Il reddito di cittadinanza è in dirittura di arrivo. Il Consiglio dei Ministri ha approvato la legge di bilancio per il 2019: tra le novità compare anche il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. La nuova forma di sostegno al reddito costerà in tutto 9 miliardi di euro a cui si deve aggiungere un altro miliardo per la riforma dei centri per l’impiego. Come funzionerà, dunque? Chi ne avrà diritto? Che importo avrà e soprattutto come potrà essere speso? Vediamo tutte le ultime novità sul reddito di cittadinanza che dovrebbe diventare attivo da marzo-aprile 2019.
Reddito di cittadinanza: cos’è e come funziona
Cos’è dunque il reddito di cittadinanza? In concreto si tratta di un sussidio destinato ai cittadini rimasti senza lavoro e che vivono in stato di indigenza. Avrà un valore di 780 euro e per poterlo ottenere ‘in forma piena’ bisognerà soddisfare i seguenti requisiti:
- Essere cittadini italiani,
- Essere residenti in Italia da almeno 10 anni,
- Aver compiuto almeno 18 anni,
- Essere disoccupati o percepire un reddito o pensione di valore inferiore alla soglia di povertà (Isee inferiore ai 9300 euro),
- Non essere possessori di immobili,
- Essere iscritti a un centro per l’impiego,
- Svolgere progetti di utilità pubblica e sociale organizzati dal Comune di residenza per un massimo di 8 ore settimanali,
- Accettare uno tra i primi tre lavori offerti dal centro per l’impiego.
Sarà invece decurtato a:
- Chi possiede un immobile e non ha necessità di pagare un affitto,
- Chi ha un lavoro con reddito inferiore ai 780 euro,
Inoltre, potrà essere percepito da due persone della stessa famiglia secondo alcuni calcoli effettuati sul reddito Isee.
Secondo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrebbe raggiungere 5 milioni di persone, una cifra inferiore rispetto a quella annunciata precedentemente da Di Maio, ovvero 6,5 milioni. Dovrebbe essere elargito tramite una sorta di carta bancomat e avrà una durata massima di 3 anni. Se il cittadino rifiuterà 3 proposte di lavoro, perderà per sempre il diritto al sussidio.
Reddito di cittadinanza: quando si parte
L’introduzione del reddito di cittadinanza dovrebbe avvenire gradualmente. Si prevedono infatti due fasi: nel primo trimestre del 2019 avrà inizio la riforma dei centri dell’impiego (costo stimato di un miliardo di euro), mentre a partire da aprile partirà l’erogazione effettiva dei primi sussidi (per un costo annuale compreso tra i 9 e i 10 miliardi). Il programma risponde di fatto a un concetto più volte ribadito dai Cinquestelle: ‘Senza il potenziamento dei centri per l’impiego il reddito di cittadinanza non può decollare’.
Reddito di cittadinanza: le limitazioni
E’ importante sottolineare che il reddito di cittadinanza non prevederà soltanto una serie di requisiti per poterlo ottenere, ma anche diverse limitazioni di impiego: saranno escluse le cosiddette ‘spese immorali’. Per fare un esempio col reddito di cittadinanza non potrete acquistare sigarette e Gratta e Vinci. Potrà invece essere speso per acquistare beni di prima necessità, come cibo, medicinali o l’affitto. Le 780 euro non potranno nemmeno essere messe da parte. Per mantenere la situazione sotto controllo il reddito verrà elargito tramite una carta bancomat, i cui movimenti saranno tutti tracciabili.
Reddito di cittadinanza: 6 anni di carcere per i furbetti
Il Governo ha già pensato anche a delle misure rigide per i potenziali furbetti del reddito di cittadinanza. Per chi proverà ad aggirare il sistema, magari lavorando in nero, il leader Cinquestelle ha già in serbo la pena massima, ovvero 6 anni di carcere. ‘Non dà un solo euro a chi sta sul divano, i beneficiari avranno tutta la giornata impegnata per la formazione e lavori di pubblica utilità e non avranno il tempo di lavorare in nero’, ha sottolineato Di Maio.
Secondo un articolo pubblicato su Il Giornale invece, il reddito di cittadinanza dovrebbe arrivare a rom e immigrati. Pochi gli italiani che ne godranno.
Reddito di cittadinanza: cosa avviene nel resto dell’Europa
L’Italia è uno dei pochi paesi europei in cui non c’è un reddito minimo garantito – questo sarebbe il vero nome da dare al reddito di cittadinanza. Come potrete immaginare, le prestazioni nell’Europea del Nord sono più generose, mentre alcuni paesi dell’Est non prevedono misure di questo tipo. Qui potete scoprire il reddito di cittadinanza come funziona in Europa.