Se siete tra coloro che, come me, avevano apprezzato Gravity di Alfonso Cuaròn, vi innamorerete di Interstellar di Christopher Nolan. Mentre Gravity è stato breve e conciso, lasciando i limiti dell’universo all’immaginazione dello spettatore, Interstellar è più lungo e dettagliato (168 minuti che scivolano via senza accorgersene), ma mai noioso e prolisso. E’ una bellissima avventura spaziale con un pizzico di surreale e onirico, pur rimanendo sempre radicato alla realtà.
E’ difficile parlare della trama di questo film sci-fi senza rischiare di rovinare il progressivo e sorprendente evolversi della storia, quindi cercherò di rimanere sul vago. Cooper (Matthew McConaughey) è un ex-pilota che vive con la sua famiglia – il suocero (John Lithgow) e due bambini – in un futuro non troppo lontano, in cui la coltivazione di enormi campi di mais è l’unica occupazione rimasta. Le tempeste di sabbia e una terribile atmosfera apocalittica sono i principali sintomi di una Terra morente.
Cooper ha un forte legame con la figlia, Murph (Mackenzie Foy), che non accetta di buon grado il momento in cui al padre viene data la possibilità di dirigere una missione spaziale. Come un novello Messia, il destino di Cooper sembra essere quello di partecipare a un progetto segreto per salvare la Terra diretto dal vecchio professor Brand (Michael Caine). Parte quindi in compagnia della figlia di Brand (Anne Hathaway) e di altri due scienziati (Wes Bentley, David Gyasi). Ma non si tratta del solito viaggio verso la Luna: il loro obiettivo è quello di scivolare attraverso un wormhole vicino a Saturno alla ricerca di altri pianeti in grado di sostenere la vita. Con qualche incertezza legata al loro biglietto di ritorno.
La collaborazione di Nolan con il fisico Kip Thorne è una garanzia circa i fondamenti scientifici che stanno dietro alla realizzazione di Interstellar, ma la verità è che non è necessario essere esperti di buchi neri per apprezzare questa pellicola. Un regista pluri premiato e uno scienziato specializzato in buchi neri ed eventi spaziali sono riusciti a creare un film di fantascienza in grado di calamitare l’attenzione anche di coloro che difficilmente si avvicinano a questo genere cinematografico. E’ scontato dire che Interstellar meriterà diverse nomination ai prossimi Oscar.
La stella che brilla nella galassia di Interstellar è Matthew McConaughey, in grado di coniugare in un solo personaggio la sicurezza di un ex pilota rimandato nello spazio dopo anni, rapido nel prendere decisioni e sicuro delle proprie azioni, con la fragilità di un padre vedovo, preoccupato per la propria famiglia e incapace di lasciarla andare. Vi si contrappone il rapporto padre-figlia tra Caine e Hathaway, che colpisce lo spettatore con una brutalità tagliente.
Più debole è la performance di Anne Hathaway, molto brava quando è necessario dimostrare freddezza e distacco, ma meno brava quando si tratta di descrivere le proprie emozioni. Le sue lacrime non convincono lo spettatore tanto quanto non riescono a farlo con i suoi compagni di missione.
I paralleli con “2001: Odissea nello spazio” sono più che evidenti; le immagini sconcertanti e i silenzi snervanti dello spazio, così come un moderno HAL 9000, un robot pilota e tutto fare con un livello di umorismo tale da sdrammatizzare i maggiori momenti di tensione. Ma nelle relazioni familiari, Interstellar rimanda più a Spielberg che a Kubrick. Il tono finale, invece, è tutto di Nolan: scienza ed emozioni si fondono a tal punto che è impossibile capire dove finisce una e iniziano le altre.
Spesso, soprattutto ultimamente, si è parlato di una crisi del cinema, di una mancanza di idee, una mancanza di sostanza, del fatto che negli ultimi anni le maggiori pellicole di successo fossero remake o sequel. Interstellar potrà forse essere un po’ prevedibile, ma è impossibile distogliere lo sguardo dalla proiezione. Merito della forza della storia di Nolan e della memorabile performance di McConaughey. Un capolavoro? Forse no, ma con il tempo il film è destinato a diventare uno dei più grandi classici di fantascienza. Assolutamente da vedere!
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