Il recupero dei rifiuti non ha solo il vantaggio di riuscire a dare una mano all’ambiente, ma potrebbe essere anche la strada maestra verso una maggiore occupazione in Europa. Ad affermarlo è il Conai, il consorzio per il recupero degli imballaggi, che ha previsto per l’Unione Europea delle prospettive interessanti in tutto il periodo che va dal 2013 al 2020. In particolare il riutilizzo potrebbe portare a ricadute economiche di 136 miliardi di euro con la creazione di quasi 900.000 nuovi posti di lavoro.
L’industrializzazione della filiera del recupero
Il Conai ha svolto uno studio specifico su dati che appaiono molto evidenti: l’economia europea potrebbe ricevere una spinta propulsiva, proprio se ci si dedica con più precisione e con maggiori sforzi all’opportunità di recuperare tutto ciò che si getta nella spazzatura, considerandolo privo di utilità. Non si tratta soltanto di riduzione degli sprechi in nome di un’economia domestica sempre più oculata. E’, invece, una portata di ampio respiro ciò che propone la ricerca, concentrandosi sulla possibilità di ricavare vantaggi economici ingenti dal trattamento dei rifiuti dopo che essi vengono raccolti. Se fino ad adesso si è puntato sulla raccolta differenziata, per indurre nei confronti dei più una maggiore sensibilizzazione sull’argomento, gli esperti affermano che sarebbe arrivato il momento di puntare sull’industrializzazione della filiera del recupero. Adozione di strumenti efficaci, principio di responsabilità dei produttori, coinvolgimento di una quantità più ampia di operatori, più investimenti da dedicare alla ricerca e allo sviluppo, piena applicazione delle norme, che potrebbero obbligare la Pubblica Amministrazione ad una quota di acquisti verdi: sarebbero tutti questi i segreti che porterebbero ad ottenere delle risorse non indifferenti a livello economico.
In Italia
Per quanto riguarda l’Italia, il quadro dipinto dallo studio è quello di una posizione intermedia, fra un gruppo di Paesi, come la Germania, il Belgio e la Scandinavia, che stanno sfruttando in maniera sempre più visibile questi vantaggi, e i Paesi dell’Est, che invece sembrano essere indietro da questo punto di vista. Ciò che frena lo sviluppo nel nostro Paese, per ciò che concerne il riutilizzo dei rifiuti, è rappresentato dal fatto che attribuiamo ancora un grosso ruolo alla discarica. In sostanza dovremmo spingere ancora di più alla differenziazione dei rifiuti. E’ da considerare, comunque, che non mancano i problemi nemmeno per i Paesi del Nord, che apparentemente sembrano essere più virtuosi. Essi hanno spesso investito troppo negli inceneritori, andando a permettere la strutturazione di un sistema molto rigido, che difficilmente potrebbe reggere di fronte all’aumento della raccolta differenziata. Di conseguenza anche l’Italia, se aumenta l’attenzione nei confronti di certe pratiche ambientali di valore, potrebbe arrivare a superare se stessa, raggiungendo in pieno gli obiettivi che si sono prefissati i Paesi del Nord Europa.
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