Un intervento europeo complessivo di 2.400 miliardi di cui 750 da destinare al finanziamento del Recovery Fund: è quanto previsto dal piano presentato dalla Commissione UE al fine di rilanciare l’economia europea colpita dall’emergenza coronavirus. Dopo la proposta di Francia e Germania avanzata la scorsa settimana, arriva dunque anche quella dell’organo esecutivo europeo, con un aumento delle risorse destinate al fondo per la ripresa di ben 250 miliardi. Il Recovery Fund da 750 miliardi andrà ad aggiungersi ai 540 miliardi previsti per gli altri tre strumenti finanziari già approvati – MES sanitario, Bei e Sure – e ai 1.100 miliardi di bilancio pluriennale europeo.
Secondo alcune indiscrezioni, nelle intenzioni della Commissione UE all’Italia sarebbe destinata la quota più alta delle risorse stanziate per il Recovery Fund, per un totale di circa 172 miliardi di euro divisi quasi in parti uguali tra aiuti a fondo perduto e prestiti (circa 81 miliardi gli aiuti e circa 91 i prestiti). Nel suo complesso, il fondo per la ripresa presentato dalla Commissione europea verrebbe finanziato in parte attraverso un incremento delle risorse proprie del bilancio UE e in parte tramite la raccolta di risorse sui mercati finanziari, così come prospettato la settimana scorsa da Francia e Germania.
Entusiasta la reazione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che sui propri canali social scrive: “Ottimo segnale da Bruxelles, va proprio nella direzione indicata dall’Italia. Siamo stati descritti come visionari perché ci abbiamo creduto dall’inizio. 500 mld a fondo perduto e 250 di prestiti sono una cifra adeguata. Ora acceleriamo su negoziato e liberiamo presto le risorse”. Dello stesso avviso anche l’ex premier e attuale commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni, il quale parla di “svolta europea senza precedenti”.
Come per il piano franco-tedesco, restano però da convincere della bontà della proposta europea i paesi più intransigenti dell’area euro: Olanda, Austria, Danimarca e Svezia. Il piano presentato dalla Commissione europea deve infatti essere approvato all’unanimità e non è dunque da escludere che i negoziati tra le parti porteranno a modificare almeno in parte la proposta originale. Proprio sull’aspetto della solidarietà europea si è soffermata, nel presentare il piano all’europarlamento, la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, che ha commentato: “Un’economia in difficoltà da una parte indebolisce una forte dall’altra. Divergenze e disparità aumentano e abbiamo solo due scelte: o andiamo da soli, lasciando Paesi e regioni indietro, o prendiamo la strada insieme. Per me la scelta è semplice, voglio che prendiamo una strada forte insieme”.
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