Il super vertice europeo e l’intesa sul Recovery Fund sono incastonati in una cornice di reazioni divise all’opposizione. L’accordo spacca il centrodestra e Matteo Salvini, che definisce il piano “una fregatura grossa come una casa“, appare sempre più isolato rispetto alle posizioni contenute e timidamente positive di Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Il bilancio di questo spettro di pareri è uno: il leader della Lega è rimasto da solo a contrastare frontalmente il lavoro portato a termine da Conte in Ue.
A margine dell’intesa sul Recovery Fund cristallizzata nel corso del vertice storico europeo (il più lungo di sempre), Matteo Salvini parla di “resa mani e piedi, senza condizioni” agli imperativi unilaterali dell’Europa, definendo chiaramente l’accordo “una fregatura grossa come una casa“.
Una posizione, quella del leader della Lega, che si trova decisamente isolata rispetto al contenuto ottimismo di Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, per cui il premier Conte è comunque “uscito in piedi“ da un limbo in cui l’Italia rischiava di risultare totalmente schiacciata sotto il muro dei “frugali” (i Paesi nordici Olanda, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia, coalizione che ha tenuto sotto scacco il vertice dei 27 per giorni) che avrebbero facilmente dettato una linea ancora più dura nel perimetro dell’accordo e che, comunque, sono usciti soddisfatti dai termini dell’intesa.
“Quello sul Recovery Fund è naturalmente un compromesso, ma è un compromesso positivo, che ha superato le resistenze di alcuni Paesi del Nord e che toglie argomenti ai nemici dell’Europa“. Questo il commento del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sull’intesa confezionata a Bruxelles.
Nello spettro di un cauto ottimismo, Berlusconi ha sottolineato un’altra questione emergente: “L’ammontare totale dei fondi a nostra disposizione è salito a 208 miliardi e una parte importante di questa somma sono sussidi, a fondo perduto. Ma i fondi saranno disponibili nel secondo trimestre del 2021“.
A differenza dell’approccio all’argomento Mes, il registro di Giorgia Meloni si palesa più vicino a FI che alla Lega. La leader di Fratelli d’Italia ha accolto l’intesa con queste parole: “Abbiamo votato a Bruxelles per il debito comune, che ha reso possibile il Recovery Fund. Abbiamo tifato per l’Italia in ogni momento. Con la coscienza a posto ora, a negoziato concluso, voglio dire che Conte è uscito in piedi ma poteva e doveva andare meglio“.
In conferenza stampa dalla Camera, insieme ad Alberto Bagnai, Matteo Salvini ha esposto la prospettiva Lega sull’accordo siglato a Bruxelles, descrivendo l’euforia di chi ne sostiene l’essenza favorevole all’Italia una “eurosbornia”. “Non c’è nessun regalo. È resa senza condizioni alle scelte della Commissione. Si parla di soldi prestati, da restituire fino all’ultimo centesimo, che arriveranno se va bene tra un anno, solo se l’Italia farà le riforme su pensioni, lavoro, sanità. Se i prestiti, governati da Bruxelles, comportassero Legge Fornero e patrimoniale su casa e risparmi sarebbe un costo sociale ed economico altissimo per gli italiani. Noi come Lega vigileremo perché così non sia“.
Sempre più isolato nell’asse del centrodestra, sostiene che il suo partito sarà “cane da guardia”, “santo protettore degli italiani sul fronte lavoro, pensioni, sanità e sicurezza“.
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