Una delle misure più promosse dal nuovo Governo Meloni è stato quello di abolire il reddito di cittadinanza. Vediamo che non ne avrà più diritto sin dai primi mesi del 2023.
Il reddito di cittadinanza continuerà ad essere mantenuto anche nel 2023 da quei soggetti che ne hanno i requisiti.
L’abolizione del reddito di cittadinanza è stato uno dei cavalli di battaglia di Giorgia Meloni e del suo partito, sin dalla campagna elettorale. Ora che ha formato il nuovo governo, la premier si appresta a far diventare realtà diverse tra le questioni proposte, in primis, l’abolizione del reddito di cittadinanza, appunto. Essa potrebbe diventare effettiva sin dall’inizio del 2024. Il tutto facendo seguito ad una nuova ipotetica misura che dovrebbe contrastare la povertà.
Sin dal settembre del 2023, però, ci sono delle categorie specifiche di persone, come ha tracciato l’Istat, che potrebbero perdere il reddito. Le caratteristiche fanno riferimento a sesso, età, regione di appartenenza e persino livello di istruzione. Approfondiamo di seguito la questione.
L’Istat ha tracciato il profilo di chi perderà il reddito di cittadinanza sin dal settembre del 2023. A rivelare i dati è stato Gian Carlo Blangiardo, presidente Istat, nel corso dell’audizione dinanzi alle commissioni che si sono riunite per il Bilancio di Camera e Senato. Per Blangiardo la misura a sostegno degli italiani che ne hanno più bisogno è stata molto positiva. Introdotta da Conte con il Movimento 5 Stelle e la Lega, esso ha costituito:
“un punto molto importante circa l’ammodernamento del welfare del nostro Paese”.
Anche se ci sono state delle criticità legate principalmente ai problemi degli incroci tra domanda e offerta di lavoro. Tuttavia, la sua abolizione potrebbe aumentare la povertà degli italiani.
Nella fase iniziale, il taglio del Reddito interesserà 846mila persone, che costituiscono un numero maggiore rispetto le 660mila previste all’inizio. Si tratterebbe, dunque, di un avente diritto su cinque. L’incidenza sarebbe di oltre il 33% considerando anche chi lo percepisce che ha un’età compresa tra i 18 e i 59 anni.
E’ proprio in questa fascia d’età che il governo vuole individuare i soggetti occupabili. Costoro entro otto mesi potranno frequentare corsi di formazione obbligatori e sin dal 1 settembre 2023, non saranno più beneficiari della misura.
Non lo percepirà la maggior parte degli over 45 (nella fascia 45-49). Il reddito verrebbe meno nelle piccole famiglie ma anche nei single. La riforma interesserà soprattutto chi vive nel Sud del paese, quella con il maggior numero di percettori. Non percepirà più il reddito di cittadinanza anche chi è giovane, disoccupato ma anche più istruito dei suoi coetanei. Resta un difetto nella riforma: per ora non c’è alcun riferimento a chi è considerato occupabile e chi no.
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