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Recensione di Predestination, il nuovo sci-fi con Ethan Hawke

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Predestination, l’adattamento dei fratelli Spierig del racconto di Robert Anson Heinlein dal titolo “Tutti voi zombie”, all’inizio potrebbe sembrare piuttosto semplicistico. Il classico B-movie sci-fi che in Italia potrebbero passare direttamente alla TV saltando a pié pari le sale cinematografiche (e probabilmente ha rischiato, visto che in realtà il film è del 2014). Eppure è molto più complesso di così.

Riportato indietro nella New York degli anni ’70 all’inseguimento di un criminale che da sempre continua a sfuggirgli, Ethan Hawke interpreta un barista/agente che viaggia nello spazio e nel tempo cercando di garantire l’applicazione della legge per l’eternità. Durante quello che dovrebbe essere il suo ultimo incarico incontra un uomo (Sarah Snook) con una storia tragica alle spalle: nel corso degli anni gli sono stati portati via la figlia, alcuni organi interni e persino il nome. Impossibile approfondire senza rischiare di svelare troppo. Inutile dire che ben presto la missione del barista andrà a intrecciarsi con quella dell’altro uomo.

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“Questo film avrà sicuramente un significato differente per chiunque lo guardi”, ha dichiarato il produttore Paddy McDonald. “Prende spunto dal mondo accademico, dalla filosofia e dalla teologia e gioca con loro, racconta una storia spazio temporale in un modo che non è mai stato fatto prima.”
E non c’è nulla di più vero. Chi andrà a vedere Predestination al cinema, in uscita nelle sale a partire dal 1 luglio, aspettandosi di vedere un film di fantascienza, resterà colpito dal fatto che c’è molto di più. Perché Predestination è anche un giallo, un mistery e una storia romantica, parla di predestinazione e libero arbitrio e alla fine lascia con tante domande quante risposte.

Da sottolineare anche la bravura di Ethan Hawke e Sarah Snook. Tenendo conto che i loro personaggi vengono rimbalzati da una parte all’altra come in un flipper, la loro trazione emotiva è incredibile ed è evidente che le loro esperienze passate li hanno scottati, sia in senso figurato che letterale. Infine Predestination è la vittoria del Direttore della Scenografia Ben Nott, uno dei più rinomati d’Australia. La sfida di differenziare e riprodurre la storia attraverso un periodo che va dal 1940 al 1990 può dirsi vinta. “I periodi sono definiti principalmente dall’architettura e dal design”, ha detto Nott. “Essenzialmente sono gli elementi che distinguono i momenti del film.” Per una storia così complessa, era fondamentale sviluppare un metodo per ottenere una chiarezza di narrazione.

E’ decisamente un film da andare a vedere, anche se non siete amanti del genere.

Giulia Zannoni

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