Tutto da rifare e tutto da decidere al ritorno tra Real Madrid e Manchester City. Nella prima semifinale di Champions League tra la squadra di Carlo Ancelotti e quella di Pep Guardiola, infatti, al vantaggio di Vinicius Junior nel primo tempo, ha risposto nel secondo Kevin De Bruyne. Nella partita, gli inglesi hanno dimostrato valori tecnici e tattici probabilmente superiori rispetto a quelli dei diretti avversari, ma negli eventi della partita le Merengues non hanno fatto sconti e sono riusciti a mettere in difficoltà i ragazzi di Guardiola con le loro qualità individuali e quella dose di cinismo che solo loro hanno in Europa e soprattutto in Champions League. Al ritorno la partita, quindi, resta apertissima e per molti si tratta di una finale anticipata. Ma ora riavvolgiamo il nastro e vediamo quali sono gli eventi che hanno scandito il match.
Il Real Madrid sembrava poter avere la meglio degli inglesi di Pep Guardiola anche in quest’occasione, ma un gran tiro dalla distanza del centrocampista belga ha pareggiato i conti all’improvviso e fissato il punteggio sull’1-1. Nel primo confronto tra le prime due favorite per la vittoria finale ha comunque regnato l’equilibrio che è stato spiazzato solo da alcune grandi giocate dei singoli. Proprio per questo, si tratta di un punteggio che in realtà è parso giusto per quanto gli ospiti sono riusciti a esprimere in campo, con il gran lavoro svolto dal centrocampo e soprattutto dagli esterni. Chi è mancato è il grande protagonista di giornata, Erling Haaland, ben controllato da Rudiger e dalla retroguardia avversaria, soprattutto incapace, almeno per una volta, di tramutare in gol le poche occasioni da gol avute durante i novanta minuti. Un’altra particolarità del match odierno è che Guardiola non ha effettuato neanche una sostituzione: sinonimo di fiducia per i suoi ragazzi, ma soprattutto di una condizione fisica estremamente buona e che ha permesso di mantenere dei ritmi alti per tutta la partita.
La prima semifinale di andata di Champions League tra Real Madrid e Manchester City è una finale anticipata, secondo molti, l’ennesima di questa edizione delle sorprese della coppa dalle grandi orecchie. Ma stavolta un po’ di più. Da una parte, infatti, e questa settimana davanti a un Santiago Bernabeu tutto esaurito, ci sono i re della competizione, guidati da un altro re, Carlo Ancelotti, che sa bene come vincere partite del genere e arrivare fino in fondo, dall’altra chi invece è sempre arrivato a un soffio da alzare il trofeo più prestigioso per i club al cielo e poi si è fermato sul più bello, anche se in panchina c’è un mago come Pep Guardiola. Probabilmente a livello tattico uno dei massimi innovatori di questo sport negli ultimi venti anni, ma che ora è a secco da un po’ troppo tempo e vuole stravolgere questo trend negativo. Almeno rispetto a quello che ci si aspetta da lui.
Fare pronostici è davvero difficile, sicuro è che i due tecnici hanno scelto di mettere in campo i migliori per provare a ipotecare fin da subito la finale di Istanbul del 10 giugno, che forse vale anche un pezzetto di Champions League. L’emiliano sceglie per la porta la sicurezza che solo Thibaut Courtois può dare, davanti al belga per la fascia destra, per la squalifica di Eder Militao, opta per l’adattamento di Eduardo Camavinga, mentre a sinistra c’è il solito Daniel Carvajal. I soliti ci sono anche al centro della difesa: David Alaba e Antonio Rudiger, e i soliti, ancora, compongono anche il centrocampo stellare dei Blancos: Luka Modric, Toni Kroos e Federico Valverde. Davanti, poi, la qualità non manca, e come potrebbe: i due giovanissimi brasiliani Vinicius Junior sulla destra e Rodrygo sulla sinistra supportano la punta centrale, il più fresco dei Palloni d’oro, Karim Benzema. Da lui, dopo le straordinarie prestazioni dello scorso anno, ci si aspetta sempre un po’ di più, soprattutto ci si attendono i gol che possano permettere ai bianchi di superare probabilmente la squadra più forte di questa edizione e che più ha dimostrato nel corso della stagione.
Il catalano, per cui questo potrebbe essere quasi un clasico, risponde con Ederson tra i pali, Manuel Akanji al posto di Nathan Ake, infortunato, John Stones e Ruben Dias al centro della difesa, e Kyle Walker sulla sinistra. Al centrocampo delle stelle del Real, poi, Guardiola ne contrappone un altro che ha da invidiare al primo solo i trofei internazionali, ma questa è l’occasione giusta per cercare di iniziare a vincerli, e quindi Rodri, Ilkay Gundogan e Kevin De Bruyne faranno da schermo a Jack Grealish, il mostro Erling Haaland, arrivato solo da un anno in Premier League e già in grado di polverizzare ogni record, e Bernando Silva. Quest’ultimo è un calciatore fondamentale per esprimere le sue trame di gioco, uno di quelli che è insostituibile in partite così e che permette sia di dare continuità ed equilibrio alla manovra, sia di creare puntualmente la superiorità numerica e di sfiancare gli avversari che sono costretti a marcarlo.
E quindi è tutto pronto per il fischio iniziale di Artur Soares Dias. A iniziare più forte è la squadra ospite, che porta subito il difensore centrale ex Roma a commettere un fallo. Passano i minuti e il City continua a crescere, specialmente con De Bruyne che, poi, dalla bandierina è un po’ impreciso. È sempre il belga, però, a rendersi pericoloso nonostante non riesca a pungere davvero la squadra di Ancelotti, che in una qualche maniera regge anche al possesso palla prolungato degli inglesi, oltre che ai colpi di testa di Haaland.
Fanno capolino anche le merengues, però, nell’area avversaria, ma è quasi un lampo, perché a condurre la partita, anche nella fase successiva, è il Manchester City che cerca di sfondare sugli esterni con grande qualità e di mettere in difficoltà il Real Madrid con le continue sovrapposizioni degli esterni che arrivano sul fondo. I padroni di casa, invece, sono costretti in difesa e al massimo alzano la pressione quando portano il pallone i centrali o addirittura Ederson.
È davvero difficile trovare spazi per gli inglesi nelle linee strette della squadra di Ancelotti, ma i ragazzi di Guardiola non forzano comunque la giocata verso Haaland, continuando a far girare il pallone per poi accelerare solo in caso di apertura dello spazio giusto. Neanche i centrocampisti dei Blancos, probabilmente i più qualitativi al mondo, riescono a riconquistare il loro dominio con la palla, forzando un po’ troppo le giocate. Si sa, però, che quando è in campo il Real Madrid ci si può aspettare degli acuti da un momento all’altro e che, se si lasciano anche dei piccoli spazi ai campioni in carica, sono probabilmente i migliori al mondo a sfruttarli. Al 25esimo, c’è la prima vera occasione da rete per il Real Madrid: Rodri perde il pallone e Vinicius parte palla al piede per poi scaricare un cross pericolosissimo per Benzema. Si mette in mezzo Stones con un intervento magnifico in scivolata che vanifica la grande giocata dell’esterno d’attacco brasiliano. Il difensore, spesso avanzato a centrocampo, è un altro uomo chiave per Guardiola, uno di quelli che riesce a dare solidità alla fase difensiva, ma poi anche a farsi vedere in zona offensiva quando serve, ad alzare il baricentro, e fondamentale nei calci piazzati.
Il pubblico si scalda e le Merengues alzano sempre di più la pressione per mettere in difficoltà la filosofia degli ospiti. Il City, però, come da istruzioni di Guardiola, non butta mai via il pallone, anzi si creano lo spazio per ripartire sugli esterni offensivi. Succede anche al 26esimo, quando Ederson rischia, ma poi verticalizza bene per Grealish. L’inglese salta l’avversario e viene abbattuto da Carvajal che, però, non viene ammonito, scatenando l’ira della panchina Citizens. Le giocate degli esterni d’attacco di Guardiola, visto che il Real Madrid è ben chiuso nella sua area di rigore, risultano fondamentali per far saltare il banco e creare la superiorità numerica. Rispetto alla mole di gioco creata, però, gli inglesi riescono a concludere poco in porta, soprattutto a concretizzare in rete le tante giocate effettuate nel primo terzo di partita. Al 28esimo, invece, è il Real Madrid a recriminare: Gundogan viene steso da Rudiger dopo un duro contrasto e il pallone arriva sull’out sinistro dove i padroni di casa hanno spazio per ripartire. L’arbitro, però, vedendo il tedesco a terra, sceglie di bloccare l’azione. A protestare poi è anche il Manchester che avrebbe voluto l’assegnazione del fallo per l’intervento dell’ex Roma. Il gioco si ferma per un paio di minuti e tutti corrono a dissetarsi per poi rientrare velocemente in una partita bloccata e in cui, fino a questo momento, prevalgono le difese.
Al 31esimo, il Real passa all’attacco: Carvajal tenta un bel cross per Benzema che non ci arriva solo per pochi centimetri. La partita sembra cambiare, a questo punto, ma il centrocampo del Manchester City torna rapidamente in cattedra, soprattutto grazie alle giocate di Bernardo Silva e De Bruyne, capace di superare con degli scambi rapidi dello stretto le linee dei Blancos. Di tiri in porta, però, non se ne vedono né da un parte, né dall’altra, anche se la crescita del Madrid continua a essere evidente, soprattutto sulla fascia sinistra dove Walker sembra in grande difficoltà a contenere le discese degli uomini di Ancelotti. Non è una questione di velocità nell’allunga, ma soprattutto della differenza di struttura rispetto a Vinicius e soprattutto perché le continue sovrapposizioni da quel lato, sia verso l’interno sia verso l’esterno, diventano presto complicate da arginare. Al 35esimo, c’è un’altra grande occasione per il Real: Valverde scambia con Carvajal e spacca in due il campo, poi mette al centro un grande cross per Benzema. Il francese, però, sbaglia lo stop e poi tocca con il braccio, vanificando quanto di buono fatto dai suoi compagni fino a quel momento. È comunque un segnale di quale direzione stia prendendo la partita. Le cose belle viste fino a quel momento si tramutano anche in gol: Camavinga sfonda ancora a sinistra, lì dove il City stava soffrendo di più, poi scarica il pallone per Vinicius che scarica un destro potente dal limite dell’area che termina direttamente sotto l’incrocio dei pali. È un gol fondamentale che sblocca una partita, fino a quel momento, bloccata ed è arrivato anche grazie a un tocco meraviglioso di Modric che ha lanciato l’azione di Camavinga. Il croato, quindi, si conferma uomo decisivo soprattutto nelle partite di cartello, quelle che contano di più, e dimostrano per l’ennesima volta come in campo europeo la gestione del pallone e dei tempi di gioco, ma soprattutto le verticalizzazioni al momento giusto, siano decisive per cercare di aprire le difese avversarie e trovare gli spazi giusti per andare in porta. Una grossa lode va fatta anche a Vinicius che, in questa stagione, ha vissuto la sua definitiva e decisiva consacrazione aggiungendo al dribbling che ha sempre evidenziato nel suo repertorio quella dose di gol e assist che lo rendono uno dei migliori al mondo nel suo ruolo e ancora con tanti margini di miglioramento.
Il Real vuole sfruttare l’onda lunga della rete, spinto dalla gioia di tutto lo stadio Santiago Bernabeu, ma non crea grandi pericoli. I ragazzi di Guardiola, invece, cercano di tenere il più possibile il pallone e tornare così a comandare la partita, anche se fino a quel momento non ha portato grossi frutti. Serve anche a scaricare l’energia del Real Madrid che in questa maniera è costretto a riposizionarsi in fase difensiva per non concedere spazi agli inglesi. Al 42esimo, la reazione del Manchester diventa sempre più importante: Gundogan mette al centro un cross basso su cui, però, non arriva nessun compagno. Il tedesco è la vera bilancia in mezzo al campo per i Citizens, colui che è capace di rallentare o accelerare l’azione all’improvviso, ma soprattutto di inserirsi fino all’area di rigore avversaria e anche rifinire l’azione. Anche se questa sera gli sta riuscendo poco. I padroni di casa si salvano anche sul calcio d’angolo successivo e, in questo modo, legittimano la loro intenzione di arrivare al riposo in situazione di vantaggio.
Al 44esimo, arriva un’altra giocata meravigliosa da parte di Modric: il croato aggancia un pallone rinviato da Stones con il tacco facendo impazzire tutto lo stadio. Sembra un vezzo, ma è tutta la classe e il talento dell’ex Pallone d’Oro. Un minuto dopo c’è il primo parapiglia della partita: mentre un cross di De Bruyne si sta spegnendo sul fondo con Grealish che lo stava rincorrendo, Carvajal spinge via l’esterno d’attacco che finisce sui cartelloni pubblicitari. L’inglese, mentre si sta rialzando, ha una piccola reazione e lo spagnolo vola a terra, accentuando molto quanto accaduto. Un duello che andrà seguito a lungo durante tutta la partita e che promette continue scintille. Il golden boy classe 1995 è noto per un carattere non proprio semplice da gestire, ma anche per qualità tecniche che nell’ultimo anno l’allenatore ex Barcellona e Bayern Monaco è riuscito totalmente a inglobare nel contesto di squadra, fino a strappare il posto da titolare indiscusso rispetto alla stessa partita di un anno fa.
Al 47esimo, proprio negli attimi finali prima del fischio di metà tempo, arriva il primo cartellino giallo della partita. Kroos abbatte Gundogan che l’aveva agilmente saltato in dribbling: un intervento vistoso e pericoloso che merita l’ammonizione. Sul calcio di punizione successivo, Courtois sale in cattedra e respinge il pallone in uscita dando grande sicurezza al reparto. È l’ultimo atto della prima frazione di gioco, quella in cui il Real Madrid è riuscito a legittimare il vantaggio per 1-0 con una partita attenta e concentrata. Il Manchester City, invece, ha poco da recriminare: è vero, ha tenuto molto di più il pallone, ma raramente ha messo realmente in difficoltà i campioni in carica negli ultimi trenta metri, a parte i primi scampoli della partita.
Nonostante il risultato del primo tempo stia dando torto ai suoi, Guardiola decide di non fare alcun cambio e lo stesso vale per il Real Madrid. I Blancos partono subito con una verticalizzazione per tentare di sorprendere gli inglesi, ma lo schema non riesce. Sarà una costante che determinerà gran parte della ripresa. Il possesso poi, un po’ come successo all’inizio del primo tempo, resta costantemente del Manchester City con gli spagnoli chiamati a difendersi, spesso anche con una linea difensiva piuttosto bassa per non lasciare la profondità ai campioni d’Inghilterra. Al 47esimo, i Citizens tentano di sfondare sulla sinistra, ma Carvajal è attento e chiude sul fondo. È un primo segnale di quanto sarà fondamentale l’attenzione difensiva per il Real Madrid per portare a casa il risultato. I Blancos, però, all’inizio di questo secondo tempo, hanno anche maggiore sicurezza nel possesso palla e iniziano a far girare a vuoto gli avversari. Al 50esimo, i campioni d’Europa in carica ne approfittano con una grandissima azione: Vinicius si accentra e inizia a scambiare la sfera con Benzema, poi arriva anche Carvajal che con il tacco serve il centravanti francese. Il tiro del Pallone d’Oro, però, termina di poco alto sulla traversa. L’attaccante sembra un po’ meno lucido e meno cinico del solito: sicuramente è merito dell’ottima pressione che effettua la difesa degli inglesi su di lui, ma nella scorsa stagione è servito veramente poco spazio al Blanco per decidere il doppio confronto e la qualificazione.
Un paio di minuti dopo, però, arriva una reazione convincente del Manchester City. Stavolta, i ragazzi di Guardiola sfondano sulla destra e De Bruyne finisce tutto solo davanti a Courtois, anche se in posizione un po’ decentrata. Il tiro dell’ex Wolfsburg, però, è angolato, potente e preciso e serve un intervento pazzesco del portiere belga per evitare il gioco. In realtà, poi si alza la bandiera: era fuorigioco. Si tratta comunque di un segnale importante alla partita, tanto che i Citizens alzano il pressing e iniziano a creare occasioni da gol a ripetizione. A salire in cattedra è proprio De Bruyne che ci prova con un paio di conclusioni o assist in profondità, ben coperti dalla difesa avversaria. Il fortino del Real Madrid, per ora, tiene ma l’andamento della partita sembra presagire qualcosa di molto diverso per l’ultimo pezzo di gara. Un’occasione ce l’ha anche Haaland, fino a questo momento veramente poco pericoloso e ben controllato, ma il suo tentativo viene neutralizzato da una bella copertura in scivolata da parte di Alaba. Dopo aver fatto sfogare gli ospiti, si rivede in avanti il Real: Rodrygo ci prova in ben due occasioni, ma in entrambe le occasioni la retroguardia chiude bene.
La pressione dei padroni di casa continua con un paio di calci d’angolo che vengono giocati fuori in modo da scaricare i tiri dalla distanza di Valverde e Kroos, in entrambe le occasioni fuori bersaglio. Il City soffre soprattutto dalla parte di Camavinga che, con le sue discese prorompenti, diventa praticamente incontenibile per gli ospiti. Al 60esimo, Ancelotti lamenta anche un mancato giallo per Rodrygo, autore di un fallo tattico in mezzo al campo. Al 62esimo, il Real protesta anche un calcio di rigore per un intervento in area di Grealish: il pallone sbatte sul braccio dell’attaccante, ma l’arbitro pensa non sia abbastanza per assegnare il penalty.
In questa fase, i padroni di casa stanno legittimando a pieno il vantaggio e la sensazione è che presto possa arrivare presto anche il raddoppio. Al 64esimo, è ancora Rodrygo a far impazzire la difesa di Guardiola con un paio di dribbling meravigliosi nello stretto che portano a un altro calcio d’angolo. Il Manchester non riesce neppure a uscire dalla sua area di rigore e il Real continua a fare il bello e il cattivo tempo con Vinicius e ancora Rodrygo. Gli ospiti, dopo essere usciti indenni dal momento peggiore della partita, si rifanno vedere in attacco, ma le imprecisioni di Bernardo Silva non portano a vere e proprie occasioni da gol. Al 67esimo, però, di contro al vero e proprio andamento del match, arriva un gol clamoroso che pareggia i conti: il pallone viene scaricato dietro a De Bruyne che scarica un tiro meraviglioso di mezzo esterno che non lascia scampo a Courtois. La conclusione è bellissima, esce fuori da qualsiasi dinamica tattica, perché il belga non aveva tutto questo spazio per centrare la porta. Eppure ha scagliato una bomba precisa e potente su cui neanche il portiere più forte del mondo e suo vecchio rivale in amore può fare tanto.
Ancelotti impazzisce per proteste, secondo lui il pallone da cui era nata l’azione era uscito dal campo, tanto da invalidare tutto quello che è successo dopo. Il tecnico ex Milan viene anche ammonito, ma il Var conferma la decisione presa in diretta dalla squadra arbitrale: il risultato ora, proprio nel momento in cui il Real sembrava in pieno controllo della partita, è sull’1-1. I Blancos, però, cercano di non abbattersi e si fanno rivedere subito in attacco: Carvajal sfonda sulla fascia destra e salta Gundogan che lo stende. Il centrocampista tedesco, quindi, viene ammonito e le Merengues hanno a disposizione un buon calcio di punizione che, però, Alaba spara alto sopra la traversa. Il pubblico inizia a fischiare, un po’ per frustrazione, un po’ per paura, e ovviamente all’indirizzo della squadra avversaria, mentre Haaland cerca finalmente di entrare in partita facendo salire la squadra. De Bruyne tenta un bel pallone tagliato sul secondo palo per l’inserimento di Stones, ma il colpo di testa del centrale termina subito sul fondo.
Quando manca poco più di un quarto d’oro al termine, la partita resta estremamente elettrica e aperta a qualsiasi risultato, ma inizia a farsi sentire anche un po’ di stanchezza tra le due squadre che si nota soprattutto nella pressione alta che entrambi portano sui portatori di palla, ora meno continua ed energica. Probabilmente si tratta soprattutto del timore di perdere già il primo confronto e, quindi, di rendere molto più complicato il passaggio del turno. Intanto sugli spalti iniziano a farsi sentire con sempre più continuità anche i tifosi del City soddisfatti da un pareggio che lascerebbe tutto nelle mani del Manchester di fronte ai propri supporters in Inghilterra. Al 76esimo, ancora nessuno dei due allenatori ha effettuato alcuna sostituzione, segno che comunque entrambi i tecnici sono soddisfatti della prestazione dei singoli, nonostante la stanchezza inizi a essere visibile in campo.
Al 77esimo, Valverde tenta una grande giocata personale sulla fascia di destra. Il tunnel su Akanji è meraviglioso, ma poi il suo cross viene facilmente controllato dalla difesa. In realtà, rispetto al solito, i tentativi di uno dei migliori volanti del pianeta sono ben contenuti dalla retroguardia e soprattutto dal centrocampo avversario, particolarmente attenti a non lasciargli spazio nella zona destra del campo e in allungo. Un minuto dopo è ancora il Real Madrid in attacco. Su calcio piazzato, Kroos pennella un pallone stupendo per Benzema che colpisce di testa da posizione un po’ defilata: il tentativo del francese viene respinto da un attento Ederson in tuffo e l’azione sfuma nel nulla. Al 79esimo, c’è un altro ammonito. Questa volta si tratta di Camavinga che, in marcatura preventiva, interviene duramente su Rodri e viene ammonito. Dopo una grande partita in fase di proposizione del francese, ora in lui inizia a prevalere un po’ di frustrazione e mancanza di esperienza in quella posizione che, in realtà, non aveva mai occupato in carriera e che – ha ammesso – non gli piace particolarmente.
A questo punto, Ancelotti decide che è il momento di intervenire sulla partita e serrare i ranghi per il forcing finale. Il tecnico italiano opera un doppio cambio scegliendo Asensio al posto di Rodrygo. Per lo spagnolo potrebbe trattarsi di una delle ultime partite in Champions League con la maglia del Real Madrid, visto che è in scadenza di contratto e che non sembra esserci l’accordo tra le parti per andare avanti insieme. Il Manchester City, invece, in questa fase è parecchio impreciso nella circolazione del pallone, soprattutto quando si tratta di far viaggiare la sfera con i lanci lunghi. Siamo all’82esimo e gli ospiti cercano di portare a conclusione un possesso palla lento e difensivo, in maniera tale da costringere il Real a correre in avanti e togliere abbriglio ai tentativi di gol delle Merengues. All’84esimo, Ancelotti compie anche un altro cambio: è il momento di Tchouameni che prende il posto di Kroos, mai veramente in partita e costretto a giocare il pallone in frazioni di secondo per via dell’ottima densità che il City ha portato in tutto l’arco della partita. Continua, invece, il silenzio di Guardiola che non ha ancora effettuato nessuna sostituzione. Il nervosismo del Real, invece, ora diventa evidente: Vinicius cerca di sfondare a sinistra con una bicicletta tutta brasiliana, Walker chiude ma poi subentra Camavinga che ottiene il fallo e protesta per il giallo, ma in realtà si è lasciato un po’ cadere.
All’86esimo, in attacco c’è ancora il Real Madrid con un calcio di punizione dalla sinistra di Modric, ma è brava la difesa ospite a respingere di testa. È già il momento del terzo e ultimo cambio di Ancelotti che sceglie Nacho per Modric, avanzando Camavinga sulla linea dei centrocampisti. Ora i padroni di casa sono costantemente all’attacco a caccia del gol vittoria, mentre il City resta prudente in difesa e tenta di far girare il pallone per mandare a vuoto la pressione madrilena. Probabilmente gli inglesi sentono anche la pressione di giocare al Bernabeu contro il Real, dove in passato i minuti finali sono spesso stati decisivi. In realtà, neanche il Madrid forza così tanto le giocate, probabilmente perché il pareggio terrebbe comunque gli spagnoli in gioco per il rigore, molto più di un eventuale gol subito in contropiede. Una grande occasione per i padroni di casa arriva, però, a cavallo del 90esimo: Tchouameni scarica un tiro potentissimo con il destro, ma trova una grande risposta da parte di Ederson che evita il gol.
Al 91esimo, arrivano gli attacchi decisivi da parte del Real Madrid: Camavinga sfonda ancora a sinistra, ma il suo tiro viene respinto dalla retroguardia avversaria. I contropiede negli inglesi, invece, si perdono spesso nel nulla, anche perché stasera Haaland non pare affatto in serata di grazia: può capitare anche ai migliori. L’ultimo possesso palla della partita al 93esimo è del Real Madrid: Vinicius scarta un paio di avversari in dribbling e poi scarica sulla fascia di destra dove Carvajal continua a far girare il pallone. L’azione, e quindi anche la partita, termina con un tiro dalla lunga distanza di Nacho che viene controllato senza troppi patemi da Courtois. L’arbitro fischia tre volte e la partita termina con il risultato di 1-1, tutto è rimandato al ritorno, ma è chiaro che si tratta di un punteggio che fa un po’ più felice la squadra di Guardiola, capace di fermare a casa sua i campioni in carica.
La partita più attesa, almeno fino a questo momento e prima della finale, era sicuramente questa e tra le mura del Bernabeu che in Champions League sono da considerarsi un vero e proprio tempio del calcio e senza nulla togliere ad altri stadi importantissimi e che hanno ospitato eventi celebri e ugualmente importanti. Proprio per questo, fa impressione la maniera con cui il Manchester City ha dominato il campo e il possesso palla e soprattutto la personalità con cui è riuscito a comandare determinate fasi della gara e imporre il suo gioco fin dall’inizio della partita. A partire dai difensori, gli inglesi sono stati bravi a tenere alto il loro baricentro, a impostare l’azione e lasciare pochissimo margine d’azione anche al centrocampo più qualitativo del mondo, quello dei campioni in carica e composto dai vari Kroos, Modric e Valverde, almeno dal primo minuto.
Il resto l’ha fatto il lavoro certosino dei centrocampisti nelle marcature preventive che hanno inibito per gran parte del match le ripartenze operate dai padroni di casa che di rado sono riusciti a mettere in movimento Vinicius e Rodrygo rispetto a quanto avviene di solito. Il coraggio che hanno mostrato i Citizens in tutto l’arco della partita è stato piuttosto marcato, ma non è assolutamente una novità per chi da anni segue la squadra di Guardiola. Certo, farlo al cospetto del Real Madrid per molti non sarebbe stata un’opzione, ma il City ormai ha acquisito una fisionomia talmente chiara e talmente vincente da potersi permettere di non stravolgerla di fronte a nessuno.
I Blancos, quindi, non hanno potuto fare altro se non accettare la superiorità dei loro diretti avversari, almeno in questo senso, chiedere un ulteriore sacrificio ai suoi uomini migliori dal punto di vista tecnico e non è esattamente il pane di gente come Modric e Kroos che amano molto più avere il pallone tra i piedi e gestire i ritmi della partita, anche rispetto ai centrocampisti del City, più fisici e più adatti alla doppia fase. Il vero problema degli inglesi, quindi, è stato mettere in condizione i loro uomini migliori di fare la differenza. Bernardo Silva e Grealish hanno fatto tanto lavoro, sia in fase difensiva sia in quella offensiva, ma hanno dovuto fare i conti con le linee serrate che non hanno lasciato molto spazio ai loro dribbling e ai loro ingressi in area di rigore. I laterali offensivi di Guardiola hanno giocato molto larghi, in modo tale da poter ricevere il pallone e puntare regolarmente i terzini, ma anche poter creare gli spazi necessari per entrare nella zona porta e premiare gli inserimenti dei centrocampisti e la fisicità della punta.
Un capitolo a parte lo merita proprio Erling Braut Haaland. Stiamo parlando con ogni probabilità dell’attaccante più forte d’Europa, dell’uomo più atteso a una partita del genere e che aspettava la consacrazione finale contro l’avversario peggiore, perché pur dimostrando costantemente nel calcio bisogna comunque dimostrare. Invece, almeno nel match di andata, il Real è riuscito a controllare il norvegese con un lavoro ossessivo dei centrali, figlio della preoccupazione per avere davanti un gigante di questo livello e con un’efficacia tanto importante negli ultimi metri, soprattutto a livello fisico e di cattiveria agonistica. Antonio Rudiger l’ha seguito per tutta la partita e in tutte le fasi di gioco senza mollarlo in nessun momento della partita, anche in maniera poco ortodossa. Eppure la sua marcatura, anche grazie all’aiuto di David Alaba, ha permesso al Real di non subire troppo la pressione del centravanti norvegese. E chissà che non possa essere una buona via anche per il match di ritorno.
Sicuramente è solo un primo passo rispetto a diverse cose che i Blancos devono migliorare per sperare di ammortizzare l’impatto degli inglesi anche nella gara che si giocherà tra otto giorni. La sensazione è che a maggior ragione all’Etihad Stadium la squadra di Guardiola cercherà di imprimere immediatamente il suo marchio alla partita, di far girare il pallone e di avere subito dei ritmi alti. Segnare subito sarebbe fondamentale per far scoprire le Merengues e poi sfruttare gli spazi che si potrebbero creare di conseguenza. Il compito di Ancelotti e soprattutto dei suoi ragazzi sarà non subire molto questa pressione e possibilmente innescare gli uomini migliori nell’uno contro uno cercando di vincere i duelli individuali con i difensori centrali avversari. Vinicius e Rodrygo, quindi, saranno fondamentali e anche Benzema.
Ci si aspetta molto di più dal francese rispetto a quanto ha dato questa sera. Ci si aspetta ancora qualche gol decisivo che possa prendere per mano i suoi e, infine, i colpi del campione che possano invertire l’andamento del doppio confronto. È solo questa la via del successo che i Blancos hanno intenzione di percorrere nella loro competizione per eccellenza, ma stavolta la sensazione sempre più forte è che il Manchester City ne abbia di più per superare il turno. Poi, certo, in una semifinale di Champions League i pronostici possono arrivare fino a un certo punto e quella di ritorno sarà di fatto una partita secca, come una finale anticipata appunto. E proprio per questo nessuno può permettersi di abbassare il livello di concentrazione.
Guardiola ha avvertito, infatti, nel lungo post partita dopo il match del Bernabeu come nel calcio non basti giocare bene o meglio per vincere le partite. Anzi, bisogna sfruttare il momento giusto e non mancare l’appuntamento con il cinismo: “Nel nostro momento migliore abbiamo subito gol e poi è successo il contrario. Questo è il calcio. L’opinione che ho del Madrid non è cambiata per niente. È una squadra fantastica e ora il passaggio del turno si deciderà tra Manchester”.
Il lavoro degli esterni d’attacco potrebbe essere fondamentale, esattamente com’è stato nel match d’andata. Il tecnico del City, infatti, ha continuato: “Pensavo che quelli in campo stessero bene. Bernardo e Jack controllavano bene il pallone. È quello che ci serviva per cercare di tagliare le loro transizioni. Se saltano gli schemi, loro hanno Vinicius, Rodrygo e Valverde. Noi no”. Sulla prova di Haaland, invece, ammette che il norvegese non è stato nella forma migliore e, nell’ottica del miglioramento costante che è fondamentale per la crescita dei campioni: “Rivedremo cosa hanno fatto per essere più efficaci in alcune aree. Erling non ha avuto una partita facile. Non ha trovato gli spazi, perché davanti aveva due centrali di livello e i terzini hanno chiuso, poi c’è stato l’aiuto del centrocampo”.
Guardiola ha anche un piccolo battibecco con un giornalista, in cui il tecnico ha sottolineato la difficoltà della prova che attende ai Citizens nei prossimi novanta minuti: “Sai contro chi stiamo giocando? Sai quante Champions hanno vinto? Non è colpa mia se pensavate che avremmo vinto 6-0. Il Real Madrid conosce questa competizione meglio di chiunque”.
La risposta di Ancelotti non si è fatta attendere. L’allenatore ex Milan e Juventus, uno di quelli che conosce più di tutti la Champions League, ha cercato di trasmettere sensazioni positive ai suoi ragazzi: “Il risultato non premia quello che abbiamo fatto, abbiamo sensazioni positive. Al ritorno possiamo giocarcela alla stessa maniera, se giochiamo in questo modo abbiamo delle possibilità. Le chance ora sono al 50%, loro avranno il vantaggio del campo ma in trasferta spesso abbiamo fatto bene“.
Dopo il gol del vantaggio il Real Madrid dava la sensazione di averne di più e ha anche innalzato il livello del suo gioco: “In quel momento abbiamo giocato meglio, siamo andati un paio di volte vicino al 2-0. Poi loro hanno pareggiato con un tiro da fuori su un’azione isolata. Credo che la vittoria poteva essere meritata“. Ancelotti non risparmia anche una piccola lamentela nei confronti dell’arbitro: “Poco attento nella gestione dei cartellini in alcune situazioni. In una semifinale devi essere attento“.
Nel corso dell’intervista, da grande ex, non ha potuto fare a meno di lanciarsi in un sentito “Forza Milan”, ovviamente dopo essere stato imbeccato dal giornalista. Poi sul match tra Inter e Milan, in cui i nerazzurri a questo punto partono come favoriti, ha detto: “Sarà una bella semifinale. Il ricordo va al 2003, una semifinale assai sofferta. Bello che torni in Europa il derby del genere. Con tutto il rispetto per l’Inter, non posso non dire forza Milan“.
E non avevamo dubbi caro Carlo, come non abbiamo dubbi che l’affetto rossonero sarà ricambiato nell’incrocio con il Manchester City. Sono tanti i tifosi del Diavolo che sperano di incontrare il loro ex allenatore nella finalissima, ma i due ostacoli da affrontare sono durissimi, anche se il Real Madrid in Europa non parte sfavorito con nessuno. E i Blancos sperano che se ne accorga presto anche Guardiola.
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