Il reato di clandestinità viene depenalizzato. A Montecitorio è stato approvato un apposito testo con 332 voti a favore, 104 i contrari e 22 astenuti. In particolare hanno rappresentato un ostacolo i rappresentanti della Lega Nord. Questi ultimi hanno cercato di far slittare il voto, intervenendo a raffica con i loro discorsi. Il leghista Massimiliano Fedriga è stato cacciato dall’aula, perché ha occupato i banchi del Governo durante il dibattito. Da più parti si è fatta sentire la necessità di intervenire strutturalmente sul problema, anche perché nel mese di maggio scadono i termini europei sulla questione.
Lo ha detto anche il vicepresidente del Csm, intervistato in televisione. Michele Vietti ha sottolineato l’importanza di trovare delle misure alternative, perché i detenuti vivono in condizioni non umane. Una scelta importante quella dell’abolizione di questo reato in termini di ciò che riguarda le leggi sull’immigrazione.
Il reato di clandestinità è stato al centro dell’agenda politica dopo la strage di Lampedusa e soprattutto dopo l’approvazione in Commissione Giustizia al Senato dell’emendamento del M5S per la sua abolizione. La proposta ha però aperto un’accesa polemica non solo tra i partiti contrari, Lega e PdL in primis, ma anche all’interno dei pentastellati. Sul blog di Beppe Grillo, è infatti apparso un post, per la prima volta con la doppia firma dell’ex comico e di Gianroberto Casaleggio, che sconfessa l’emendamento perché “non era nel programma”. Il motivo? Se l’avessero proposto, avrebbero preso percentuali sotto lo zero alle elezioni politiche.
Lo scontro sul reato di clandestinità ha attraversato la maggioranza e l’opposizione in maniera trasversale. All’approvazione in commissione, si sono subito levati gli scudi della Lega e del PdL, con tanto di tweet di Maria Stella Gelmini.
Abolito in commissione giustizia il reato di clandestinità? Ma siamo impazziti?
— Mariastella Gelmini (@msgelmini) October 9, 2013
Umberto Bossi si è subito fatto sentire per difendere la legge che porta il suo nome. Senza il reato di clandestinità “non funziona la legge. Se ne verrebbe qui una montagna di clandestini”, dice il Senatùr.
Come lui sembrano pensarla anche Grillo e Casaleggio. Il duo attacca duramente l’iniziativa presa dai senatori pentastellati. “La loro posizione espressa in Commissione Giustizia è del tutto personale. Non è stata discussa in assemblea con gli altri senatori del M5S, non faceva parte del Programma votato da otto milioni e mezzo di elettori, non è mai stata sottoposta ad alcuna verifica formale all’interno. Non siamo d’accordo sia nel metodo che nel merito”, si legge sul blog.
Il metodo è sbagliato perché “un portavoce non può arrogarsi una decisione così importante su un problema molto sentito a livello sociale senza consultarsi con nessuno. Il M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo”.
Il motivo reale sembra però essere un altro: parlare di immigrazione non è popolare ed è il consenso della piazza a rendere forte il movimento. Lo scrivono i due leader nel post: “Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico. Sostituirsi all’opinione pubblica, alla volontà popolare è la pratica comune dei partiti che vogliono “educare” i cittadini, ma non è la nostra”.
L’emendamento è sbagliato anche nel merito “perché è un invito agli emigranti dell’Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l’Italia. Il messaggio che riceveranno sarà da loro interpretato nel modo più semplice “La clandestinità non è più un reato”. Lampedusa è al collasso e l’Italia non sta tanto bene. Quanti clandestini siamo in grado di accogliere se un italiano su otto non ha i soldi per mangiare?”, concludono.
Parole che ricordano quelle dello stesso Bossi: la somiglianza balza agli occhi anche dei leghisti e il senatore del Carroccio Massimo Bitonci non perde tempo nel dire a Grillo e Casaleggio che la loro dichiarazione è arrivata troppo tardi. “ In commissione è successo un fatto estremamente grave perché i proponenti dell’emendamento sono del M5S. Ora chiediamo a Grillo e a Casaleggio e agli esponenti del M5S di firmare loro il nostro emendamento che ripristina il reato di immigrazione clandestinità”, dice Bitonci.
Lo scacchiere politico torna ad assumere una connotazione quasi tradizione: centrodestra, con PdL e Lega, uniti nel ripristino del reato, centrosinistra con PD e SEL affiancati nell’abolizione. Il M5S dovrà decidere da che parte stare: se seguire le direttive dei leader e accodarsi a PdL e Lega, o dissentire e portare avanti la battaglia che loro stessi hanno intrapreso, a fianco del PD e di SEL.