, si possa dire che la Svezia ha fallito.
Tutto aperto, compresi i ristoranti e scuole, distanziamento e responsabilità sociale non sono bastati a raggiungere l’immunità di gregge né a limitare i danni. Infatti, la Svezia oggi conta 350mila contagi e 7.800 morti (1.800 da inizio novembre), numeri decisamente più alti delle vicine Norvegia e Danimarca, che hanno un tasso di mortalità inferiore rispettivamente di 10 e 5 volte.
Sorpreso dalla seconda ondata ma comunque ancora sostenitore dell’approccio soft è Tegnell, la cui popolarità secondo un sondaggio Ipsos è in picchiata (59%, -13%), come scendono la fiducia nel sistema sanitario nazionale (che passa dal 68& al 52%) e nelle autorità (solo 34%).
Il paese in difficoltà
Nel paese da questa settimana sono in vigore nuove norme restrittive in vista delle feste per provare a limitare i danni. Anche perché le strutture sanitarie sono in difficoltà. Attualmente i ricoverati sono 2.400, numeri pari a quelli di aprile
Lars Falk, un operatore dell’unità di terapia intensiva all’ospedale Karolinska di Stoccolma, ha fatto sapere che il governo quest’estate aveva previsto tre scenari diversi, preparandosi al peggiore, peccato che la situazione sia ben più grane di quanto preventivato.