In base ai primi dati, sembra che già 600.000 percettori del reddito di cittadinanza saranno costretti a dire per sempre addio a questo sostegno fra soli 6 mesi.
In base a ciò che aveva sottolineato l’ufficio parlamentare di bilancio, queste norme, volute fortemente dal governo Meloni, faranno in modo che un terzo dei nuclei siano esclusi.
Sembra essere finito ormai il tempo del reddito di cittadinanza il quale, nel mese di agosto del 2023, abbandonerà 600.000 percettori.
Questo è ciò che si afferma in base ad una stima. Lo scopo del governo Meloni è stato fin da subito quello di eliminare questa misura che dovrà poi essere rimpiazzata da un altro sostegno nel 2024.
In base a ciò che afferma Adnkronos, durante il mese di dicembre del 2022, l’ufficio parlamentare del bilancio aveva sottolineato che da agosto, il 38,5% dei nuclei che attualmente ricevono il reddito, potrebbero essere esclusi.
Una dichiarazione che continua affermando che tre quarti dei nuclei formati da una sola persona tra non molto non riceveranno più il reddito di cittadinanza.
Infatti la quota di esclusi si restringe il momento in cui ci si trova di fronte a nuclei familiari più numerosi e, soprattutto, se al loro interno sono presenti dei minori.
Di sicuro, il reddito di cittadinanza decadrà nel momento in cui il beneficiario va a rifiutare la prima offerta di lavoro che gli verrà fatta fino all’estate.
Questa è una regola che molto probabilmente entrerà in vigore anche prima del mese di agosto.
Non manca poi un altro requisito molto importante, ossia quello della formazione obbligatoria per i percettori più giovani.
Anche in questo caso, chi sceglie di non frequentare i corsi, perderà l’assegno.
Per essere in grado però di ultimare gli ultimi dettagli sono necessari i tempi tecnici, proprio come sottolinea il Ministero del Lavoro. L’unica cosa certa è che il reddito di cittadinanza ha ormai le ore contate.
E questa è una grandissima svolta per il mercato del lavoro il quale, in base a ciò che affermano diversi osservatori, è stato soggetto a numerose limitazioni proprio a causa di questo sussidio il quale sembra essere stato in grado di andare a disincentivare la ricerca di occupazione.
In base ai dati condivisi di recente, per il sussidio del 2022 sono stati utilizzati 8 miliardi di euro.
Soltanto lo scorso anno, in base ai dati condivisi dall’INPS, sono state 1.685.161 le famiglie che hanno accesso almeno ad una mensilità del sussidio vedendo quindi un totale di persone coinvolte pari a 3 milioni 662.803 con un importo medio di 551 euro.
Coloro che ne hanno beneficiato di più sono stati gli italiani residenti nelle isole e al sud con una registrazione di 1.040.957 famiglie.
Al nord invece i numeri sono decisamente più bassi in quanto le famiglie che hanno utilizzato il reddito di cittadinanza sono state 372.31717 vedendo quindi 728.507 persone coinvolte.
Al centro invece le famiglie coinvolte sono state 271.887 con un totale di 534.421 persone che ne hanno beneficiato.
In base agli ultimi dati, nel mese di dicembre del 2022 la prestazione in questione è stato in grado di raggiungere un milione e 168.712 famiglie con una spesa di 642,16 milioni.
Se invece si prendono sotto esami i dati condivisi da Anpall che sono stati aggiornati al 30 giugno del 2022 e resi pubblici nei mesi di ottobre, sembra che coloro che hanno beneficiato del reddito di cittadinanza sono stati 919.916.
Di questa fetta di italiani, soltanto 173.000 hanno trovato lavoro mentre 660.000 hanno sottoscritto il patto del lavoro.
Gli altri 86.000 appartengono alla categoria di esonerati, rinviati ai servizi sociali oppure esclusi.
Tra coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza, in particolar modo di 660.000 che hanno sottoscritto il patto di lavoro, tre quarti, ossia il 72,8%, non ha ricevuto nessun tipo di contratto di lavoro subordinato durante gli ultimi tre anni.
Soltanto 280.000 percettori del reddito di cittadinanza erano stati presi in carico da parte dei servizi, anche se soltanto meno della metà dovevano intraprendere questo tipo di percorso.
È abbastanza chiara la situazione dopo aver dato uno sguardo alla mappa dei beneficiari occupati all’interno della quale è possibile venire a conoscenza del fatto che il valore nel centro settentrionale si aggira tra il 27% e il 31% mentre al sud la percentuale è del 18,6% e nelle isole è pari al 16,7%.
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