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Per reato d’incesto si intende l’azione che deriva da un rapporto sessuale, che avviene tra due persone, fra le quali esistono vincoli di consanguineità o di parentela. In particolare è vietato il matrimonio tra fratelli e sorelle, con uno dei genitori, con i nonni o con gli zii. Diverso è il discorso per ciò che è relativo al matrimonio con i primi cugini, che è sottoposto, invece, a delle restrizioni. L’argomento è stato oggetto di trattazione di diverse discipline, che vanno dalla psicanalisi all’antropologia.
Nello specifico l’antropologo Claude Lévi-Strauss ritiene che alla base del passaggio dallo stato di natura a quello di società umana organizzata esiste una costante universale, che sarebbe rappresentata proprio dalla proibizione dell’incesto. Anche il diritto si occupa di questo argomento. Vediamo come è trattato il caso in Italia e negli altri Paesi.
In Germania
In Germania è in corso il dibattito per l’eventuale depenalizzazione dell’incesto. Il tutto è scaturito fuori dopo la storia di Patrick e Susan, fratello e sorella, che hanno avuto una relazione. All’epoca Susan aveva 16 anni e soffriva di problemi mentali. La relazione incestuosa fu scoperta da un’infermiera in occasione della nascita del loro primo figlio. Il Consiglio etico tedesco ha chiesto al Governo della Germania di porre la depenalizzazione del reato d’incesto, dopo aver esaminato questo caso. Il Governo di Centro-Destra ha comunque fatto sapere che non intende dare una risposta positiva.
In Italia
Il codice penale italiano tratta del reato d’incesto nell’articolo 564, che prevede fino a 5 anni di reclusione per chiunque abbia un rapporto sessuale con un discendente o con un ascendente, con un affine in linea retta o con una sorella o con un fratello, causando scandalo pubblico. Per scandalo pubblico si intende il senso di turbamento e di disgusto che viene prodotto nella coscienza pubblica per la conoscenza del fatto. Se il tutto si consuma in un rapporto continuato, sono previste anche delle aggravanti, con pene che possono arrivare anche fino a 8 anni di reclusione.
Nel nostro Paese una condanna per il delitto di incesto subito da un coniuge può costituire, per l’altro coniuge, anche causa di divorzio. Se viene pronunciata una condanna di delitto di incesto contro un genitore, quest’ultimo perde la potestà o la tutela legale. Il diritto riserva un capitolo a parte anche ai figli incestuosi, che sono riconoscibili soltanto da parte del genitore che ha commesso il reato in buona fede, purché vi sia l’autorizzazione da parte del tribunale, che tiene conto se tutto ciò può essere conforme all’interesse del figlio. I genitori che abbiano reciproca consapevolezza della relazione incestuosa non possono in alcun caso procedere al riconoscimento.
Negli altri Paesi
Negli Stati Uniti ogni Stato ha elaborato delle leggi proprie su questo argomento. In linea generale si può dire che nella maggior parte dei casi sono previste delle pene che vanno dai 5 anni al carcere a vita. In Germania l’incesto è considerato un reato ed è punito, anche se attualmente è in corso un dibattito sulla possibile depenalizzazione. In Austria si può essere puniti con una condanna al carcere fino a 2 anni, in Danimarca fino a 6 anni e in Irlanda, per gli uomini, è previsto anche il carcere a vita. In altri Stati l’incesto è tollerato e non sono previste delle pene: è il caso, ad esempio, della Francia, del Belgio e del Lussemburgo, purché i soggetti siano maggiorenni e consenzienti. Lo stesso discorso vale per i Paesi Bassi, per la Spagna e per l’Argentina e in Portogallo non c’è una legge che lo vieti esplicitamente. In Russia non sono stabiliti dei divieti in particolare, ma, per legge, non si possono sposare tra di loro i fratelli, i fratellastri, i figliastri e i patrigni e le matrigne con i loro figliastri.