Reddito di cittadinanza a rischio per chi vive con i genitori

Il reddito di cittadinanza potrebbe essere negato a chi vive con i genitori. Questo perché non ci sono le coperture economiche per estendere la misura a tutti i cittadini italiani senza una occupazione e senza reddito.

I tecnici di Luigi Di Maio stanno studiando le possibili norme sul Reddito di cittadinanza che dovranno essere inserite in un collegato alla prossima manovra di bilancio.

Per far quadrare i conti, si sta pensando a misure di riduzione della platea dei beneficiari. Come l’esclusione dal reddito di cittadinanza per coloro che risultano a carico dei genitori con un reddito complessivo familiare (Isee) maggiore di 9.360 euro. I maggiorenni disoccupati mantenuti dalle famiglie (conviventi o meno) rischiano quindi di essere esclusi dal reddito di cittadinanza.

Come funziona il reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza è in via di definizione, ma in sostanza ha un duplice scopo: “sostenere chi si trova al di sotto della soglia di povertà relativa (pari a 780 euro mensili). E fornire un incentivo a rientrare nel mercato del lavoro, attraverso la previsione di un percorso formativo vincolante. Cioè con l’obbligo di accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro eque e non lontane dal luogo di residenza del lavoratore”.

Altro è il capitolo che riguarda la pensione di cittadinanza “verrà modulata tenendo conto della situazione complessiva dei nuclei familiari, anche con riferimento alla presenza di persone con disabilità o non autosufficienti”. In totale le due misure valgono 9 miliardi di euro.

Quando sarà erogato il reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza entrerà in vigore nei primi tre mesi del 2019, tra gennaio e marzo. Così il vicepremier Luigi Di Maio secondo cui tutto dipenderà da quando saranno pronte le strutture dello Stato per erogarlo. “Il reddito guarderà tre fasce di popolazione, pensionati minimi per i quali non sarà previsto nessun lavoro di pubblica utilità e nessun obbligo di riqualificazione, giovani e meno giovani di 50-60 anni” continua Di Maio. “Il reddito sarà caricato su un bancomat normale, non su una card che è umiliante e varrà solo “per acquisti di beni di prima necessità come alimentari, scuola, Università. Mentre sarà disabilitato per gioco, vacanze per esempio, palestra” ha concluso il vicepremier.

Vita dura per i furbetti

Chi godrà del reddito di cittadinanza “non avrà il tempo di lavorare in nero e se imbrogliano si beccano 6 anni di galera per dichiarazioni non conformi alla legge. Ci sono misure che contrastano i furbi”. Assicura Luigi Di Maio, parlando al Questione Time del Senato. Ma i puntini sulle i li mette l’avvocato Daniele Bocciolini. In un intervento ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti, su Radio Cusano Campus (Università Niccolò Cusano) commenta l’annuncio di Di Maio.

Sull’annuncio di Di Maio spiega: “Sono erogazioni pubbliche, quindi chiunque falsifica o tace alcune situazioni finalizzate ad avere un beneficio economico sicuramente incorre in un reato. Il reato già c’è ed è lo stesso che punisce i cosiddetti furbetti del cartellino. E’ una truffa aggravata ai danni dello Stato, dal 2017 è punita fino a 7 anni”.

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