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Categories: Spettacoli

The Walking Dead 7: la recensione dei primi due episodi della serie tv sugli zombie

La serie televisiva The Walking Dead, ispirata all’omonimo fumetto creato da Robert Kirkman, è giunta alla settima stagione in onda su Sky, sul canale Fox, con la regia di Frank Darabont. La lunga epopea di zombie capitanata da Rick e dai suoi compagni è iniziata nel peggiore dei modi ossia con il proseguimento perfetto e coerente di come la sesta stagione si era conclusa e il tutto è davvero tragico e violento.

Il primo episodio di The Walking Dead potrebbe essere riassunto semplicemente dicendo che Negan, interpretato in maniera superlativa da Jeffrey Dean Morgan, ha deciso di uscire allo scoperto e mostrarsi per quello che è davvero: un folle bastardo sadico. Una puntata che ha lasciato davvero il segno e che ha colpito per la violenza, per l’ansia e la suspence che questa prima puntata riesce a mettere addosso allo spettatore.

La nostra compagnia di protagonisti è lì, davanti a noi, inerme con le mani legate dietro la schiena e senza la possibilità di reagire davanti a Negan e al suo plotone di esecuzione. Questi Salvatori, cosi si fanno chiamare i nuovi nemici dell’ex poliziotto di campagna Rick Grimes. Nemici diversi ma allo stesso tempo simili a molti altri affrontati in precedenza.

Mi spiego meglio: i Salvatori sono forti, armati fino ai denti, violenti e senza alcuna paura perché convinti di essere i più forti grazie al fatto che il loro gruppo è uno dei più grandi mai affrontati da Rick nella serie televisiva della Fox. A dare ancora più forza ai Salvatori c’è lui, Negan, capace di far tremare le gambe anche al più solido degli uomini con la sua follia e i suoi giochetti macabri e sadici. Lucille, la sua mazza da baseball con il fil di ferro intorno è protagonista tanto quanto il suo sadico proprietario ed è stata realizzata in maniera perfetta.

Rick si troverà di fronte a un nuovo nemico, ancora una volta all’apparenza più forte di lui, più cattivo di lui, più preciso, attento, sadico e furbo di lui ma soprattutto più violento. Nella prima puntata, non farò spoiler, perderemo alcuni personaggi che fino a quel momento erano stati davvero importanti nell’economia della serie televisiva, uno in particolare. Il tutto viene, come già detto ripetutamente ma scriverlo non è mai abbastanza, effettuato con una violenza inaudita, forse la puntata più cruenta di tutta la serie di The Walking Dead. E la prima puntata per tutto quello che significava, ossia riprendere dopo un finale di stagione, la sesta, quasi perfetto, riesce al meglio dalla loquacità infame di Negan alla paura che trasuda dai personaggi fino all’esame, al test di fiducia che Rick deve affrontare per non perdere un altro dei suoi. Come ogni nemico che è passato di fronte a Rick e compagni, però, la testa è già al futuro e alla vendetta nei confronti di quel Negan che adesso fa più paura di tutti i nemici affrontati.

Il primo episodio della settima stagione è stato sicuramente molto positivo e di una qualità che mancava da molto tempo. La recitazione è stata davvero impeccabile per tutti i personaggi coinvolti nel primo episodio e la fotografia, notturna, è stata un toccasana per mettere ancor più un brivido sulla schiena agli spettatori.

Se il buongiorno si vede dal mattino…e invece no, o meglio non cosi bene visto che la seconda puntata è un enorme NI. Mi spiego meglio: dopo una puntata così bella e coinvolgente come la prima, ci si aspettava che la produzione, e la regia, potesse restituirci una serie di puntate dello stesso livello e invece già al secondo episodio siamo di fronte ad un passo indietro sia in termini di qualità, sia di coinvolgimento e anche di personaggi. Quest’ultima affermazione deriva dal fatto che nella seconda puntata veniamo catapultati nel Regno e riportati ai fatti che hanno coinvolto Carol e Morgan.

I due vengono portati all’interno delle recinzioni e al cospetto di Re Ezekiel e la sua tigre Shiva. Due personaggi, il Re e la tigre, amati tantissimo dai lettori del fumetto che fremevano per verificare la messa in azione del Re e della sua fidata compagna e, per essere totalmente sinceri, forse si poteva fare meglio. Re Ezekiel, però, non è affatto male e come spiega a Carol per convince a restare durante la puntata, non è spoiler suvvia, lui è un attore e sta interpretando un ruolo che non si è costruito affatto da solo ma ha approfittato della situazione per prendere il potere all’interno della sua comunità che ormai gestisce senza problemi.

Una puntata non brutta, chiariamoci subito, ma con meno pathos e ritmo del primo che è stato davvero ottimo sotto tutti i punti di vista. Carol è sempre la stessa, ormai fredda e concentrata sa che la comunità del Regno vive, di fatto, in un mondo a parte con pochissimi contatti con gli zombie e con la cattiveria che vive fuori da quelle recinzioni.

Cos’hanno in comune il Regno e il Gruppo di Rick? I Salvatori. Rick lì ha incontrati sulla sua strada e adesso dovrà rispettare le richieste di Negan ma il Re Ezekiel è già da tempo che collabora e viene soggiogato dai Salvatori con offerte di beni in cambio di protezione o meglio in cambio i Salvatori non attaccheranno il Regno. Questa è la collaborazione che Negan effettua con i villaggi e le comunità che incontra sul suo cammino.

La seconda puntata è comunque positiva, voglio essere chiaro ma mi sarei aspettato una seconda puntata intrisa degli stessi valori del primo episodio per poi spostarsi e contrarsi sui fatti accaduti a Carol e Morgan, due personaggi molto importanti nell’economia della serie ma non fondamentali come Rick e co.

Attualmente la valutazione di questa settima stagione è positiva, non voglio dare voti, ma sarà fondamentale capire e vedere, non vedo l’ora, la puntata di mid season, quella di metà stagione e che manda in vacanza la serie prima di Natale, in che modo verrà sviluppata la vita di Rick e compagni e come verrà intrecciata con quella del Regno e, in ultima, che fine faranno i Salvatori. Tutto questo lo sapremo, in parte, nell’episodio di metà stagione.

Fabio Fagnani

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